Isola 18: l’opinione di Chia sulla finalissima
Chia Giugno 6, 2024
Se qualcuno là fuori non ricorderà quest’Isola 18 come la più funesta edizione della storia dei reality sarà SOLO perché a salvarla in zona Cesarini ci ha pensato la vittoria del concorrente più educato, generoso, leale e buonocomeilpane che si sia mai visto in tv.
Un trionfo netto, quello di Aras Senol, che ha ribaltato le previsioni dei bookmaker e che ha messo d’accordo tutti.
Sì, è vero, forse non ci avrà regalato grandi dinamiche o quei polemicozzi trash che tanto ci piacciono, e sicuramente in altre occasioni quelli tranquilloni come lui sarebbero stati definiti ‘comodini’, ma non Aras. Perché Aras ha dimostrato – anche a chi come me nei reality solitamente ama vedere il sangue scorrere a fiumi – che si può lasciare il segno anche senza sgomitare, senza parlare alle spalle della gente, senza ordire becere strategie. E che segno.
Mai visto un concorrente più puro e trasparente di lui negli ultimi vent’anni. E’ partito per l’Honduras forte del successo di Terra Amara ma con l’enorme difficoltà di una lingua che conosceva a stento (e per la quale è stato perc*lato manco troppo velatamente in ogni puntata…), e settimana dopo settimana si è fatto conoscere per la MERAVIGLIOSA persona che è.
Ma quando mai si è visto uno che – pur non avendo alcuna colpa – si scusa con la famiglia della sua rivale al ruolo di leader per non averla potuta aiutare nel momento del bisogno perché rimasto anche lui impigliato allo stesso palo a cui si erano avvolte le extension di lei, e senza pensarci due volte le cede la collana? Quando ci ricapita uno che in finale, nel momento di fare un appello ai telespettatori per farlo vincere, anziché provare ad arruffianarsi il pubblico sceglie di celebrare il suo avversario?
C’era stato un unico neo nel suo percorso, la nomination a “mio fratello” Edoardo Franco. Sin da quella quarantena causa Covid che si sono fatti insieme all’inizio dell’Isola era nato un legame molto forte tra di loro, ogni volta che hanno potuto salvare l’altro l’hanno sempre fatto, e quel voto in semifinale mi aveva stranita parecchio. Mi era sembrata una pugnalata alle spalle che da uno come Aras non mi sarei mai aspettata, ma ieri sera lui ha ben spiegato il perché di quella scelta. Ancora una volta a muoverlo non è stata strategia ma l’estrema riconoscenza per Edoardo Stoppa che – salvandolo due volte – gli aveva regalato la finale. E – per quanto sul momento mi sia comunque spiaciuto – non fa una piega.
In un’edizione così oRenda come quella che si è appena conclusa, un pasticcino come Aras non poteva fare che bene al cuore. “Quando torno in Italia io non da solo, io ho tanti amici!” ha detto ieri l’attore. Tanti amici, sì, e sicuramente un’estimatrice in più.
Subito dopo di lui sul mio podio c’era Edoardo Franco.
Molto più giocatore e interessato alla vittoria di Senol, certo, ma altrettanto onesto. Perché mentre tutti nei reality si incensano da soli definendosi “veri e sinceri“, Edoardo è stato uno dei pochi a dimostrare di esserlo DAVVERO. Anche a rischio di risultare impopolare. Non si è mai nascosto dietro un dito, non si è mai schierato coi più forti (anzi, si è apertamente dissociato da qualsiasi gruppetto), non ha mai fatto il ruffiano. E quegli occhi lucidi che aveva quando ha abbracciato il vincitore dicevano più di mille parole.
“Ho messo in gioco le mie paure e le mie fragilità e sono riuscito a vincerle, e questa è una figata. Mi do un abbraccio da solo!“. E fai proprio bene, Edo. Grazie per aver reso questa martellatasuimar0ni quest’Isola un po’ meno stucchevole e fake, grazie davvero.
Al terzo posto, sia per me che per il televoto, Edoardo Stoppa. Sembrava essere il predestinato alla vittoria (e glielo hanno fatto credere manco poco, sia i naufraghi che per due mesi l’hanno trattato da intoccabile riservandogli le frecciatine subdole solo sul finale, sia dallo studio dove hanno sempre sbrodolato per lui lodi a profusione) e la delusione per non essere riuscito a spuntarla si è letta tutta sul suo volto.
Ma, al netto delle strategie che comunque ci stanno in un gioco, che lui sia davvero una gran bella persona io lo penso sul serio. E quando riabbraccerà quella famiglia splendida che ha costruito con Juliana Moreira tutto il rammarico che s’è visto ieri sera diventerà sicuramente solo un ricordo.
Ad Alvina Verecondi Scortecci va riconosciuto di essersela vissuta con leggerezza, a Samuel Peron di essersi dato sempre da fare, ad Artur Dainese – checché ne dicano gli altri – di essere stato più coerente di molti di loro. Che la scelta di sfidare non il più debole ma chi meno gli piaceva non so quanti di quelli che gli han puntato il dito contro l’avrebbero fatta…
Tirando le somme, in conclusione, un’edizione tutt’altro che indimenticabile. Molte le cose che non hanno funzionato, dalla conduttrice troppo faziosa ai cambi random di programmazione che sicuro non aiutano a fidelizzare il pubblico fino ai più sfacciati doppiopesismi (c’è chi ha ricevuto abbracci persino dal suo macellaio di fiducia e chi s’è dovuto accontentare di mezza clip buttata lì a caso, c’è chi è entrato in studio scendendo la scalinata tra gli applausi scroscianti del pubblico e chi è già tanto se è stato salutato, e potremmo andare avanti così a lungo ahinoi…).
Ma se sbagliare è umano, e può capitare a chiunque, fare da scaricabarile è diabolico. E onestamente ho trovato imbarazzante che PierSy – anziché fare mea culpa perché “non scegliamo i concorrenti per fare casino” è decisamente il presupposto PEGGIORE quando si vuole imbastire un reality che funzioni – abbia scaricato ogni responsabilità del flop sui naufraghi perché “non è il format che è arrivato alla frutta. Qui è stato sbagliato il cast, che non è venuto bene da nessun punto di vista“.
Aridaje, ma allora è un vizio! Non pago di aver demonizzato il cast del Gf Vip 7 (dopo averlo sfruttato per tre quarti di stagione, però…) mo è il turno di quei poracci dell’Isola 18 di fare da capro espiatorio dell’insuccesso.
Eh no, stellina. Troppo facile così. A parte che per dire che “il lavoro fatto all’Isola non mi ha soddisfatto, quello al Grande Fratello sì!” dopo quella roba indecente che è andata in onda per sette mesi ci vuole coraggio. Ma poi voi fate partire un reality una settimana dopo che è finito quell’altro, gli cambiate il giorno della diretta ogni straca**o di settimana, castrate le dinamiche più succose sul nascere… e poi la colpa è tutta del ‘cast sbagliato‘?
Per carità, non ci saranno stati nomi di particolare richiamo o personalità dirompenti, ma gli ingredienti c’erano lo stesso. Il buonista, la lingua biforcuta, il parac*lo, la furbetta, il tizio che trama nell’ombra, la ruffiana… c’era tutto, sulla carta. Semplicemente non lo si è saputo far fruttare.
E bisognerebbe semplicemente ammetterlo, con un pizzico di autocritica (e di onestà intellettuale soprattutto). Perché è troppo comodo, oltre che ingrato, scaricare ogni responsabilità sui naufraghi. Specialmente perché lì in mezzo c’è gente, a partire da Aras, che avrebbe meritato ASSOLUTAMENTE di meglio che partecipare alla vostra edizione fallimentare. Fidatevi.
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