Luca Ward: “L’Italia non è un Paese per giovani. E ai miei figli consiglio di andarsene via da qui!”
Edicola Gennaio 7, 2015
Le grandi fiction faranno presto ritorno su Canale 5 e in Le tre rose di Eva 3 ci sarà ancora Luca Ward, ora anche al fianco di Vittoria Belvedere con Tutti insieme appassionatamente al Teatro Sistina di Roma: “Il Sistina è un punto di riferimento importante per chi fa questo mestiere, un grande motore per la cultura di questo Paese. Mentre in Italia molti teatri chiudono, il Sistina ha dato una sferzata d’energia a tutto il Paese, grazie al periodo di rilancio che sta vivendo. Il mio personaggio, il Comandante Georg von Trapp, è realmente esistito. I tedeschi lo volevano con loro, ma ebbe il coraggio di rifiutarsi, perché contrario alla guerra. Il rigido e austero vedovo ritrova l’amore grazie a Maria, il cui arrivo è provvidenziale per lui e la sua famiglia. Il mio personaggio torna a credere nella famiglia. In un’epoca come questa, dove tutte le certezze sono crollate, la centralità della famiglia è diventata fondamentale e sacra. Oggi più che mai siamo circondati da molti conflitti, dove muoiono molti bambini e non sempre i media raccontano questi tragici eventi“. Quanto alla sua attività d’attore, Luca commenta: “La recitazione aggrega: quando ero piccolo, i miei compagni sapevano che facevo tivù e mi chiedevano consigli su come pronunciare le battute quando c’erano le rappresentazioni a scuola. Il teatro aggrega, non crea competizione. Spesso, invece, nello sport, più che il sano antagonismo, viene raccomandata la cattiveria, ed è sbagliato. Io ho tre figli e per quanto mi riguarda, non faranno mai certi sport: penso al calcio, che non è più quello di una volta. Preferisco il rugby o la pallanuoto, che uniscono: anch’io sono stato pallanuotista“. Infine, notando che sulla scena c’è anche la figlia di Vittoria Belvedere, quando gli si chiede se pensa all’eventualità di recitare con i suoi figli, l’ex naufrago dell’Isola dei famosi risponde: “No, ho fatto l’attore da bambino e so quante responsabilità comporta. Preferisco spezzare questa catena, i miei figli faranno altri mestieri. Auguro loro un futuro altrove, non in un’Italia che non c’è più. I miei nipoti risiedono all’estero e cambiano lavoro con facilità, lo ritrovano in un paio di giorni. Da noi è impossibile. La mia prima figlia vive in Messico e fa l’istruttrice subacquea. All’estero si vive di talenti, qui no. E pensare che questo lo abbiamo insegnato noi al mondo!“.
Fonte: Vero
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