"Il mondo di Jonathan è dove ci sono gli affetti, dove ci sono le paure, dove c'è il rispetto per la mamma, dove c'è la voglia di bambini: è lì che io gioco. Il mondo di Jonathan è dove ci sono le stelle!"
Dev'essere proprio un posto bellissimo, il mondo di Jonathan Kashanian, se ieri sera, durante la nona puntata de L'Isola dei Famosi 13, solo facendocene sbirciare un angolino è riuscito a regalarci emozioni tanto intense e devastanti.
Quando ha descritto l'importanza della mamma, del papà e dei pranzi domenicali con la propria famiglia mi sono rivista a pieno nelle sue parole, quando ha raccontato la sensazione che prova nel ritrovarsi single a 37 anni senza essersi mai sentito dire "Ti amo" mi si è stretto il cuore, quando ha ridimensionato questa loro avventura in Honduras affermando che se non si espone e non battibecca non è tanto per astuzia quanto perché la sua Isola è altro ho capito che mi piacerebbe proprio tanto se alla fine fosse davvero lui a vincere.
In un programma come questo, dove si passano 40 minuti a litigare ferocemente per un cocco sottratto furbescamente nella notte, che qualcuno riesca a non perdere il lume della ragione, a ricordarsi quali sono le cose davvero importanti nella vita e a sfruttare un'esperienza del genere non tanto per aumentare i like su Instagram quanto per trarne gli insegnamenti migliori, quelli di cui fare tesoro per il futuro, è già una grande cosa.
Che poi parliamone di sto litigio per il cocco che Marco Ferri ha "rubato dalle scorte del gruppo", cioè. Per carità, capisco che la fame sia brutta brutta brutta e che non faccia piacere a nessuno dei naufraghi pensare che qualcuno degli altri possa fare il furbetto a discapito del resto del gruppo, però che cavolo! Manco si trattava di un cocco da mangiare, ma era uno di quelli verdi da cui al massimo si può trarre un po' di acqua... Che era quella pantomima, nemmeno si fosse ingozzato l'intera scorta di riso settimanale?
Per quanto gente come Alessia Mancini o Amaurys Perez non mi dispiaccia, bisogna essere oggettivi: la pesantezza. La pesantezza, santo cielo. Marco non si sarà distinto per correttezza, in questa occasione, ma si è subito scusato e per farsi perdonare è andato in spedizione nella radura per poi tornare con otto cocchi verdi in cambio di quell'unico che aveva sottratto. Direi che gliela si poteva far passare, no?
Seppur io comprenda che una piccolezza in un reality come l'Isola possa diventare un problema insormontabile - vuoi per la mancanza degli affetti, vuoi per la fame che ti fa sragionare, vuoi perché si tratta pur sempre di un gioco ed è normale che i protagonisti attuino le loro strategie per arrivare alla finale - ho trovato il montare un caso attorno all'errore di Ferri una mossa proprio triste, ecco.
Il figlio del calciatore dell'Inter era già in evidente difficoltà, fisicamente deperito come nessun altro lì dentro e rimasto ormai solo dopo che tutto il suo gruppetto era stato decimato. Girare il coltello nella piaga per una boiata, consapevoli che si trattava di una boiata, non m'è piaciuto per niente, su.
E non è tanto un discorso di tattiche di gioco, di "quei cattivoni di Alessia e Amaurys che si accordano per eliminare il gruppetto rivale". Perché, parliamoci chiaro, se non fosse scoppiato il canna-gate e se Francesco Monte non fosse stato praticamente costretto a ritirarsi, segnando così anche il destino di tutti gli altri amici suoi, probabilmente anche questi ultimi avrebbero fatto il possibile per decimare i loro antagonisti. E probabilmente ci sarebbero anche riusciti, visto che l'ex tronista era dato come favorito alla vittoria finale sin da quando erano iniziati a trapelare i primi nomi del cast. E' il gioco, e lo sappiamo. Destino ha voluto che Eva Henger facesse scoppiare il disastro, e il corso delle cose è cambiato, tutto lì.
Il discorso è che secondo me che uno voglia arrivare in finale e voglia vincere ci sta, ma la differenza la fa il come ci si arriva all'ultima puntata. E tra una Francesca Cipriani completamente sconvolta dall'arrivo di Valeria Marini, una Bianca Atzei che in versione piccola fiammiferaia è tanto noiosa quanto poco credibile, un Simone Barbato che non si sa che santi abbia in paradiso (ma sulla terra gli fa abbastanza gioco la nonna Pellegrina e quel gossip sull'inesistente flirt con Elena Morali) e un Franco Terlizzi che tra uno spottone e l'altro della Gialappa's Band qualche sfondone riesce comunque a tirarlo, a me non dispiacerebbe se a spuntarla fosse proprio Jonathan.
O al massimo Nino Formicola, che non l'avrei mai detto ma mi fa cappottare dalle risate. E, soprattutto, ha capito esattamente come funziona sto programma.