Marco Mazzoli svela di aver avuto una grossa litigata con il capo degli autori durante l’Isola 17: il motivo

Marco Mazzoli, vincitore della diciassettesima edizione de L’Isola dei Famosi, terminata lunedì 19 giugno, nelle scorse ore si è intrattenuto con i suoi fan in una diretta sul suo profilo Instagram.



Lo speaker radiofonico de Lo Zoo di 105 ha promesso ai suoi follower di raccontare per l'ultima volta tutto quello che è accaduto in Honduras, per poi non tornare più sull'argomento:

Oggi sono un po' più a posto di testa. Un po' più tranquillo. Sto realizzando un po' tutto. È stato veramente allucinante. Una roba inspiegabile. Mi avete scritto in privato di raccontare retroscena. Una volta che lunedì rientro con Lo Zoo non ho voglia di tediare nessuno con ancora L'Isola e l'esperienza che ho vissuto. Perché basta insomma. Sono stato via due mesi dalle cose che amo di più, che sono mia moglie e ovviamente Lo Zoo, quindi direi che ora di Isola possiamo chiudere con questa diretta. Un'esperienza da una parte straordinaria, dall'altra una roba che non farei mai più. Proprio mai più!



Durante la chiacchierata, Mazzoli ha confessato di aver avuto una grossa lite con il capo degli autori, che sarebbe poi quello che viene chiamato "Lo spirito dell'isola". Il motivo? Marco voleva lasciare il gioco, ma gli autori non glielo permettevano perché stava funzionando:

Quando sei lì, dopo una settimana che capisci il meccanismo, te ne vuoi andare. Io me ne volevo andare. Invece no, non potevo. A un certo punto ho iniziato a litigare con il capo degli autori che è un po' il capo del programma. Quello con cui interagisci una volta a settimana alla fine della puntata. Il famoso spirito dell'isola, io gli dicevo "voglio andare a casa". "No, tu hai firmato un contratto devi stare qua. Tu e Paolo state spaccando e dovete restare qua".



"Non stiamo facendo niente", dicevo. E lui, "no, no dovete rimanere qua". Io ho fatto di tutto all'inizio per cercare di scappare. Volevo tornare a casa e questi non mi portavano via. Io sono esploso. Vi siete persi una mia esplosione che per fortuna non hanno mandato in onda. Mamma mia, una roba! Proprio il vero Mazzoli!

Quando ho capito che non potevo andarmene, poi è venuta mia moglie, la Stefy di Paolo  e ci hanno detto "guardate che state andando bene, dovete stare qua". E io, "ma stiamo andando bene cosa?  Cosa sto facendo? Non sto facendo niente". Ero io a sopravvivere su un'isola. Non capivo cosa arrivava a voi. Io mi rompevo i cog***i tutto il giorno. Alla fine dopo la quinta settimana ho dovuto per forza lasciarmi andare. Tanto ho una data di scadenza, prima o poi finirà questa roba. Una prova veramente incredibile per una persona come me che vive la vita a mille e si trova ad andare a 50 all'ora.

Nel corso della diretta, Mazzoli ha raccontato il disagio provato:

La testa che inizia a rallentare. La cosa che mi ha spaventato di più. Non riuscivo più a parlare come sto parlando adesso. C'era come un ritardo fra il mio pensiero e quello che usciva dalla mia bocca. Questa sensazione l'ho provata fino alla fine. Mi rimbombava sempre la mia voce nelle orecchie. Ho avuto la pressione per la maggior parte del tempo 60/90 che è bassa. Quando è arrivata la Stefy a trovarmi mi è arrivata a 120/80. Per il resto stavo sempre giù. Se mi alzavo di colpo vedevo tutto nero. Mi girava la testa.

Il vincitore del reality show ha anche spiegato come era il rapporto fra i naufraghi e la troupe. Un rapporto praticamente inesistente:

Noi avevamo due troupe al giorno che ci raggiungevamo con questo barchino. Erano composte da sei persone in totale. Una troupe aveva un operatore, che è il cameramen, un autore che segnava tutto quello che veniva detto e quello con il microfono. Erano due squadre. Stavano con noi dalla mattina fino al tramonto più o meno. E non ti parlavano. Noi eravamo tre o quattro a parlare e avevi un cameramen che ti riprendeva e fra loro si chiamavano operatore, autore e audio.

Non sapevamo i loro nomi. Indossavano un cronografo girato al contrario e noi non sapevamo che ore fossero. Ci basavamo un po' a caso. Se tu chiedevi a queste persone "scusate che ora sono", loro ti facevano spalletta. Qualsiasi cosa chiedevamo non ci rispondevano. E praticamente questo tutto il giorno.

Poi arrivava il notturno, si scambiavano. Era un ragazzo con la telecamera con cui anche lì non potevi comunicare. Non c'era nessun tipo di comunicazione. L'unica cosa che facevano gli autori è che parlavano con te quando dovevi fare il confessionale. Lì ti facevano delle domande e tu rispondevi. Quella era l'unica interazione che c'era fra di noi. Io ho scoperto i nomi di alcuni l'ultimo giorno. Altrimenti non c'era verso di parlare con queste persone.

Marco Mazzoli ha continuato a raccontare la vita che ha vissuto sull'isola:

Quindi tu sei da solo, con immaginate nove persone, verso la fine eravamo in nove, che tu non hai scelto, la metà ti stavano un po' sui cog***ni e tu a un certo punto dei imparare a convivere. Non c'è alternativa. L'ultima isola sulla quale eravamo, quella piccola, la più bella, era lunga 100 passi e larga 45. Basta, fine. E più o meno è sempre stato quello lo spazio vitale che avevamo. Io ovviamente avevo la mia zattera insieme a Paolo, Andrea, Fabio. Tutti i maschi si sono messi a costruire la zattera che avevo vinto e quindi abbiamo usufruito di quella per fare qualche fuga ogni tanto ma alla fine la vita era tutto il giorno vedere le stesse identiche cose e più o meno ripetere sempre le stesse identiche situazioni. Una rottura di c***o  impressionante.