Da quando è diventata mamma della piccola Chloe, la vita di Guendalina Tavassi è stata completamente sconvolta: "La mia giornata? Sempre con Chloe attaccata al seno. Ormai è il mio prolungamento!" rivela lei, che conferma così delle foto che l'hanno ripresa mentre la allattava in un negozio di lingerie a Roma. "Mi ero accorta che c'erano i fotografi, ma urlava e l'ho dovuta attaccare al seno. Mia suocera ha finto di dover comprare qualcosa in un negozio, in modo che potessi sedermi!" e suo marito, l'imprenditore Umberto D'Aponte conferma: "Ormai è un tutt'uno con la piccola, ma la cosa che mi fa impazzire è che non si chiude in casa, è il solito fiume in piena!". Così la gieffina spiega: "Chloe è attaccata 24 su 24 al seno, così ho dovuto imparare a fare tutto con un solo braccio, ho comprato anche una fascia come quelle delle mamme africane. Non vuole mai il biberon, solo me. Le mie giornate sono noiosissime, mi sta facendo impazzire. La notte sembra un rave party e non chiudiamo occhio. La mattina Umberto esce e va a Napoli a lavorare, mentre io rimango con lei. E' meraviglioso avere un figlio, ma io vorrei poter uscire e lavorare". Quando le si fa notare che Michelle Hunziker l'ha fatto, ribatte: "Evidentemente non allatta al seno! Tutti dicono che sia meraviglioso, per me è una tortura! Mi fa ridere quando posto qualche foto su Twitter in cui sono truccata e la gente commenta che non ho niente da fare. Tempo da perdere io? Non solo Chloe non mi dà tempo nemmeno per fare pipì, ma ci si mette anche la mia prima figlia, Gaia". A proposito, Umberto racconta: "Ero preoccupato, perché Gaia è stata per 9 anni da sola, ma Guenda non le fa mancare nulla". La Tavassi precisa: "Umberto mi ha preso una tata almeno per portare Gaia a scuola e per gli impegni pomeridiani. Gaia non fa la gelosa e io le dico sempre che è più bella di Chloe". Il papà invece racconta il suo amore per Chloe: "So già che quando dirà "papà" sarò suo schiavo. Da alcune analisi Chloe era risultata positiva alla fibrosi cistica. Finché non sono arrivati i risultati definitivi che hanno detto che era sana, ho fatto dire un sacco di Messe per lei". "I familiari a Napoli erano disperati! Così ho deciso di mettere all'asta il vestito da sposa di Gai Mattiolo e di dare il ricavato per la ricerca: per me è solo un ricordo nell'armadio, per qualche bambino può fare la differenza".