Marco Mazzoli svela se dopo la vittoria all’Isola 17 parteciperà ad altri reality, poi aggiunge: “Una cosa interessante che nessuno sa è che…”

Marco Mazzoli ha vinto la diciassettesima edizione de l'Isola dei Famosi. Dopo i festeggiamenti, durati un'eternità, è tornato alla vita di tutti i giorni. Difficile rimettersi in carreggiata, dopo aver sofferto la fame, il freddo, la stanchezza fisica e psicologica.



Sul suo profilo Instagram ha svelato, senza peli sulla lingua, cosa ne pensa dell'esperienza fatta e se la rifarebbe mai. "Assolutamente no", ha detto categorico. Prima di tutto ha spiegato che a convincerlo a partire, è stato il suo compagno di avventura, poi infortunato, Paolo Noise:

Sono qui a rispondere un po’ a tutte le domande che mi sono state fatte in questi giorni, ma anche per sfatare alcuni miti perché ovviamente c'è sempre qualcuno, qualche hater, che deve inventarsi delle minchi*te che non hanno veramente senso. Però è giusto chiarire. Intanto voi sapete che io ho sempre denigrato i reality show e li ho sempre massacrati, soprattutto l'Isola dei famosi, perché ho sempre sostenuto che di famoso non ci fosse nessuno.



Ci sono andato non per mio volere ma per volere di Paolo Noise, il mio collega, perché ci avevano proposto quattro anni fa di fare Pechino Express e abbiamo rinunciato. Paolo voleva fare un'esperienza con me indimenticabile, l'anno scorso hanno insistito a farci fare l'Isola ma io ho rifiutato e poi quest'anno hanno insistito. Paolo m'ha detto “dai, facciamo sta roba tanto volendo si può uscire quindi se ci rompiamo le palle o ci stiamo male molliamo il colpo”. Così doveva essere, ma in realtà non è andata così.

Marco ha accusato particolarmente le critiche ricevute, soprattutto quelle legate ad un suo possibile favoreggiamento da parte di Mediaset:



Questo anche per rispondere a quelli che dicono che sono un parac*lato. Ma che senso avrebbe, cosa gliene frega a Mediaset di avere un suo “dipendente”? Perché non lavoro per Mediaset io lavoro per una società americana ma a prescindere, cioè, faccio un programma sulle reti Mediaset, cosa gliene frega a loro? L'unico motivo per il quale non mi facevano uscire - perché io volevo scappare da lì fino alla quinta settimana - era perché io e Paolo stavamo portando tanti ascoltatori nuovi attraverso il mio programma radiofonico che ha una fanbase di quattro milioni di persone più o meno.

Quindi potete immaginare un programma televisivo come l'Isola che ormai è arrivato alla diciassettesima edizione ed è sempre stata in calo, avere una fanbase più grossa gli faceva gola. Quindi quando io ho iniziato a cercare di scappare - non sto scherzando, io veramente ho provato ad andarmene in ogni modo lanciando appelli, utilizzando la mia parola d'ordine che era “mi manca l’Averna” e che in teoria avrebbe dovuto far scattare mia moglie e l'amministratore delegato di Radio 105 per tirarmi fuori, ma vedevo che nessuno rispondeva e lì io sono andato nel panico… diciamo che fino alla quinta settimana io veramente ero disperato.

E' entrato poi nel vivo del game, descrivendo nel dettaglio le condizioni assurde in cui si trovava:

È stato un incubo, una roba insopportabile, non ce la facevo più e poi quando Paolo è stato male, mi ha chiesto di rimanere lì. Ormai avevo fatto così tanto, ero a metà strada e ho provato a fare questo famoso clic e ovviamente poi, il mio obiettivo a quel punto era quello di vincere. Grazie al cielo ce l'ho fatta, è la verità. Allora tante persone mi avevano detto: “ma vedrai che poi ti danno del cibo, vedrai che poi ti passano le cose sottobanco”. Tutte caz*ate ve lo posso garantire. Noi avevamo da mangiare 40 grammi di riso a testa al giorno, che è veramente la robina così. Finché non c'era il fuoco per alcuni due settimane non si poteva cucinare niente perché ognuno aveva il suo. Inizialmente eravamo divisi in tre tribù, non c'è altro da mangiare.

C'è il cocco: il cocco nella prima isola non si poteva prendere sugli alberi perché non c'era. Quindi ci davano più o meno dieci cocchi a settimana. Poi ci hanno spostato su un'altra spiaggia dove invece gli alberi di cocchi c'erano, ma era vietato prenderli. Però io sono sincero, ogni tanto li rubavamo di notte con un bambù. Poi bisogna pescare, io non mangio pesce non mangio carne, comunque di pesce ne hanno preso pochissimo. Avremo pescato in tutto cinque pesci, ma piccolini. Nessuno ti passa niente, non ci sono favoritismi sull'Isola.

I problemi psicologici, a  detta sua, sono insorti ancora prima della partenza:

Una cosa interessante che magari nessuno sa è che noi prima di entrare all'Isola abbiamo fatto quattro giorni in un resort - chiamiamolo resort - ci hanno fatto compilare un plico di 600 domande a testa, domande che fanno gli psichiatri. Poi veniva una volta a settimana, se non sbaglio, il sabato una persona a fare dei colloqui personali, per sentire un po’ come stavamo psicologicamente. Perché c'erano dei problemi psicologici a un certo punto.

Ragazzi, voi immaginatevi di dover abbandonare tutto ciò che amate: dai vostri cari, al vostro telefonino, non avevamo uno specchio. Cioè, io mi rispecchiavo nel mestolo che avevamo. Ovviamente tutto sballato. Ma tu per due mesi e una settimana, nel mio caso, non hai uno specchio. Non hai un armadio, quindi, non è che tiri fuori i vestiti che vuoi. E non hai il frigorifero, non hai una doccia, non hai un lavandino. Ti lavi i denti con quest'acqua schifosa.

Io e tanti altri abbiamo sofferto di pressione bassa, massima 90 minima 60. Ero praticamente un palloncino sgonfio. Facevo fatica a portare dietro il mio corpo. Il fatto che io abbia perso 16 kg, insomma, dimostra che non è che ti regalano niente sull'Isola. Dopo la quinta settimana iniziano a portarti mezza bottiglietta di plastica di proteine liquide. Una al giorno, la mattina. Poi dalla sesta in poi te ne portano due, mattino e sera. E dalla settima in poi ne prendi tre quindi mattino, pomeriggio e sera. Veramente, saranno 160 calorie per bottiglietta cioè nulla. Dopo un po’ ti abitui.

Lo staff, ha raccontato Marco, è completamente estraneo a loro e non potevano nemmeno conoscere i nomi degli addetti alle riprese:

La cosa brutta è che perdi completamente il contatto con tutto. Hai quotidianamente delle troupe intorno, inizialmente erano tre al giorno, poi diventano due man mano che se ne vanno gli altri concorrenti. Queste troupe sono composte da: autore, così si chiamano, autore operatore e audio. Quindi tra di loro non si chiamano per nome perché non vogliono che tu sappia come si chiamano. Non ti parlano, tranne quando sei in confessionale perché ti fanno delle domande ma solo l'autore, gli altri due non hanno autorizzazione a parlarti se ti parano vengono cacciati. Se tu gli di che ore sono loro ti fanno spallette, come per dire non te lo posso dire.

Una cosa che non rifarei mai più. È stata un'esperienza che mi porterò dietro per tutta la vita. Adesso che ho finito e che sono uscito posso dire anche piacevole, perché ti metti a dura prova fisicamente. È veramente difficile. Io non sono uno che piange facilmente, io piangevo sempre perché, quando sei debole così inizi a diventare veramente molto sensibile. A me mancava mia moglie, mi mancava la mia casa mi mancavano i miei affetti, il mio lavoro, la radio. Sei costretto a vivere per due mesi e passa con delle persone che insomma non è che ti piacciono tutte. E alcune persone ti piacciono, ma sono poche. Io ho creato un piccolo gruppo con cui mi sento ancora, si litiga sei nervoso, sei stressato, hai fame ed è veramente una grossa prova fisica.

Almeno per il momento, per Mazzoli sono banditi i reality show:

Non c'è niente di finto guarda, io lo direi, lo sapete. Nessuno mi ha paracul*to ovviamente se ho vinto è soprattutto grazie agli ascoltatori. Vinci attraverso il televoto, se hai una grande fanbase come l'ho io è ovvio che, se agevolato. Ho vinto per quel motivo lì poi non so se ho vinto anche perché ho fatto una bella performance. Io ho cercato di essere me stesso, diciamo che come ho raccontato più volte a un certo punto dopo una bruttissima partenza perché io veramente volevo andarmene, ho iniziato a lasciarmi andare e a tirar fuori il vero Marco e accantonare quello più aggressivo che conoscete bene se mi ascoltate in radio. Se volete sapere se lo rifarei no, mai più nella vita, mai. Se lo sconsiglio? non lo sconsiglio, è un'esperienza che sicuramente ti rimane dentro per sempre. Se amo i reality show e ne farò altri? No, mai.