Keep Calm and Love Coach: L’amore e l’innamoramento

Ho appena finito di vedere la punta speciale di 'Uomini e Donne' dedicata alle tre nuove coppie nate in questa prima fase di stagione (Come dite? Le coppie sono quattro? Davvero? Chissà perché una me la dimentico sempre…) e non posso fare a meno di notare una cosa. Che bello l'amore, che meraviglia quando cammini tre metri sopra al cielo, quando ti volano le farfalle nello stomaco e tutto ti sembra meraviglioso. Ecco, a vedere Clarissa Marchese, Federico Gregucci, Mario Serpa, Claudio Sona, Riccardo Gismondi e Camilla Mangiapelo nei loro post scelta credo che nessuno possa dire che non siano tutti tanto innamorati. Il punto, però, è che sono sì innamorati, ma l'amore è un’altra cosa.



Mi spiego meglio: l'innamoramento è quella spinta micidiale, quella forza misteriosa che ti fa davvero percepire il mondo in maniera diversa. E' qualcosa di totalizzante, intenso, ma anche relativamente breve. Eh già, perché ogni giorno che passa l'innamoramento cede il passo all'amore che è un sentimento completamente diverso, meno devastante, ma più solido. Il mio amico psicologo Ivan dice che la prima fase - quella della cosiddetta Luna di Miele, del "dammi tre parole, sole cuore, amore" - non dura mai più di un anno, un anno e mezzo al massimo, poi deve necessariamente arrivare l'amore, quello vero e con la A maiuscola, e per quello ci vuole tempo. E se questo passaggio non avviene è perché nel rapporto c'è qualcosa di fondo che non va nel verso giusto. Io quanto dura con precisione l'innamoramento non lo so, ma sono sicura che in fondo tutti i torti il mio amico non ce li abbia.

Come Love Coach ho notato che molti rapporti entrano in crisi quando si attraversa proprio la fase di passaggio tra l'innamoramento e l'amore: a volte non si comprendono i segnali, magari si scambia la minore necessità di passare ogni singolo minuto insieme con mancanza di interesse, oppure le basi per un rapporto più forte e soprattutto maturo semplicemente non ci sono.



Mi fa strano, perciò, che quasi tutte le coppie che escono dal programma di Maria De Filippi dopo pochissimo tempo già parlano di convivenza, ma soprattutto di figli. Perché se probabilmente è fisiologico che due ragazzi che abitano lontano vogliano trascorrere più tempo insieme e l'andare a convivere forse può essere la migliore soluzione, lo stesso non vale per il discorso pargoli.

Sono mamma da otto mesi e vi posso dire con certezza che l'arrivo di un neonato dentro casa ha lo stesso effetto di una bomba. E' la cosa più bella del mondo, vero, ma allo stesso tempo tutti gli equilibri di una coppia saltano e si deve costruire qualcosa di nuovo, lo stress è enorme ed è importante conoscersi, amarsi e rispettarsi nel profondo.



Penso di non aver pronunciato così tante volte la parola divorzio come nei primi giorni di vita di Penelope. Mi ricordo che il primo giorno a casa ero crollata una mezz'oretta sul letto, quando mi sono alzata a casa mia faceva un caldo infernale: mio marito - ispirato da mia suocera - aveva deciso che la piccola avesse il raffreddore, ma ovviamente non era così. Siccome per loro era troppo piccola per ammalarsi hanno nel seguente ordine: acceso i riscaldamenti, acceso l'aria condizionata calda, chiuso tutte le finestre e messo mia figlia sotto la copertina. Ora considerate che tutto ciò accadeva il 6 maggio, che noi viviamo a Napoli (dove quando fa freddo ci sono tipo 12 gradi, immaginatevi la temperatura in primavera inoltrata) e che proprio quella mattina la neonatologia ci aveva raccomandato di non coprirla troppo. Non mi dimenticherò mai le facce perplesse di mia madre e mia sorella, ma soprattutto quella di Penelope che era paonazza e palesemente provata. Se avessi tardato solo di un altro paio di minuti probabilmente l'avrei trovata bollita e pronta per essere servita a cena. Il giorno dopo - sempre approfittando di alcuni miei riposini e con la complicità della madre - mio marito si era convinto che mia figlia avesse sempre fame. Morale della favola a fine giornata, quando conto le poppate sul diario, ne trovo tipo 12, e infatti la bambina mi sembrava giusto un attimino satolla.

Ecco, a ripensare a questi momenti oggi mi viene da ridere, ma all'epoca - con l’aggiunta degli ormoni impazziti in circolo e della mancanza assoluta di sonno vero - non l'ho presa proprio bene e se il mio sentimento non fosse stato più che solido, se non avessimo già vissuto e superato molte prove, forse non avremmo retto.

Certo, ci sono coppie che si conoscono, colpo di fulmine, tre minuti dopo fanno un bambino e poi vivono per sempre felici e contenti ma questa è un'eccezione, non la regola. Così, come se fossi una vecchia zia, mi sento di consigliare a Clarissa e Federico di andare con calma, che sono giovani e hanno tutto il tempo del mondo di stare insieme, di crescere come persone e come coppia, di mettersi alla prova, di realizzarsi prima di pensare ad avere un figlio… perché i bimbi sono tanto tanto belli, ma pure otto ore filate di sonno hanno il loro fascino!

Per altri consigli di cuore, e non solo, vi aspetto come sempre su ChezMadeleine (che potete visitare cliccando QUI) e sulla mia pagina Facebook (che trovate QUI). Per le mamme, invece, l'appuntamento è su ChezMaman (QUI)! Alla prossima, Madeleine H.