‘La porta rossa’, domani al via la seconda stagione e il protagonista Lino Guanciale si racconta a ‘Ciak magazine’: le sue parole!

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Dopo il successo di Non dirlo al mio capo 2 e L'Allieva 2, Lino Guanciale è pronto a tornare sul piccolo schermo per la seconda stagione de La porta rossa!



I nuovi episodi della fiction di Rai Due - campione d’ascolti nel 2017 e riproposta in replica nelle scorse settimane - saranno ancora più esplosivi di quelli precedenti, e come promette l'attore di Avezzano al portale Ciak magazine non mancheranno sorprendenti colpi di scena:

L’intreccio è più impegnativo, e il gioco si fa più appassionante rispetto alla prima stagione. Anche se non mancherà il calore sentimentale della prima serie, la seconda stagione sarà meno mélo, ci sarà più giallo. È una scommessa forte in direzione dei grandi format internazionali più centrati sull’investigazione e sul pericolo. Se è possibile, regia e fotografia sono ancora più ambiziose e sperimentali. Quando andranno in onda i nuovi episodi tutto il cast riprenderà il filo diretto con i telespettatori attraverso i social media della serie: spiegheremo le scene clou, commenteremo le puntate in diretta.



Le avventure del commissario fantasma Leonardo Cagliostro ripartiranno 6 mesi dopo gli eventi della prima stagione, e Lino ne ha anticipato i tratti essenziali:

Cagliostro impara a usare con più forza i suoi poteri e si scontra con fantasmi agguerriti. Il suo rapporto con la medium Vanessa (Valentina Romani, ndr) diventa sempre più importante. Vuole scoprire chi è Jonas (Andrea Bosca, ndr), lo spirito guida che gli è stato vicino in maniera ambigua nella prima stagione. E poi i poteri forti cittadini arrivano a influenzare il corso della giustizia nel processo sulla sua morte, mettendo a repentaglio la vita di Anna e della loro figlioletta appena nata.



Interpretare il fantasma Cagliostro, che non ha eguali nella fiction italiana, non è stato facile per l'attore e per farlo si è dovuto documentare molto anche ispirandosi ad attori internazionali e personaggi letterari:

Nella prima stagione era più parente di alcuni personaggi di Dostoevskij, come Mitja Karamazov, perché era sempre impegnato a dolersi e stupirsi della sua condizione. Ora si è fatto una ragione del fatto di essere morto: mi sono ispirato di più al personaggio interpretato da Stellan Skarsgård nella serie BBC River e anche al personaggio di Matthew McConaughey nel primo True Detective.

Questa è stata davvero una stagione d'oro per Guanciale: dal successo di ascolti riportato dalla seconda stagione de L'Allieva e di Non dirlo al mio capo, al tutto esaurito registrato nei teatri con le sue opere After Miss Julie e La classe operaia va in paradiso.

Lino infatti ha un amore viscerale per il teatro e non ha mai pensato, nemmeno per un momento, di abbandonarlo per la tv:

La mia nota particolare d’attore è proprio questa: sono arrivato alla televisione essendo molto radicato nel sistema teatrale del nostro paese. E non l’ho mai lasciato, al prezzo di non dormire più: in questi anni è stato come aver condotto due o tre vite insieme.

E sia in teatro che in televisione Guanciale riesce ugualmente ad essere amato e apprezzato da grandi e piccini:

I pubblici sono diversi, ma è un errore pensare a questa differenza in termini sciovinisti: uno non è migliore dell’altro. C’è bisogno di artisti che spazino da un lato all’altro del fiume. Il pubblico nuovo è un bene per il teatro, a patto che non venga deportato solo per il nome di interesse in cartellone. Bisogna consentire al pubblico nuovo che arriva di fare formazione. Con gli attori dell’Emilia Romagna Fondazione abbiamo fatto per i ragazzi, laboratori, cinquemila ore di incontri, corsi di linguaggio teatrale, storia di teatro partnership con le biblioteche. I risultati si vedono, e il modello è replicabile in altri ambiti.

E voi cosa ne pensate? Vi piace come attore?