Grande Fratello Vip 5: l’opinione di Chia sulla finale

Chia Marzo 2, 2021

Grande Fratello Vip 5: l’opinione di Chia sulla finale

E andiamoooooooooo! Peppepepepepe, peppepepepepe, a e i o u ipsilon! Premete play e che parta il trenino!

Non provavo un’euforia così incontenibile da almeno un anno, non ho mai fatto un countdown con un pathos del genere manco quando c’era da festeggiare il Capodanno, non bramavo la fine dello strazio con così tanta impazienza nemmeno ai tempi della scuola.

E come San Tommaso non ci ho creduto realmente finché non ho visto le luci della Casa spegnersi davvero e Ilary Blasi lanciarsi col paracadute verso un nuovo disagio nel promo dell’Isola 15, che qua era un attimo che Alfonso Signorini se ne uscisse con un “Vippoooni, tra poco è Pasqua, che volete perdervi la grigliatina con la Contessa e Zia Malgy?“.

Ma è finita, regà, E’ FINITA.

‘Sto Gf Vip 5 è durato il doppio del previsto, ha stremato i suoi protagonisti che nemmeno quelli de La Talpa che si dovevano mangiare i topi arrosto o venivano sepolti vivi pur di superare le prove e ci siamo pure dovuti puppare quasi il quadruplo delle puntate (e dei concorrenti) di un reality normale. Ma il senso di liberazione provato quando la porta rossa si è chiusa dietro ai finalisti e Affonzo è sGomBarso dai nostri teleschermi manco quando suonava la campanella dell’ultimo giorno di scuola, santodddio.

Un’edizione, questa, che nel bene o nel male passerà sicuramente alla storia. Non solo per l’eccessiva durata, il boom di interazioni su Twitter o il numero record di puntate, ma perché in questi sei mesi abbiamo visto un po’ di tutto, letteralmente. Bellissime amicizie che nascevano e amori decennali che finivano, genitori che si facevano vivi dopo anni ed altri fin troppo presenti nella vita dei loro figli, bastardissimi colpi bassi e sorprendenti riappacificazioni, storie mai nate di cui si è continuato inspiegabilmente a parlare per mesi e relazioni vere a cui si è dato spazio solo quando c’era da criticarle, gente che si capiva con un solo sguardo e gente che nemmeno a parole riusciva a farlo, lutti improvvisi che han gettato tutti nello sconforto e nuove vite in arrivo che hanno ridato speranza, nomination inaspettate che han fatto vacillare rapporti in apparenza solidi e inattesi gesti d’affetto tra rivali capaci di sotterrare l’ascia di guerra nei momenti più difficili.

Sicuramente non è stata una passeggiata di salute (mentale, innanzitutto) per chi ha vissuto recluso in quella Casa dall’ormai lontano 14 settembre ad oggi ma nemmeno per noi da fuori, eh.

First of all, non mi mancherà di certo Signorini. Che un conduttore più inadatto e perennemente fuori luogo di lui PierSy non lo poteva mica scegliere. E badate bene che il fatto che non azzeccasse un nome manco a pagarlo (che una volta fa ridere, due ancora ancora… ma alla millesima ha onestamente un po’ rotto i maroni, su! Tornasse alla carta stampata, che lì almeno ci sono i correttori di bozze e non tocca scomodare la De Lellis quando ci si rivolge a Giulia Salemi, santo cielo!) alla fin fine è stato l’ULTIMO dei suoi problemi.

Non solo fin dall’inizio è stato eccessivamente reverenziale con alcuni (EliGreg e la Contessa su tutti) ed inopportunamente perculatorio con altri (citofonare a quel figlio della serva di Andrea Zelletta per conferma, poraccio), ma ci ha regalato picchi di morbosità assolutamente inappropriati per un conduttore che dovrebbe essere super partes, passando dal chiamare in causa la Gregoraci totally no sense in ogni blocco dei Prelemi (che ad una certa stava sbroccando male pure lei, ad essere infilata così a muzzo in dinamiche che non la riguardavano più da almeno tre mesi) allo spingere Rosalinda Cannavò tra le braccia di Andrea Zenga per appagare non solo lo share ma anche il proprio voyeurismo (salvo poi darle dell’attrice quando – a missione compiuta e flirt sbocciato – gli faceva più comodo schierarsi dalla parte di Dayane Mello per tenersi buono i suoi agguerritissimi fan, certo).

Per non parlare del brutto vizio del prode Affonzo di parlare sopra alle persone, mortacci sua. Che già è sordo come una campana, se poi ogni volta che fa una domanda (nemmeno troppo arguta, tra l’altro, che come ha ucciso lui le dinamiche – persino le più basiche – in questi mesi pochi altri al mondo proprio!) a qualcuno manco sta ad ascoltare la risposta e taglia corto dopo dieci secondi, che cacchio gliel’ha fatta a fare lo sa solo lui.

Lui che ha fatto simpatici scherzoni a chiunque, facendo saltare coronarie random ad ogni accenno di ulteriori prolungamenti, ma guai a fare scherzoni a lui che è bastato un topo finto per farlo diventare una iena vendicativa. Lui che da omosessuale è riuscito a regalarci i discorsi più omofobi e qualunquisti dell’edizione, che io ho ancora i brividi per quel “ogni donna sogna di avere l’amico gay per la sua spiccata sensibilità” che nemmeno Salvini avrebbe potuto sfoderare un cliché più imbarazzante (e fortuna che ci ha pensato Queen Stefania Orlando a rimettere il conduttore al suo posto, ricordandogli che stiamo parlando innanzitutto di persone, mica di barboncini che si scelgono al negozio). Più cringe della pubblicità della Nuvenia, più parziale del risultato di una partita durante l’intervallo e più inopportuno della commessa di H&M quando stai solo buttando un occhio in giro, direi che no, Alfonso non mi mancherà di certo.

Ed è davvero assurdo che, stando ai rumor circolati nelle ultime settimane, lui e Pupo sarebbero riconfermati per la prossima edizione mentre Antonella Elia no. Per carità, lungi da me difenderla visto che è la prima ad aver collezionato scivoloni epocali e siparietti decisamente imbarazzanti, ma oggettivamente dei tre è stata l’unica ad aver fatto ciò per cui era pagata, ossia essere pungente, provocatoria e capace di aizzare gli animi (e le dinamiche) nella Casa. E che colei che si è sporcata le mani pur di dar vita a quei beceri catfight che noi amanti del trash tanto bramiamo venga immolata per ripulire ipocritamente la faccia degli altri due inutiloni è tremendo, su.

Non mi mancherà neanche il televoto falsato dai Bot, e tanto meno le guerre tra le frange più fanatiche dei fandom che hanno intossicato un clima già terribilmente compromesso dai ventordici estenuanti prolungamenti. Che se c’è una cosa bella dei reality, l’ho sempre detto, è il poter cazzeggiare sui social in compagnia, dando libero sfogo alla propria ironia che le carriolate di trash tendono a foraggiare con poco sforzo. Ma al Gf Vip 5 erano almeno tre mesi buoni che l’ironia non era più concessa, e al minimo tweet più sarcastico del consentito ti saltavano alla giugulare che nemmeno stessimo parlando di loro parenti stretti tanta aggressività. Maaaaaamma!

A mancarmi non sarà nemmeno la valanga di espulsioni che ha caratterizzato quest’edizione, molte delle quali sicuramente evitabili. Alcune perché sarebbe bastato non provinarli nemmeno, certi elementi di dubbia stabilità che già in passato avevano dato ampia dimostrazione delle proprie doti da mina vagante (che è troppo semplice far entrare nella Casa una Alda D’Eusanio o un Filippo Nardi per poi fingersi inorriditi e dissociarsene con ipocrisia quando se ne escono – perché lo sapete che lo faranno, oh se lo sapete! – con sparate ai limiti della querela, eh). Altre perché onestamente sono state una punizione troppo esagerata, quella di Denis Dosio su tutte. Sarebbe bastato un televoto flash (come hanno fatto – tra l’altro – nell’unico caso in cui col famoso senno del poi sarebbe stato meglio eliminare seduta stante, ma tant’è) e ci pensava poi il pubblico a decidere se un intercalare sfuggito alle tre di notte ad un ragazzino di vent’anni era più grave della sequela di volgarità uscite a nastro dalla bocca della Contessa (quelle nemmeno mai rimproverate, tra l’altro). Chissà se in futuro ci penserà la differita di qualche minuto nella messa in onda del Live ad evitare i camalow che sfuggono qua e là, o se la sfrutteranno solo per tutelare gli intoccabili da scivoloni che potrebbero pregiudicar loro il percorZo

E non mi mancherà sicuramente un programma che fino a dicembre era stato PER-FET-TO, ma che poi per carenza di idee hanno annacquato così impunemente che per settimane sembrava di assistere in loop sempre alla STESSA puntata farcita delle STESSE dinamiche così trite e ritrite che ci han portati a detestare anche quei pochi che ci stavano simpatici, che ormai erano in balìa di un mental breakdown dopo l’altro e hanno finito col macchiare inevitabilmente percorZi altrimenti impeccabili.

Ma in tutto questo disagio, c’è anche qualcosina che mi mancherà, alla fine. Mi mancheranno i duetti tra Tommaso e Stefania, che più la canzone era vintage e più la performance era epica. Mi mancheranno le inconfondibili risate di Maria Teresa Ruta, che manco i delfini in amore raggiungono quei decibel. Mi mancherà la forza con cui Pierpaolo Pretelli e Giulia Salemi hanno tenuto botta a mesi di bordate gratuite. Mi mancheranno le molteplici personalità di Rosalinda Cannavò e pure il bambino interiore di Garko. Mi mancheranno la dolcezza di Andrea Zenga e le meravigliose facce da meme di Francesco Oppini. Mi mancherà la follia di Andrea Zelletta, che ci ha messo un po’ di tempo a venire a galla ma valeva la pena aspettarla. Mi mancherà la giugulare di Matilde Brandi e pure il kiwi di Francescka Pepe. E mi mancherà persino l’incoerenza di Dayane Mello, che nel bene o nel male ha dato vita a picchi di drama che altrimenti ci saremmo sognati, là dentro.

Un’edizione infinita, surreale (cit.) e assolutamente imprevedibile che si è conclusa – inaspettatamente – con il podio migliore che potessi desiderare. Sia Tommaso che Pierpaolo che Stefania si sono messi COMPLETAMENTE in gioco dal primo giorno all’ultimo, facendo uscire il meglio e il peggio di loro senza risparmiarsi MAI. In quella Casa hanno gioito ma hanno anche sofferto, hanno fatto scivoloni ma hanno dato anche prova di grande umanità, hanno sbroccato male ma hanno anche riso come matti, hanno giocato di strategia ma hanno anche stretto rapporti destinati a durare, hanno fatto volare stracci ma hanno saputo quando mollare il colpo. A volte perfidi e cinici, a volte bonaccioni dal cuore tenero, ci hanno regalato tutte le loro mille sfaccettature, dalle più irresistibili alle più irritanti, e il podio se lo sono MERITATO TUTTO.

Sarei stata contenta chiunque di loro l’avesse spuntata, vi dirò, ma a trionfare è stato colui che è riuscito a plasmare su di sé l’intera edizione, e non avrebbe potuto essere altrimenti. Zorzi è stato concorrente, autore, mattatore, conduttore, showman, istigatore. E chevvvelodicoaffa, “non è Tommaso Zorzi del Gf, ma il Gf di Tommaso Zorzi“.

In attesa di vedere chi tra tutti i millemila concorrenti del Gf Vip 5 riuscirà a far fruttare al meglio quest’esperienza oggettivamente – ahinoi – indimenticabile, ora per ALMENO sei mesi non voglio più sentire parlare di Vipponi, grazie.

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