Forte forte forte, il nuovo talent show ideato da Raffaella Carrà, è arrivato alla finale, alla quale ha avuto accesso, tra gli altri, anche Marco Martinelli. Il ragazzo, proprio come l'ex concorrente di Amici Pasquale Di Nuzzo, non è un volto nuovo per il pubblico: l'anno scorso, infatti, ha partecipato a The Apprentice, il reality in cui Flavio Briatore elegge il manager che potrà lavorare per lui. "Nella mia vita ho fatto sempre tantissime cose ed ho sempre avuto una grandissima passione per il canto. Però non mi sono mai sentito adatto a partecipare ad un talent musicale. Ho una buona voce, ma non sono un cantante: ci sono persone che sono migliori di me a livello vocale. Così, quando ho saputo che c'erano i provini per un programma che raccoglie tutte le discipline, mi sono candidato immediatamente. Qui si balla, si canta, si intrattiene e per me è una bella palestra che mi permette di migliorare la mia abilità. In passato, tra l'altro, ho lavorato in radio e fatto animazione" dice lui. Allora, quando gli si fa notare che c'è poca attinenza con The Apprentice, Marco risponde: "E' vero, non c'è collegamento apparente tra i due programmi. Anzi, possiamo dire che il collegamento sono io! Scherzi a parte, lo scorso ottobre ho preso la Laurea Magistrale in Biotecnologie e nel frattempo stavo facendo i provini per Forte forte forte. Per tornare a The Apprentice: io sono appassionato di business solo in funzione alla sua utilità sociale, non per la speculazione scientifica in sé. Così ho scelto di partecipare al programma dopo 4 mesi alla Cornell University: lì, negli Stati Uniti, avevo guardato la versione americana del programma e mi aveva appassionato molto. Arrivato in Italia, quando ho saputo che che esisteva una versione italiana, mi sono candidato. Lavorare con Briatore? Mica male per il curriculum di un ragazzo di 23 anni! Io sono dell'idea che nella vita bisogna seguire tutte le strade, assecondare tutte le passioni e tutti gli interessi. Da piccolo volevo fare l'archeologo, poi lo scienziato e infine il cantante. Nella vita si possono fare più cose, senza la presunzione di poter fare tutto e farlo bene, ma comunque con competenza. Si può essere carota, ovvero fare una sola cosa ma andando in profondità, o cipolla, ossia espandersi orizzontalmente e arricchiti da più strati, come mi sento io. Ho più competenze diverse e questa è la mia filosofia di vita". Quando gli si chiede però dove si è trovato meglio, confessa: "Qui: a The Apprentice ero il più piccolo e avevo meno esperienza degli altri, anche se sono arrivato fino alla settima puntata. In quel contesto, che è stato comunque molto formativo, ho comunque imparato molto. Nell'ambito artistico mi sento più a mio agio: per me cantare è liberatorio e mi libera dalla negatività. Se a The Apprentice avevamo tutti un unico obiettivo, a Forte forte forte ognuno ha un messaggio individuale da lanciare". Infine, inevitabile il confronto tra i due Big fondatori dei due talent, Flavio Briatore e Raffaella Carrà: "Briatore mi ha colpito per il sarcasmo e la sua ironia. Vedendolo lavorare, ho capito come e perché ha fondato il suo impero. Mi è piaciuto conoscerlo perché è una persona brillante e con un forte senso critico della realtà. Quando ho visto la prima volta Raffaella era circondata da un'aura di luce bianca. Dietro le quinte ci aiuta, è protettiva e ci trasmette la sua esperienza e mi trasmette molta energia. Dopo questo programma, mi piacerebbe fare qualcosa nella conduzione. Adesso sono più completo e per questo non posso che essere grato ai giudici e ai coach che mi hanno aiutato dietro le quinte".