MasterChef è senza dubbio uno dei programmi di punta di Sky: la sfida tra cuochi amatoriali inchioda agli schermi molti telespettatori ed è giunto ad una quarta edizione, conclusa poco fa con la vittoria di Stefano Callegaro. Con lui in finale, la 26enne casertana Amelia Falco e il 21enne milanese Nicolò Prati. "E' stata la voglia di mettermi in gioco e testare il mio livello in cucina confrontandomi con gli altri a farmi partecipare. I complimenti delle persone che ti vogliono bene sono più facili, sentivo che era arrivato il momento di essere giudicata da tre veri giudici!" dice Amelia. "La mia passione per la cucina ha fatto tutto; ho fatto i casting per gioco e puntata dopo puntata sono andato avanti" ha detto invece Nicolò. "In passato non ho avuto il coraggio di far sì che la mia passione diventasse una professione. Lo trovavo un lavoro totalizzante. Ad un certo punto, però, ho capito che non ero felice di non essere uno chef. I miei famigliari mi hanno incitato a seguire il mio sogno" rivela il vincitore. E la famiglia ha avuto un ruolo importante anche per gli altri: "I miei famigliari erano felicissimi, ma non mi hanno mai messo alcuna pressione e mai avrebbero creduto che sarei arrivata fino alla fine" ha detto l'unica donna del gruppo, mentre il più giovane ha rivelato: "Si sono messi a ridere, dicendo 'Non ti prenderanno mai'!". E infatti, tutti e tre dedicano la loro finale alla propria famiglia, oltre che a tutti coloro che li hanno sostenuti. Quando si chiede loro se avevano seguito le edizioni precedenti, Amelia risponde: "Le ho seguite tutte, ma quella che mi ha appassionato di più è stata la terza, e tifavo per Almo". "Mi è sempre piaciuto, soprattutto per la mia passione per la cucina, ma senza mai tifare per qualcuno in particolare" dice il secondo. "L'ho seguito sempre, fin dalla prima edizione, in cui tifavo per Spyros, che poi ha vint0; nella seconda tifavo per Maurizio, che poi si è classificato secondo; nella terza per Federico, che poi ha vinto" racconta il primo classificato. E per quanto riguarda i giudici? Cosa ne pensano ora che li conoscono da vicino? "In tv sembrano più cattivi, non riuscivo a capire come i concorrenti potessero ascoltare i loro giudizi senza piangere; ora, avendolo vissuto in prima persona posso dire che sono severi e tanto esigenti, ma non cattivi. Quando mi guardava cucinare, lo chef Bruno Barbieri era sempre un po' scettico. Di Carlo Cracco ricorderò sempre i lunghissimi silenzi: dopo aver assaggiato i miei piatti, mi lasciava lì e io non sapevo cosa pensare. Joe Bastianich è troppo simpatico col suo accento italo-americano, ma guai a farlo arrabbiare!" dice Amelia. "Cracco è il saggio, il sapiente, uno chef che ha raggiunto il picco e può permettersi di dire ciò che vuole; Barbieri è il più scherzoso, sempre, mentre Bastianich rappresenta l'occhio internazionale nella cucina di Masterchef Italia" osserva Nicolò. Infine, Stefano: "Sono eccezionali, sempre disponibili a confrontarsi con chi ha la fortuna di incontrarli. Cracco mi ha suggerito: 'La chiave di tutto sta nel dettaglio. Devi essere sempre curioso, perché la curiosità ti porterà a fare piatti eccezionali'. Barbieri mi ha detto di metterci sempre precisione, Bastianich di essere me stesso e non fare piatti 'bugiardi'". Quanto ai progetti futuri, i tre concorrenti raccontano: "Sono entrata come studentessa di Economia e non ho intenzione di abbandonare gli studi. Se guardo al mio futuro, mi vedo nella cucina del mio ristorante a conduzione familiare, ma prima di tutto ciò ho bisogno di studiare e fare esperienza" dice Amelia. "I miei progetti rimangono gli stessi: cucinare, cucinare, cucinare" dice Nicolò. "Ora la mia intenzione è occuparmi di mio figlio appena nato" dice invece Stefano, "ma vorrei aprire un mio ristorante con la mia compagna entro il 2016". Infine, i tre finalisti raccontano la loro reazione al servizio di Striscia la notizia che ha rivelato chi sarebbe stato il vincitore: "Noi sapevamo com'era andata, ma mi è dispiaciuto perché hanno rovinato la sorpresa ai telespettatori" dice Nicolò, mentre Stefano commenta: "Ho provato profonda amarezza per la mancanza di rispetto di quel gesto. Mi è sembrato il gesto di un padre che dice al figlio che nel pacco regalo c'è un camion: il bambino lo avrebbe scoperto dopo due minuti, ma dirlo prima gli ha solo rovinato la sorpresa!".