Le Iene, Nicolò De Devitiis racconta come mai è finito in ospedale: “Erano decenni che non mi capitava”

Dopo il video degli scorsi giorni, l’inviato del noto programma di Italia 1 ha raccontato cosa gli è successo

Rossella Luglio 23, 2024

Le Iene, Nicolò De Devitiis racconta come mai è finito in ospedale: “Erano decenni che non mi capitava”

Nicolò De Devitiis, noto inviato del programma televisivo Le Iene su Italia 1, ha recentemente condiviso con i suoi follower un momento difficile della sua vita. Il giovane giornalista è stato ricoverato in ospedale a causa di una grave polmonite. La notizia è stata inizialmente comunicata tramite TikTok e successivamente su Instagram, dove Nicolò ha pubblicato delle foto dal suo letto d’ospedale, indossando una maschera dell’ossigeno e con la flebo al braccio. Nonostante il grande spavento, De Vitiis ha voluto rassicurare tutti con un messaggio positivo.

Qualche giorno fa, De Devitiis ha pubblicato un video su TikTok in cui spiegava la sua condizione di salute e il motivo del suo ricovero. La risposta dei fan non si è fatta attendere: tantissimi messaggi di preoccupazione e supporto sono arrivati da ogni parte. Nicolò ha deciso di aggiornare ulteriormente i suoi follower con un post su Instagram, accompagnato da una foto dal suo letto d’ospedale. Nel post, l’inviato ha raccontato l’accaduto:

E alla fine è capitato. mi sono dovuto fermare. il corpo me l’ha imposto. ero su un set a registrare una pubblicità, sudavo freddo, ma finisco e torno a casa: 40 di febbre. Erano anni, decenni, che non mi capitava. Per qualche giorno continua febbre e tosse, così, prima di dover andare a presentare un evento a Napoli, per scrupolo (nun-se-sa-mai) vado a farmi una visita (troppe poche volte accade con questa vita che facciamo, dovremmo farlo molto più spesso) dal mio pneumologo. Neanche faccio in tempo a entrare: “mm questo fiato così corto? facciamo subito una tac.”. Eccallà. Poco dopo esco: polmonite grave (ve la dico male: tutti abbiamo un indice di polmonite che oscilla tra i -5 e 5, io lo avevo a 212 (azz.).

Ha proseguito poi il giornalista:

Così mi fermo. In questi giorni di clinica e riflessione forzata nel mio letto ho avuto modo (più del solito) di riflettere, pensare e sono arrivato a una conclusione. La gente, citando il Jova, mormora (e mormorerà sempre) ma noi dovremo farla tacere esclusivamente praticando l’allegria, sempre. Grazie a tutti quelli che ci sono stati e che sono e saranno sempre con me. Grazie anche a voi per il supporto, vi sento e vi ho sentito molto vicini, più del solito. (e grazie a tp le persone che sono state vicino con me notte e giorno, apprezzando anche gli sbalzi d’umore del toradol e non solo..!) Grazie speciale anche ai dottori, operatori sanitari e ragazzi, che in questi gg si sono presi cura di me e hanno sopportato la mia cassa con la musica sparata h24 e di aver cantato con me, so che vi mancherò.

Infine Nicolò ha voluto ringraziare tutti per il supporto:

Sono stati 8 giorni strani, ma belli, che tutto sommato ci volevano. credo che niente accada mai per caso. Ora me ne torno a casa dove proseguirò la terapia per altri 10gg. Il più è fatto, grazie per tutto l’affetto arrivato da ogni parte. Non so cosa siamo, ma siamo qualcosa vi voglio bene.

 

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