‘L’Isola dei Famosi 14′: l’opinione di Chia sulla finalissima
Chia Aprile 2, 2019
Quella andata in onda ieri sera a L’Isola dei Famosi è stata una finale sottotono che ha chiuso un’edizione decisamente sottotono in un’annata incredibilmente sottotono per tutti i reality Mediaset.
Nonostante la serata fiacca (e i deludenti ascolti ne sono stati lo specchio fedele) il podio non mi è dispiaciuto, vi dirò. Anche perché, tra i cinque finalisti, Marco Maddaloni, Marina La Rosa e Luca Vismara erano gli unici a meritarselo realmente. Tre giocatori, nel vero senso della parola. E ben vengano, in un reality show! Ognuno con la sua tattica e il suo stile, ovviamente, ma nessuno di loro ha mai fatto mistero di aver ben chiaro l’obiettivo e di aver fatto tutto il possibile per conquistarlo, compreso il tentativo di manovrare qualche nomination portando acqua al proprio mulino.
La loro avventura se la sono vissuta appieno, stringendo legami importanti coi naufraghi a loro più affini e dando vita a duri scontri con chi palesemente non sopportavano, ma senza mai cadere in quel cliché trito e ritrito (oltre che falso come Giuda, ovviamente) del “No, figurati, mica per vincere, io sono venuto qui per fare un’esperienza di vita!“.
Sono contentissima del trionfo di Marco, che ha reso perfetta una serata per lui già emozionante visto che solo pochi minuti prima si era inginocchiato davanti alla sua Romina Giamminelli per chiederle la mano, porgendole un anello di fortuna realizzato nei giorni trascorsi sulle spiagge dell’Honduras. E che te ne fai dei diamanti quando al tuo fianco hai un uomo così!
Madre e Jean Claude io li ho trovati deliziosi, de-li-zio-si. Due serpi vere, due personalità che non passano di certo inosservate e due antagonisti perfetti per quella stronzetta snob di Soleil Sorge. E PER FORTUNA che su quest’Isola c’erano loro tre, che ci hanno salvati dalla narcolessia intrattenendoci col loro pungente sarcasmo e un po’ di sana cattiveria che ci sta sempre bene, nei reality. Che a me viene da sorridere quando vedo la gente sui social che si accanisce contro quei pochi che tengono in piedi le puntate, e che gode come un riccio quando riesce a farli fuori al televoto. “Marina è una strega“, “Soleil è presuntuosa“… mica siete sintonizzati su A Sua Immagine, regà, ve ne siete accorti?
Che io vi volevo vedere come ci resistevate 64 giorni appresso ai Riccardo Fogli (un furbetto che metà basta, che solo un intervento di dubbio gusto come quello di Fabrizio Corona poteva far apparire come un povero vecchietto bistrattato, e sono bastate un altro paio di puntate per dimostrarlo ampiamente…), agli Aaron Nielsen (che, per carità, è sicuramente un bravissimo ragazzo ma l’ha ammesso lui stesso che il non prendere mai una posizione è il suo stile di vita) e alle Sarah Altobello (che a me aveva già smesso di far ridere alla seconda pubblicità della prima puntata, altroché. Passi la Gialappa’s Band che per portare a casa gli rvm ha dovuto necessariamente far leva sulle sue fregnacce – o quelle o le immagini di Paolo Brosio che girava nudo col battacchio a penzoloni, non c’erano molte alternative dopo l’eliminazione di Yuri Rambaldi, me sa – ma beato chi ci crede che questa tizia a telecamere spente sta ancora a pensà a Silvio Pellico e quant’è bello lu primmmo ammmore, su!).
Tutta la vita quelli che ci mettono la faccia, nel bene e nel male, senza nascondersi dietro agli altri e senza bisogno di indossare maschere che non gli appartengono (ogni riferimento ai tizi di cui sopra è puramente casuale, s’intende). Marina, Luca e Soleil potranno stare simpatici o meno, ovviamente (io per esempio continuerò a ringraziarli a vita, perché senza di loro avrei gettato la spugna alla seconda puntata, probabilmente), ma che siano stati loro stessi al 101%, prendendosi ogni responsabilità di ciò che hanno combinato negli ultimi due mesi, minchiate comprese, credo gliene si possa dare atto a prescindere dalle preferenze personali, ecco.
Ma torniamo a noi. In una serata fatta di prove immunità sempre uguali da un decennio, sorprese più prevedibili delle tasse (roba che io, se Alessia Marcuzzi mi dicesse che qualcuno “Ci teneva tanto a venire qui questa sera, ma purtroppo non ce l’ha fatta” mi girerei di 180º sulla fiducia, e mi stupirei solo se non trovassi nessuno pronto a farmi cucù alle spalle, per dire) e un’inspiegabile concezione di cos’è un finalista (Luca vince la prima prova immunità e “Sei a un passo dalla finale“, Marco vince la seconda prova immunità e “Sei il primo finalista!“, Marina scampa il televoto e “Complimenti, sei in finale!“… ma qualcuno glielo dice agli autori che in finale ci stavano tutti dalla sigla di chiusura della semifinale di lunedì scorso, e ci diamo pace una volta per tutte santo cielo?), l’unica cosa su cui – almeno a giudicare dallo share di queste dodici puntate – siamo tutti d’accordo è che per fortuna è finita. Basta prove del fuoco da contestare, basta vestiti di Versace che facevano sembrare incinta la conduttrice, basta sbroccate random di Alvin. E’ finita davvero.
Non so voi, ma io auspico che Mediaset si prenda un anno sabbatico dai reality show, faccia prendere una boccata aria ai suoi autori che li vedo un po’ provati e torni solo quando ci saranno davvero delle idee buone su cui costruire dei cast stellari. Perché così gnafamo, eh. E’ dal Grande Fratello Vip 2 che non ne azzeccano una, e io un paio di domande me le farei.
Che Alessia sia una bravissima conduttrice nessuno lo mette in dubbio, e mi sa anche di bella persona, ma è palese che i reality non facciano al caso suo, per gnante. Lei va benissimo per Le Iene, lì è perfetta, ma quando c’è da sguazzare nel trash, aizzare le liti e fomentare le polemicozze c’è bisogno di qualcuno alla Simona Ventura, altroché. Amici produttori, vedete voi che dovete fà.
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