Gué Pequeno si racconta a ‘Vanity Fair’: “Io non credo nella monogamia, né nella sincerità totale. C’è sempre una persona che ti può piacere di più!”. E a proposito del suo rapporto con la droga…

Cosimo Fini, in arte Gué Pequeno, ne ha fatta di strada dal suo esordio avvenuto ben 22 anni fa! Dal palcoscenico dei centri sociali alla poltrona girevole di The Voice of Italy 6, il rapper milanese - noto anche per la sua militanza nei Club Dogo - ha macinato un successo dietro l'altro e come ha raccontato a Vanity Fair la sua più grande paura adesso è proprio quella di perdere quel tocco magico:



L'ho visto succedere anche ad alcuni miei miti. Io tengo duro, anche se non posso competere con i numeri che fanno quelli che piacciono ai teen: Capo Plaza è cinque volte disco di platino ma mia madre non l'ha mai sentito nominare.

Il rap e anche il più recente genere trap appartengono infatti ai giovanissimi:



Quando ero piccolo io c'era la musica zarra, e si ascoltava quella. Adesso c'è la trap che è melodica, ma soprattutto ha tutta la sua estetica. Da cosa dovrebbe essere incantati i ragazzini, da Tiziano ferro e Eros Ramazzotti? O da Sfera Ebbasta che è tutto colorato? Grazie ai ragazzini è diventato accettato e accettabile che nelle canzoni si parli di droga fig*e e soldi. Quando lo facevamo coi Club Dogo, anni fa, ci insultavano. Adesso mi mettono in braccio i figli e mi dicono che sono fan. Il che va bene, perché i bambini fanno muovere il mercato, però se ascoltano roba che non va bene per loro sono un po' ca**i dei genitori, non miei. Questa rivoluzione che c'è stata dimostra che nella vita tutto è possibile: Salvini al governo, un comico che fa un partito, Fedez che pare un genio.

E proprio a proposito del suo personale rapporto con la droga ha raccontato:



La droga per me, non è mai stata un mezzo per stimolare la creatività e non voglio dire di non essere debole, perché invece lo sono. Ma credo di essere stato capace, in qualche modo, di gestire la situazione, diversamente, non saremmo qua a parlarne. Ho tanti amici che non hanno avuto questa fortuna e ora sono in galera, in comunità o sono morti. Non posso dire di avere un rapporto sereno con la droga, ma almeno è ludico. Quando capisco che esagero e perdo il controllo riesco a dire basta.

Il rapper non ha nessun timore di mettersi a nudo, e dopo aver svelato tutte le sue dipendenze non ha nascosto di cercare attraverso il rigore e la disciplina di dare regolarità alla sua vita:

Se non mi drogo e non bevo, allora devo comprare i vestiti oppure devo fare sesso, oppure riempirmi di tatuaggi. Per rimettermi in carreggiata uso la disciplina: svegliarmi presto, fare pugilato. Per me il massimo della rockstar non è lo sballo, ma il controllo.

Gué nella lunga intervista al magazine ha parlato anche dell'esperienza televisiva a The Voice verso la quale inizialmente era molto scettico:

Agli inizi dell'era talent ero diffidente, poi mi è diventato chiaro che per esistere musicalmente o fai rap o partecipi a un talent. Il king assoluto di questa edizione è stato Gigi d'Alessio, ma anche io credo di esserne uscito bene. In questi tempi in cui tutto è fake, io ho portato la mia competenza musicale che è vera. In più ho dimostrato che anche un rapper sa parlare e non dire solo ‘bitch'.

Sul piano sentimentale invece non sembra aver ancora trovato la sua stabilità:

Ho provato varie convivenze ma non ha mai funzionato. Anche pochissimo tempo fa, stavo per fare una famiglia, ma poi non ce l'ho fatta. Perché una donna, a un certo punto e giustamente, si aspetta un impegno che non posso garantire. In più adesso c'è tutto questo controllo: eri online, dove eri, con chi eri. Io alla fine non credo nella monogamia, né nella sincerità totale. C'è sempre una persona che ti può piacere di più, anche solo per una sera, da qualche parte. E non è una questione maschile: le donne sono anche peggio. Lo so per esperienza. Sono stato innamorato quattro o cinque volte ma poi finisce. E poi io faccio questo lavoro che mi fa stare sempre in mezzo ai ragazzi e che mi ha fatto diventare Peter pan: mi piacciono solo quelle giovani. Quando vedo le mie ex compagne di classe che erano i miei sogni erotici, adesso mi sembrano incubi. Penso: bello incontrarsi, ma adesso vai vai spingi il passeggino.

Lui ad un figlio non sembra invece proprio essere pronto:

Mi è capitato di affrontare la brutta esperienza dell'interruzione volontaria di gravidanza. Con il senno di poi mi dico: meglio così. Dei figli penso che possano portare tanta felicità, ma non credo, da quello che ho visto, che riescano a cambiare davvero la vita. Ho amici che ne hanno 2 o 3 e sono peggio di prima, con l'aggravante che devono fare tutto di nascosto dalla moglie.

Da quando il padre non c'è più, il suo unico riferimento è la mamma, che porta spesso in giro con sé:

Mia madre penso sia contenta. La porto dappertutto, faccio un po' il figo: mi piace farle vedere quello che faccio. Lei dice la sua, spesso mi insulta per i testi delle canzoni.

A proposito infine del suo occhio mezzo chiuso per la ptosi palpebrale ha dichiarato:

Non ho mai pensato di correggerla perché è il mio segno distintivo. Su Instagram mi scrivono molte mamme che hanno figli con lo stesso problema e mi chiedono un consiglio, a loro dico sempre: va bene anche così. Io ero un bambino timido, mi prendevano per il c*lo, ma non è stato un trauma. Tra l'altro mio padre aveva un occhio di vetro e grazie a lui ho capito che i nostri sguardi strani erano una cosa bella. Questo inoltre ha fatto sì che io riesca ad osservare molto pure con la coda dell'occhio.

E voi cosa ne pensate delle sue dichiarazioni?