Di recente un'ex concorrente de La Fattoria è al centro in una vicenda giudiziaria poiché la sua avvocata l'avrebbe truffata.
Stiamo parlando di Randi Ingerman, nota per aver recitato nel secondo capitolo di Sotto il vestito niente e Il grande inganno di Jack Nicholson. Inoltre, ha partecipato nel 2006 al reality La Fattoria.
Il legale Serena Grassi avrebbe ingannato più volte la modella e attrice americana naturalizzata italiana. Nello specifico, le ha fatto credere di aver avviato e vinto alcune cause. Anche attraverso la creazione di provvedimenti giurisdizionali falsi. Tali cause, però, o non esistevano o erano state perse. Ciò è quanto emerso dal racconto di Luigi Ferrarella che, sul Corriere della Sera, ha riportato:"Tranquilla", diceva l’avvocatessa alla sua cliente attrice Randi Ingerman. "Abbiamo vinto la causa contro la banca. E il Tribunale civile di Milano in questa sentenza ti ha riconosciuto 277.000 euro di risarcimento". "Tranquilla", assicurava l’avvocata alla 56enne showgirl alle prese con problemi personali. "Adesso abbiamo trascinato in giudizio anche una clinica. Ed è messo bene pure un ricorso all’Inps". Peccato fosse vero niente. Perché (nei migliori di questi casi) le cause nemmeno erano avviate. E (nei peggiori invece di questi casi) le cause intentate davvero dalla legale erano perse. Ma per nascondere la realtà l’avvocata - secondo i magistrati che ora ne chiedono il processo - le mostrava apparenti sentenze del Tribunale. Che però erano contraffatte.
Per la Grassi, dunque, la Procura di Brescia ha disposto il rinvio a giudizio. Contestate le ipotesi di patrocinio infedele e di falso per avere arrecato danno alla sua assistita.
In passato la Ingerman aveva raccontato di star attraversando difficoltà economiche legate a una temporanea disoccupazione. In più, nel 2023 all'interno del salotto di Verissimo, aveva rivelato a Silvia Toffanin di soffrire di "improvvise crisi epilettiche". Che avrebbero contribuito all'interruzione della sua carriera professionale. Come spiegato dall'attrice, le crisi sono emerse a seguito di due lutti. Cioè la morte della figlia del fratello, appena nata, e quella del fratello, morto per overd*se di antidepressivi. La Grassi avrebbe dunque approfittato della vulnerabilità della sua assistita, che l'ha accusata di "avermi prospettato un risarcimento del valore di 227 mila euro, di avermi fatto credere di avere vinto un ricorso contro l'Inps e di aver trascinato in giudizio una clinica [...] Io avevo la certezza di disporre del denaro delle cause vinte. E mi comportavo di conseguenza".