Grande Fratello, Alfonso Signorini confessa: “Ecco i 3 eventi che hanno segnato la mia vita”
Attraverso un’intervista al Corriere della Sera il conduttore ha poi fatto una proposta di matrimonio al compagno
Renata Aprile 7, 2024
In occasione dei suoi sessant’anni, Alfonso Signorini si è raccontato in una lunga intervista rilasciata a Il Corriere della Sera.
Il conduttore del Grande Fratello ha ricordato che quest’anno festeggerà per la prima volta il compleanno senza Silvio Berlusconi, scomparso a giugno dello scorso anno. “Gli assenti giustificati sono due. Lui e Maria De Filippi, che registra pure la domenica mattina“, ha esordito Signorini, spiegando che festeggerà con un “pranzo della domenica nella vecchia trattoria di Seregno dove andavo con i miei, Al Pertegà. Ho fatto rifare il menu della mia infanzia: risotto con salsiccia, carrellone dei bolliti, e ho dato al cuoco la ricetta della torta di mia nonna Armida“.
Nel raccontare le tappe della sua vita, il conduttore ha ammesso che le tre svolte più importanti sono state “scoprire di essere gay, Berlusconi e il tapis roulant“. Partendo dal principio, dall’infanzia e dall’adolescenza, Signorini ha raccontato che al tempo si nascondeva in cantina per dedicarsi alla lettura, temendo che la madre lo scoprisse: “A lei raccontavo che ero fuori con gli amici. Ho letto di tutto, in quella cantina: collezionavo tessere della biblioteca, ne facevo 5 o 6 l’anno“. Il secondo decennio di vita, invece, lo ha riassunto con la parola “elettrocardiogramma”:
Il 7 dicembre del 1983 ebbi il mio primo attacco di panico in coda alla Scala per un posto nel loggione. Da allora entrai nel tunnel della nevrosi, ero convinto che sarei morto per un attacco di cuore, passavo da un medico all’altro. Del resto, mia madre mi aveva sempre protetto perché mi era stato diagnosticato un soffio al cuore, praticamente una sciocchezza, ma questo lo so oggi. Finché non mi feci coraggio, andai in palestra e salii su un tapis roulant: o muoio o rinasco.
A 30 anni, poi, si dedicò prima all’insegnamento, poi al giornalismo, nonostante il parere contrario dei genitori: “Con tutti i sacrifici fatti per farmi studiare…Sognavano un figlio medico, avvocato, commercialista, astronauta, sacerdote, qualunque cosa ma non l’insegnante o, peggio, il giornalista! In quei 30 anni mettiamoci anche il travaglio sentimentale, con la scoperta dell’omosessualità“, ha spiegato. Poco prima di compiere 40 anni, cominciò la sua carriera televisiva al Chiambretti c’è.
Poi, a cinquanta, divenne il direttore di Chi: “Nessuno avrebbe scommesso su di me: non ho mai preso un menabò, mai partecipato a una riunione di redazione o incontrato il sindacato. Sono sempre stato la Vispa Teresa“. Un anno fa, però, Signorini ha lasciato la direzione del settimanale a Massimo Borgnis ma ad oggi continua a mantenere un rapporto diretto con i lettori. “Pensavo invece che sarei stato più libero per fare la pubblicità, ma non mi ha cercato nessuno, nemmeno Poltronesofà, che sarebbe il mio sogno!“, ha ammesso.
Per i suoi sessant’anni, il conduttore di Canale 5 “si è regalato” la regia della Bohème all’Arena di Verona il 19 e il 27 luglio:
Per me è un traguardo significativo, perché lì a 9 anni avevo visto la mia prima opera: una Madama Butterfly. Mi portò zia Ester, la zitella di casa, con mio padre. D’estate andavamo in vacanza in Val Seriana. Per l’opera partivamo la mattina presto e alle tre eravamo già in coda per entrare nella seconda gradinata.
A seguire, ha spiegato di aver superato il momento di crisi con il compagno Paolo Galimberti:
E’ servito, perché ci siamo ritrovati. E ne approfitto per fargli sapere che sposarci sarebbe il passo naturale nel nostro cammino insieme.
Poi, Signorini ha raccontato qual è stato il momento più difficile che ha dovuto affrontare:
Sicuramente quando ho lasciato Mondadori, dove facevo l’inviato per Chi, deludendo Silvana Giacobini che mi voleva bene, e mi vuole ancora bene, come a un figlio. Ma mi ero un po’ montato la testa. Mi trasferii a Roma, dove le cose non andarono come avevo sperato, mi ritrovai solo con il mio bassotto Scoop e il telefono che non squillava più. Mi salvò Roberto D’Agostino, che organizzò una cena con Carlo Rossella, ai tempi direttore di Panorama, e così rientrai in Mondadori.
Infine, ha spiegato che a sorprenderlo maggiormente in questi anni è stato “conoscere persone straordinarie”:
A partire da Berlusconi, che ha lasciato un grandissimo segno nella mia vita. E poi tanti altri. Pavarotti, mio grandissimo amico. Il Principe Carlo, che mi consigliò un ristorante toscano sotto casa sua, a Clarence House. Mastroianni, che mi diede una lezione preziosissima: che il tempo è importante e non lo puoi sprecare.
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