Scrive una lettera a Maria De Filippi e poi si suicida: la tragica storia di Donatella Hodo

Maria De Filippi, a sua insaputa, ha ricevuto una richiesta di aiuto da parte di una donna che si è tolta la vita circa quattro mesi fa, inalando gas dal fornelletto in cella.



Donatella Hodo, una 26enne di origini albanesi, prima di suicidarsi nel carcere di Montorio, a Verona, aveva scritto una lettera alla conduttrice Mediaset chiedendo il suo aiuto. Poche ore fa il Corriere della Sera ha pubblicato il contenuto della missiva indirizzata alla moglie di Maurizio Costanzo.

Il quotidiano ha anche riportato fedelmente il testo di un'altra lettera, con la quale Donatella ha chiesto perdono al fidanzato:



Leo scusami, ti amo ma non ce la faccio più ad andare avanti...

La giovane donna aveva dapprima scritto alla De Filippi, nella speranza di essere chiamata a C’è posta per te.



Ciao Maria, ti scrivo questa lettera per raccontarti la mia storia e per chiederti aiuto. Mi chiamo Donatella Hodo, ho appena compiuto 26 anni, sono di origini albanesi ma sono cresciuta in Italia. Ora purtroppo mi trovo nel carcere di Montorio, sono finita qui perché ho avuto un’infanzia e un’adolescenza difficili con tanti problemi, non ho avuto la forza di reagire e mi sono buttata nella droga. Maria ti prego, ti chiedo di aiutarmi, voglio uscire fuori da tutta questa situazione, voglio smettere con la droga, voglio finire con il carcere, ma ho bisogno di qualcuno che mi dia una possibilità...

Donatella ha così concluso il suo disperato appello:

Ho 26 anni, ho ancora una vita davanti, voglio sistemarmi, avere un futuro, riprendere i rapporti con la mia meravigliosa famiglia... Oggi ho la voglia, il coraggio di voler cambiare, voglio ricominciare e lasciarmi tutto alle spalle, ho bisogno di un aiuto, di trovare un lavoro... Voglio vedere gli occhi di mia madre piangere nel vedermi realizzata e non perché sta soffrendo per colpa mia..Maria, te lo chiedo con il cuore in mano, se hai qualche possibilità di aiutarmi a scontare fuori dal carcere, poi starà a me dimostrare che ce la voglio fare... io ti chiedo di aiutarmi, di darmi una possibilità, so fare tante cose e soprattutto ho ritrovato la voglia di vivere, di recuperare gli anni persi, voglio smetterla di distruggermi con le mie mani. Ora ti saluto, ti mando un abbraccio e aspetto la tua risposta con tutto il cuore.

Un pensiero, infine, anche al piccolo Adam, il figlio che le fu portato via a 21 anni:

Nessuno mi stava aiutando, così mi hanno rimessa in carcere e portato via il piccolo. Volevo morire... perché non mi hanno mandata in comunità con il mio piccolo angelo, perché invece mi hanno spezzato il cuore così? Ogni giorno, ora, mi chiedo dov’è, come sta, di che colore sono i suoi occhi. E mi sento in colpa per non aver potuto fare niente per lui... non potrò mai dimenticare, mai.

Purtroppo questa lettera non arrivò mai alla conduttrice, probabilmente perché la donna aveva sbagliato l’indirizzo. La missiva è quindi tornata al suo indirizzo di casa a Verona, dove l’ha ritrovata il padre Nevruz dopo la scomparsa della figlia, prendendo la decisione di renderla pubblica.  

Le parole di Donatella hanno indotto un magistrato della Sorveglianza, il giudice Vincenzo Semeraro del Tribunale di Verona, a chiederle "scusa per non averti capita".