Michele Bravi svela perché Maria De Filippi è “la più grande professionista che abbia mai conosciuto”. E a proposito delle polemiche su Arisa…

Michele Bravi, in occasione del suo spettacolo Mondo Sottile Live, con cui inaugurerà la stagione musicale al Castello Sforzesco, ha rilasciato un'intervista a Il Fatto Quotidiano.



Tra i temi affrontati dal giudice della ventiduesima edizione di Amici di Maria De Filippi, il bilancio della sua recente esperienza nel talent show:

Porto con me la fortuna di aver potuto lavorare con la più grande professionista che abbia mai conosciuto, Maria De Filippi. È calma, empatica, analitica, lucida e simpatica. In quel frangente ho riscoperto l’emozione di ripropormi al pubblico, come fosse la prima volta quando ho iniziato questa carriera. La stessa fame artistica che ho ritrovato in tutti i talenti che hanno partecipato.



Il cantante ha poi detto la sua sulle controverse dichiarazioni della collega Arisa, anche lei parte di Amici 22 in qualità di maestra di canto. Secondo Michele, le affermazioni di Arisa sono divenute strumento per fare mero gossip e titoli sensazionalistici:

Questo è il mese del Pride e la vicenda di una mia collega è stata usata come gossip più o meno fondato. Non ho visto l’intervista completa, forse anche per disinteresse, quello che ho letto è solo il titolo sensazionalistico. In questo mese celebriamo la lotta per i diritti e mi dispiace per che un gossip del genere – per quanto uno possa essersi esposto nel bene o nel male – non si stia parlando di quanto a livello istituzionale si possa fare. Quel titolo ha fagocitato il tema del Pride.



Ha quindi espresso solidarietà ad Arisa, seppur rimproverandole l'ingenuità e consigliandole di fare "un passo indietro" per riportare l'attenzione sul tema centrale, quello del Pride.

Arisa la conosco come collega e come professionista. Empatizzo con lei perché io stesso nelle interviste tante volte sono stato ingenuo, non volendo. Intendiamoci c’è sempre una responsabilità, a prescindere da tutto, per quello che diciamo. È una persona che ha i mezzi per difendersi e non mi sento di autorizzare o non autorizzare quello he ha detto. Se l’attaccassi sarei scortese perché se ne sta già parlando, se la difendessi rischierei di insultare la sua intelligenza. Ha commesso un errore, può fare un passo indietro e non spostare nulla sul tema centrale del Pride.