La storia de L'Isola dei Famosi, arrivata quest'anno alla sua undicesima edizione, ci insegna che a trionfare sono sempre (o quasi) i concorrenti più tranquilloni, quelli che - a prescindere dal loro grado di notorietà prima di prendere parte al reality, che di solito però non è molto elevato - trascorrono i giorni in Honduras senza dare troppo nell'occhio, tenendosi lontani dalle polemiche, non aderendo ad alcuna strategia di gruppo e sedando le liti tra i concorrenti invece che prendervi attivamente parte. In questo modo difficilmente finiscono in nomination (e quando per qualche strano motivo - come per esempio il risultato di una prova in diretta - capita che ci finiscano, hanno sempre la meglio perché il pubblico televotante è più concentrato a sbattere fuori gli antipatici che a dar retta a loro) e, settimana dopo settimana, arrivano dritti dritti alla finale che li vede trionfare mettendo un po' tutti d'accordo. E' successo l'hanno scorso con Le Donatella, si è ripetuto quest'anno con Giacobbe Fragomeni.
Io sono contentissima che a spuntarla sia stato il pugile milanese che, come spesso ribadito dagli opinionisti (e in particolare da Mara Venier che da qualche settimana si era fatta sua strenua promotrice), ha avuto così la sua occasione di riscatto da un passato particolarmente difficile, dove è stato solo grazie allo sport se la droga e l'alcol non hanno avuto la meglio su di lui. Un primo posto meritatissimo a fronte di un percorso bello, pulito e senza ombre.
Un bravo ragazzo, un buono, come i suoi occhi lucidi ci hanno spesso raccontato. Se c'è una cosa di lui che mi è piaciuta un po' meno, però, è stato il non prendere mai una posizione, il non esporsi più di tanto preferendo stare seduto in un angolino in silenzio che dire la sua opinione di fronte al resto del gruppo. C'è chi un atteggiamento simile lo assume per strategia, nel suo caso penso sia solo per estrema bontà, ma rimane il fatto che in generale nella vita preferisco caratteri più forti che hanno un'idea precisa e non si fanno problemi ad esprimerla chiaramente e a portala avanti, anche contro tutti se necessario. Tutto qui.
A salire sul podio insieme a Giacobbe sono stati Jonás Berami e Mercedesz Henger, e a me non ha potuto che fare strapiacere per loro. Un trio meraviglioso di persone belle, ma belle davvero.
L'ex tronista di Uomini e Donne per settimane ha dovuto vedersela con chi gli remava palesemente contro, chi cercava di metterlo in cattiva luce appigliandosi ad esternazioni dubbie pur di farlo passare come il cattivone di turno, lo stratega, quello che gli italiani li detesta. Ma grazie al cielo non tutti sono boccaloni, e qualcuno dotato di un cervello proprio in questo Paese c'è ancora. Certo, l'episodio di cui si è reso protagonista in settimana non ha deposto a suo favore, e tanta aggressività non va mai sostenuta né appoggiata. Jonás ha sbagliato, è palese a tutti, e per questo si è più volte scusato anche nella diretta di ieri sera. Quello che dovrebbe essere chiaro ai suoi accaniti detrattori, però, è che nella vita sbagliamo TUTTI, che i santi stanno solo in paradiso, l'importante è rendersene conto ed agire di conseguenza. Ma chissà perché tutta la gente che in questi giorni era fomentatissima nel richiedere a gran voce l'eliminazione dello spagnolo dal gioco non ha avuto la stessa foga quando ad andare muso a muso con un altro concorrente, senza per altro poi scusarsi, era stata Paola Caruso... Ah, la coerenza, questa sconosciuta.
Per me Jonás rimane una bellissima persona, ricca di umanità e generosità (mi è rimasto molto impresso il momento in cui, durante la semifinale, Alessia Marcuzzi dopo una prova ricompensa aveva annunciato la chiusura del collegamento con i naufraghi, e le immagini dei momenti immediatamente successivi ci hanno mostrato lo spagnolo correre verso Marco Carta per dividere gli spaghetti che il cantante sardo non aveva potuto mangiare essendo in quel momento al televoto contro Giacobbe), che mi ha colpito per l'estremo affetto che lo lega alla mamma Victoria e al fratello Francisco, che ieri guardava quasi con venerazione quando in studio gli ha fatto un'inaspettata sorpresa. Un bravo ragazzo come magari ce ne fossero, e il suo folle amico Bosco Cobos per me rimarrà sempre il vincitore morale di questa edizione, che ha innegabilmente contribuito a rendere più viva e colorata.
La piccola Memi ha pagato sin dall'inizio il prezzo di avere due genitori così ingombranti come Eva Henger e Riccardo Schicchi (ma chissà perché lei è stata definita dai buonisti come 'degna figlia di sua madre' mentre l'anno scorso Rocco Siffredi veniva dipinto quasi come un eroe nazionale... il solito triste maschilismo imperante...) ma secondo me ha fatto un'Isola meravigliosa, dando il massimo nelle prove come nelle attività quotidiane e sapendo creare dei forti legami di amicizia che, sono convinta, dureranno anche a telecamere spente.
Paola Caruso, non l'ho mai nascosto, di settimana in settimana mi ha fatto sempre meno simpatia. E gran parte della colpa è stata della produzione che sin dalle prime puntate ce l'ha voluta propinare in ogni salsa, in ogni luogo ed in ogni lago descrivendola come povera vittima degli insensibili cattivoni. E si sa, più cercano di inculcarmi in testa quale strada seguire, a quale moda adeguarmi, più io prendo la direzione opposta. La Caruso l'ho sempre vista molto egoista, molto proiettata verso la vittoria, molto costruita in ogni sua esternazione a favore di telecamera. L'unico momento in cui si è mostrata estremamente vera è stato quando ieri sera a sorpresa le hanno fatto trovare fuori dagli studi il suo cavallo Cappuccino: lì era davvero lei, senza maschera e senza filtri, più interessata a sbaciucchiarsi il suo amore peloso che a rientrare in studio per farsi inquadrare. L'incredibile potere degli animali. In quel momento mi è proprio piaciuta. Magari fosse stata sempre così in questi 59 giorni, l'avrei sopportata con meno fatica.
A Gracia De Torres, la quinta classificata, vorrei fare una statua alla pazienza. Per settimane è stata bistrattata da tutti, riempita di buuu pilotatissimi dallo studio, lasciata nel dubbio sulle sorti della sua storia col fidanzato Daniele Sandri. Anche ieri sera, durante il loro romantico incontro, sono riusciti a deriderla imperterriti. Ma lei non ha perso il sorriso e ha ringraziato tutti, quando io al posto suo avrei probabilmente sbranato qualcuno per l'ignobile disparità di trattamento riservatale. Perché mi dovete spiegare che ha fatto di male questa ragazza per prendersi tutte quelle critiche, onestamente. Ha portato avanti un'avventura pulita, lineare ed assolutamente coerente. Simona Ventura e Paola Caruso non le facevano simpatia? Le ha sempre votate, punto, non facendosi influenzare dagli applausi che arrivavano per loro dallo studio e fregandosene di andare contro le cocche degli autori. Ma tanto di cappello agli attributi, porca miseria.
Per altro durante le prime puntate tutte queste critiche nonostante le sue nomination Gracia non le riceveva mica, come la Caruso non riceveva tutte quelle ovazioni e quei complimenti. Quando gli autori hanno iniziato a far partire applausi o fischi a comando da parte del pubblico in studio, anche la gente da casa come un gregge di pecoroni è andata nella stessa direzione che gli veniva manco troppo velatamente suggerita. Oh, complimenti per l'autonomia di pensiero, che ve devo dì.
Le emozioni, ieri sera, non ce le hanno regalate solo i finalisti, comunque, ma anche la telefonata di Maria De Filippi ad un Marco Carta con gli occhi pieni di commozione, e il video messaggio della mamma di Cristian Gallella, con la quale l'ex tronista ha espresso il desiderio di voler ricucire i rapporti da lungo tempo allentati una volta finito il reality. La vicinanza con Marco, che i genitori non li ha più, gli ha fatto capire quanto sia importante godersi il loro affetto finché possono stare a fianco a noi, e il Gallella che mette da parte il suo famigerato orgoglio per fare un passo nei confronti di mamma e papà mi ha guadagnato mille punti. Grazie a Marco, che è riuscito nel miracolo.
La palma del momento più ridicolo della serata va invece all'esultanza del gruppetto composto da Simona Ventura, Stefano Orfei e compagnia bella alla proclamazione del vincitore. Gente che Giacobbe sull'Isola non se l'è MAI filato che festeggia euforica la sua vittoria, non tanto perché davvero contenta che abbia avuto la meglio in quanto legata da vero affetto nei suoi confronti, ma piuttosto perché in realtà l'unica cosa che gli interessava davvero era che non fosse Jonás a spuntarla. Tristi, siete proprio tristi. Giacobbe ha guadagnato la medaglia d'oro, ma Jonás si è meritato quella d'argento oltre che l'affetto del pubblico. A voi, che siete stati eliminati nel '15-'18 perché nessuno vi poteva reggere oltre, rimane giusto un po' del fieno di Cappuccino. ¡Buen provecho!