Grande Fratello, Giuseppe Garibaldi si scusa con Beatrice Luzzi ma lei fa un passo indietro: “Forse non doveva neanche cominciare la nostra storia”

L’attrice e il bidello si sono a lungo confrontati dopo gli avvenimenti dell’ultima puntata e…

Giusy Ottobre 22, 2023

Grande Fratello, Giuseppe Garibaldi si scusa con Beatrice Luzzi ma lei fa un passo indietro: “Forse non doveva neanche cominciare la nostra storia”

Dopo la puntata del Grande Fratello andata in onda lo scorso giovedì che ha visto l’eliminazione di Samira Lui fra le lacrime e lo sconforto di Giuseppe Garibaldi, per il bidello calabrese e Beatrice Luzzi è arrivato il momento della resa dei conti.

L’attrice, che in fin dei conti non è rimasta spiazzata dall’atteggiamento dell’uomo, in quanto ha sempre intuito che da parte di Giuseppe ci fosse un interesse, se non un vero e proprio trasporto verso la bella modella, nei giorni scorsi ha chiesto un confronto. Confronto che si è poi concluso con la dichiarazione del gieffino, ovvero quella di essere innamorato della Lui.

Dopo essersi allontanati, fra Beatrice e Giuseppe nelle scorse ore c’è stato un lungo chiarimento. Il bidello ha chiesto scusa, ma la Luzzi ha fatto un passo indietro, ribadendo più volte un concetto: per lei la loro storia non doveva neanche cominciare.

Ecco cosa si sono detti:

B: un’infatuazione è inevitabile nei confronti di una persona così bella, un’infatuazione, un’ammirazione, una cosa, eccetera. Però alla fine era amore, quindi aveva un valore diverso e secondo me lei ha sbagliato. Lei cosa ha pagato? Ha pagato il fatto che sapendo benissimo di non poterti ricambiare, quando ti ha visto prendere un’altra strada avrebbe dovuto accettare il fatto che tu giustamente incasinato avevi magari chiuso un po’, per un momento, per qualche giorno, per non saper gestire la cosa. Lì lei avrebbe dovuto stare zitta e buona. Lei ha pagato quello secondo me. E niente, diventiamo amici, che ti devo dire. Perché no?  Perché a noi ci hanno fatto vedere il finale nella mistery, in cui abbracciavi, tornavi, piangevi, eccetera eccetera. Però immagino che poco prima le avessi detto qualche cosa.

G: Non le ho detto nulla di particolare.

B: E in confessionale?

G: In confessionale qualcosa l’ho detto.

B: Tutto faceva pensare questo. Tutte le tue ambiguità. Tutte le tue difficoltà. La mistery di ieri, insomma dai.

G: Beh ma è normale.

B: No ma certo. Assolutamente. Immagino quanto ti manchi il tutto, ma insomma si trattava di amore. Perché che tu fossi infatuato o che era ovvio. Qualunque uomo, l’80% si sarebbe infatuato. Poi magari il 50% ci avrebbe fatto un pensierino. Il 20% si sarebbe innamorato. Tu fai parte di quel 20%. Anche loro hanno cercato di farmelo capire. Ma giustamente, anche per lealtà.

Successivamente Beatrice ha aggiunto:

Forse non doveva neanche cominciare la nostra storia, visto che un conto è un’infatuazione, un conto un sentimento.

 

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Il dialogo è continuato per diverso tempo:

G: Ma io dal momento in cui mi sono messo con te mi sono trovato sempre bene. C’è sempre stata un’attrazione, è iniziato anche un sentimento, non lo nego, poi è normale, ci stai insieme, mi piaci. Non vedo tutti i lati negativi che dicono loro.

B: Questi “loro” poi… sono quattro, cinque…

G:  “Loro”, non è che faccio i conti,  i lati negativi io cercato di metterli da una parte e cercare i lati positivi che ho trovato in te.

B: Tu l’altra sera mi hai detto che non ero stata sincera, che avevo cambiato idea, che ero passata di qua e di là.

G: Qualche piccolo difetto c’è.

B: Che non sono sincera non me lo puoi dire.

G: Puoi però non accettare quello che ti ho detto. Non è quello che vedono gli altri. Io ho parlato di me stesso nei tuoi confronti. Da quello che è successo la sera, la prima sera, a quello che è successo dopo tante cose non coincidevano.

B: Va beh comunque se tu pensi che io non sia sincera che cosa… cioè… Tu hai usato quella storia che avevo colpito la tua dignità, i tuoi valori. Retorica… poi hai detto che non ero sincera, che avevo cambiato versione a destra e a manca e in realtà l’avevi cambiata tu. Prima avevi chiesto scusa ma poi in realtà non erano delle vere scuse. Sei tornato là, sei tornato qua….

G: Io ti ho chiesto scusa se mi sono confidato con gli altri. Tu mi hai detto che stavano parlando dei nostri sentimenti. E io per sapere cosa dicevano, cosa hanno detto, sono andato da loro e ho detto “di cosa avete parlato realmente?” Cioè perché poi è normale che se parlano dei nostri sentimenti poi mi metto in ballo anche io e mi incavolo anche io. A loro ho detto che era nata una discussione.

B: Esatto, partiamo da questo. Tu non ritieni che abbiano parlato dei miei sentimenti. Io sì. Già questo dice che abbiamo una visione diversa delle cose. Sfumature. Cogliamo sfumature diverse. E questo già è molto importante per farmi fare un passo indietro. L’altro passo indietro che ho fatto non è solo… c’è questo aspetto, c’è quello del sentimento nei confronti di un’altra persona che non è una piccolezza. E poi c’è la cosa che forse mi ha frenata di più è che io ho sentito che l’alleanza e la complicità, la solidarietà era finita. Cioè ti ho sentito altro. Ti ho sentito fuori. Contro.

G: Non puoi dire ste cose. Perché la complicità ci è stata.

B: Lì non eri più complice, lì non eravamo più complici. Non c’era più una complicità, una solidarietà, un chiarirsi fra due persone che hanno una relazione. Tu eri fuori.

G: Te l’ho detto l’altra sera. Te lo ripeto, alla fine qua da un giorno all’altro ci siamo, non ci siamo, usciamo, restiamo. Per quanto mi potrebbe rimanere del tempo a me qua, dal primo giorno che comunque ci siamo avvicinati, è iniziato un qualcosa. Mi avrebbe fatto piacere condividere questo percorso con te. Nonostante gli sbagli, gli errori, i caratteri, l’orgoglio.

Sia Giuseppe che Beatrice, con il sorriso e senza nessun turbamento, hanno voluto chiarire altri punti. La Luzzi ha anche un po’ preso in giro il ragazzo.

Ecco come è continuato il confronto:

B: Secondo me si poteva chiudere il giorno dopo con l’aereo. Anzi si doveva chiudere il giorno dopo con l’aereo. Con spensieratezza, leggerezza, basta. L’aereo, basta. Invece l’hai fatta lunga da morire. Sì poi sei andato in cucina, hai riaperto i giochi, tutto il processo, le cose.

G: Ma perché in cucina ci siamo messi a parlare io e Max.

B: Sì con altre 15 persone.

G: No, si sono poi uniti tutti gli altri.

B: Si poteva chiudere così e basta. A testa alta? Insomma ho un po’ di dubbi.  Vabbè non hai fatto un figurone in generale. Diciamo la verità. A Giuse diciamo la verità.

G: Che cosa ti vuoi sentir dire?

B: Quindi per te hai fatto un figurone?

G: Mi sono sempre preso le mie responsabilità.

B: Ah, però autocritico il ragazzo!

G: Sbagliate o giuste che siano state. Forse un’altra cosa di cui mi potrei pentire. Che mi dovevo esporre molto spesso forse.

B: Ah una piccolezza. Un dettaglio. Un dettaglio questo.

G: Non è facile. Anzi. Non è assolutamente facile. Bisogna apprezzare comunque.

B: Tra Samira e la Luzzi…

G: Tra Samira e la Luzzi… quindi… non è che…

B: Ti sei trovato un po’ in difficoltà… eh?

G: Eh con due professioniste da un lato… è normale… Sarebbe stato troppo strano non mettermi in difficoltà… troppo strano…

B: Beh ti ci sei messo anche tu diciamo… hai dato del tuo… Ti ci sei trovato. Qualche passo l’avrai fatto anche nella direzione in cui ti sei trovato. Non è che ti ci hanno messo. Tutto sto casino è anche un po’ responsabilità tua no?

G: Certo. C’entro io. Sennò era di chi… Anche se fossi stato un vero giocatore ragionavo più da giocatore

B: Se fossi stato un bravo giocatore, non un vero giocatore.

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