Da sempre protagonista di battaglie ideologiche e polemiche a sfondo spesso politico, Marina Ripa di Meana è salita solo ora per la prima volta, a 74 anni, sul palcoscenico teatrale, come protagonista de Il congresso degli arguti, uno spettacolo in cui interpreta un vento, la Tramontana. Sulla scena, Marina si muove tra statue millenarie che si lamentano dell'incuria della loro città, dispensando saggezza. "L'idea è venuta alla regista Anna Rita Cammerata. Ci eravamo conosciute quando mi feci incatenare per protestare contro la chiusura dell'ospedale San Giacomo di Roma. Lei, talentuosa autrice, vedendomi così agguerrita, nonostante la mia malattia che mi porto appresso da anni (un tumore al rene sinistro diagnosticato nel 2002), ha immaginato me su un suo set. E' rispuntata anni dopo, con un'idea. Io non ero sicurissima di volermi impegnare su una cosa che non avevo mai fatto. Alla fine, per venirmi incontro, il ruolo è stato cucito su misura per me: e dunque interpreto la Tramontana, che si muove sul palco con grandi strascichi di tulle azzurri e scambia provocatorie riflessioni con delle statue che stanno a lamentarsi, ma in maniera troppo...statica. Ci sono stati mesi di contatti e ripensamenti prima che accettassi il ruolo. Non mi vedevo sul pezzo. Fino a quando non ho ascoltato in tv la storia di una donna che si era sottoposta alla stessa operazione dell'attrice Angelina Jolie, ossia si è fatta asportare le ovaie per prevenire un tumore. Le hanno chiesto se aveva avuto paura e lei ha risposto che avrebbe voluto piangere tante volte, ma le lacrime alimentano il male. Il sorriso e la gioia, invece, sono state cure potentissime. E allora ho pensato che avrei potuto trovare anch'io conforto in una commedia dove avrei riso e fatto sorridere". Nonostante sia autrice, scrittrice, regista, stilista e opinionista tv, la nobildonna ha spesso lamentato una pensione non adeguata. Quando le si chiede se questo nuovo lavoro potrà aiutarla, lei risponde: "Sì, prendo circa 600 euro, ma voglio dire che non mi sono mai lamentata del mio tenore di vita. Ognuno in famiglia contribuisce con quello che ha e mio marito ha altre pensioni. Diciamo che vivo in una 'stentata agiatezza'. Ma non si butta niente!". Tornando alla commedia, invece, racconta l'esito delle prime date: "E' andato bene, anche se c'è ancora da lavorare. Vi racconto un aneddoto: la sera in cui recitavamo al Teatro Quirino di Roma, la regista è venuta a cercarmi in camerino e proprio perché non sono un'attrice, si è pure sfogata contro la categoria: 'Gli attori, più sono grandi, più sono capricciosi. Per fortuna ci sei tu: grande, ma disponibilissima. Ti ringrazio davvero" ha detto. Le ho risposto con un sorriso: 'Aspetta dieci minuti...'. Infatti le avevo combinato uno scherzetto: durante la prima rappresentazione a Sorrento non mi ero riconosciuta nel testo. Ero persino tentata di non presentarmi a Roma. Così, ho passato tutto il weekend a riscrivere la mia parte, senza dire nulla a nessuno. Leggendo un testo di Marco Travaglio, ho inserito delle sue riflessioni nei miei monologhi. Ad esempio sul Giubileo: si può festeggiare anche senza andare a San Pietro, ognuno nel suo piccolo, con gesti d'amore. La Tramontana ha proposto questo e il pubblico, a giudicare dagli applausi, ha apprezzato. La regista ha fatto buon viso a cattivo gioco!".