Maurizio Costanzo, la figlia Camilla racconta: “Maria De Filippi è stata la prima persona a convincerlo a…”

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Lo scorso 24 febbraio ci ha lasciato Maurizio Costanzo. A pochi giorni da quello che sarebbe stato il suo 85esimo compleanno, Camilla Costanzo ha scelto di ricordare il suo immenso papà sulle pagine de La Repubblica. Un lungo racconto ricco di aneddoti, ma anche di tanta passione, quella che Maurizio Costanzo nutriva fortemente per il suo lavoro:



Papà è stato prima di tutto il suo lavoro. Non ho mai conosciuto nessuno con una passione così grande per il proprio mestiere. Credo sia il motivo per cui tutti quelli che gli hanno voluto bene, gli hanno sempre perdonato le tante assenze e le distrazioni. (...). Con papà non siamo mai andati al cinema, al parco o a fare una passeggiata e, se volevi vederlo, dovevi essere tu ad andare dove stava lui. Uno studio televisivo, il suo ufficio, il teatro. Eppure è stato padre e non solo per noi figli. Vedeva negli altri quello che nemmeno loro vedevano di se stessi. (...). La verità è che si divertiva solo lavorando. Il resto lo annoiava.

Poi ha conosciuto Maria De Filippi, e finalmente la parola "vacanza" è entrata nel vocabolario di Maurizio Costanzo:



Fino a quando non ha incontrato Maria, la parola vacanza non ha mai fatto parte del suo vocabolario. Diceva che in vacanza si annoiava e siccome la noia è stato lo spauracchio della sua vita, la rifuggiva come la peste. Maria è stata la prima persona a convincerlo a fermarsi qualche giorno in estate. Con fatica accettava di fare due passi in giardino, al limite a mettere le caviglie nell’acqua della piscina. (...). Non era un avventuriero e viaggiare per viaggiare non gli interessava. Eppure ha viaggiato tutta la vita senza o quasi muoversi da Roma.

Anche negli ultimi anni di vita, Maurizio Costanzo non ha mai smesso di essere fortemente dedito al lavoro. Citava spesso una frase di Piero Angela, scomparso poco prima:

Negli ultimi anni citava spesso una frase di Piero Angela: “Per non invecchiare bisogna sempre avere un progetto”. Per lui era diventato una specie di mantra, un faro che ha illuminato l’ultimo pezzo di strada della sua vita. Non ha smesso di seguire quel consiglio fino alla fine. Non rifiutava mai un lavoro, nemmeno se veniva da una piccola tv privata.



Una passione e una dedizione senza eguali:

Non lo faceva per soldi, spesso non voleva nemmeno essere pagato. Quando è morto abbiamo trovato nel suo ufficio 500 metri quadrati di progetti, alcuni realizzati, altri ancora da realizzare. Montagne di idee che gli hanno fatto compagnia e aiutato a sconfiggere la noia.