Il Collegio, dopo Andrea Maggi anche un altro prof commenta la svolta h0t di Maria Sofia Federico: “Ridicola, imbarazzante, da condannare”
Sta facendo molto discutere l’ingresso dell’ex collegiale nell’Accademy di Rocco Siffredi
Giusy Giugno 26, 2023
Nelle ultime settimane sta destando scalpore la svolta h0t di Maria Sofia Federico, ex protagonista della sesta edizione de Il Collegio.
La ragazza, che da poco ha compiuto 18 anni, ha fatto discutere non solo per la sua partecipazione molto sopra le righe nel programma, ma anche per alcune sue esternazioni in merito ad alcuni argomenti. Sui social si è fatta infatti spesso portavoce di alcuni messaggi impopolari, che le hanno causato diverse critiche.
Di recente è entrata nel mirino delle polemiche per aver mosso i primi passi come s3xworker. Da poco, Maria Sofia è entrata nell’Accademy di Rocco Siffredi. Decisione che ha generato molte polemiche e una forte reazione in uno dei prof de Il Collegio: Andrea Maggi.
Dopo le parole di Maggi, sono arrivate anche quelle di Andrea Zilli, prof della settima edizione del programma.
In una lunga mail che ha inviato a Isa&Chia.it, il prof Zilli ha voluto esprimere il suo giudizio su Maria Sofia:
La ragazza ha palesato il suo obiettivo: “Allargare il mio bagaglio culturale” che, a mio avviso, è ridicolo, imbarazzante e da condannare aspramente.
Il professore ha parlato di “allarme sociale”:
Penso che ci siano molte ragioni per parlare di un allarme sociale, che produrrà frutti guasti in futuro visto che, a mio dire, la pornografia rappresenta sempre una degenerazione, a ogni livello e ogni età. Il piacere è presentato in funzione dell’annientamento della donna, il cui ruolo è ridotto a un oggetto nella totale disponibilità dell’uomo.
Zilli ha continuato:
(…) Nella pornografa digitale c’è un tratto di irrealizzato, che talvolta può nascondere una forma di sessuofobia che teme il rapporto affettivo. Quindi appellarsi alla questione educativa è fondamentale e lasciare che ogni responsabilità ricada solo sui genitori significa non tenere conto dei limiti che questo comporta. Spesso è proprio la loro assenza a trasformare un problema privato in un’emergenza pubblica. Domandiamoci se non sia possibile fare qualcosa di più, a livello tecnico o legislativo, per porre dei freni e proteggere almeno i minori.
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