Il 29 aprile 2011, alle ore 14.05 circa, il conduttore Lamberto Sposini cade a terra pochi minuti prima della diretta di uno speciale de La vita in diretta. Ci vollero più di 40 minuti prima che l'ambulanza arrivasse e lo portasse all'ospedale Santo Spirito, dove il reparto di neurologia è chiuso da un anno. Quando la Tac evidenzia emorragia cerebrale, Lamberto viene trasferito al Policlinico Gemelli, dove viene operato e per fortuna si salva. Ma dal momento del malore all'operazione al Gemelli sono passate più di 4 ore, 28 telefonate al pronto soccorso e diagnosi sbagliate. A questo si appella la causa promossa da Francesca Sposini e Sabina Donadio, rispettivamente la primogenita e l'ex compagna del giornalista, che rappresenta anche la figlia Matilde, ancora minorenne. "Abbiamo richiesto il risarcimento del danno perché c'è stato un ritardo nel soccorso e secondo i nostri periti, questo ha comportato un danno permanente molto più grave di quello che ci sarebbe stato se l'operazione fosse stata svolta subito: in questo modo l'emorragia si è allargata provocando un'invalidità permanente" spiega l'avvocato Domenico D'Amati. Il Tribunale, però, ha respinto la domanda di risarcimento e ha stabilito che la Rai non è responsabile. "Io non intendo accettare questo giudizio. Sento che ho il dovere di andare avanti: per lui, per mia figlia, a costo di arrivare alla Corte di Strasburgo. Per correttezza devo leggere la motivazione della sentenza, poi parlerò" dichiara Sabina, che, nonostante si sia rifatta una vita sentimentale, ha sempre condiviso il calvario di Lamberto. "E' una vita che va conquistata e ricostruita ogni giorno: qualche giorno fa, ad esempio, è caduto e si è fratturato un omero. Ha dovuto interrompere la riabilitazione rallentando e complicando tutto. Lamberto è stato ed è un papà speciale, perché la malattia non gli ha impedito di dare a nostra figlia tutto l'amore che ha dentro. Questo motiva tutte le mie scelte e i miei comportamenti: Matilde è molto legata a lui. Purtroppo vede meno i nipoti, i figli della primogenita Francesca, perché vive lontano da lui. La sua quotidianità è fatta di Matilde e i pochi amici che sono rimasti vicini. Sarebbe bello se lui potesse avere vicini anche gli amici. Ma dopo quattro anni, non mi va più di fare battaglie in questo senso: se non c'è il desiderio di stare con Lamberto, non posso farci niente. Non posso certo obbligare la gente! Mi rendo conto che è difficile stare vicino ad una persona malata: lui non è più lo stesso. Un grumo di sangue di 7 centimetri per quattro ore ha lasciato dei segni. Quando dico che ora sta meglio, è vero, ma il pubblico non deve pensare che possa tornare in tv domani".