Morgan denunciato per stalking dall’ex Angelica Schiatti: il dettagliato racconto del cantante sui social

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Morgan è stato denunciato per stalking dall'ex Angelica Schiatti. Se n'è a lungo parlato negli scorsi mesi. "Secondo quanto emerge dalla denuncia dell'ex compagna, il cantante non avrebbe accettato la sua volontà di interrompere la loro relazione", si leggeva lo scorso marzo su Sky Tg24, nonostante il fondatore dei Bluvertigo avesse fortemente smentito le accuse, dichiarando: "A me la violenza non si può associare, sono l'essere più dialogante che esista".



La Procura di Monza aveva così chiesto il rinvio a giudizio nei confronti di Marco Castoldi che, come si legge sul Corriere della Sera, avrebbe tenuto un comportamento molesto nei confronti della trentaduenne, a sua volta musicista, con chiamate e messaggi continui. Inoltre, secondo i pm, Morgan avrebbe anche minacciato la sua ex di diffondere un suo video personale e l’avrebbe diffamata attraverso insinuazioni volgari.

Ed è stato proprio l'ex coach di Amici a decidere nelle ultime ore di sfruttare i propri canali social per raccontare la sua versione dei fatti in merito all'accaduto, attraverso un lunghissimo e dettagliatissimo post sulla vicenda:



4 luglio 2021. A non rivolge parola a Marco ormai da più di un anno ed è esattamente dall'inizio del maggio 2020, quando bloccò l'ultimo canale ancora attivo, chat blu, come verrà chiamato quello scambio di parole molto fitto. Importante, perché attraverso quelle conversazioni, che vanno dal 4 aprile al 13 maggio, si può chiaramente assistere alla metamorfosi di A. Allo sgomento di M di fronte a questa feroce ed innaturale trasformazione e al suo tentativo disperato di tenere acceso il legame, facendo della parola l'unica salvezza, concentrando in essa tutto lo slancio amoroso e poetico. Finché non verrà dolorosamente mutilata e silenziata. Ritroveremo chat blu varie volte nella storia.

Dopo il blocco di chat blu inizia la fase del sentimento inascoltato di M, ovvero i fluenti e ricchi messaggi da parte di Marco scritti sempre sullo stesso canale, bloccato, ma molto probabilmente mai letti da A. Il flusso di questa produzione poetica, il più delle volte versi in rima, ha un andamento in 'fadeaut', si spegne man mano fino ad arrivare a zero, in agosto, come un battito cardiaco che rallenta sino a smettere di pulsare. Da quel momento Marco non scrive più ad A. Cioè, non le invia ciò che scrive. Perché tanto sa che lei non leggerà.



Nell'arco di questo anno abbondante ci saranno 5 messaggi che le farà recapitare tramite amici in comune, quindi una media di un messaggio ogni due mesi, cosa che certo non può essere considerata subissante. Inoltre importante sapere che Marco non è stato avvertito della denuncia avvenuta, depositata già in data 17 febbraio. Informazione che senza dubbio avrebbe di molto limitato i tentativi di contatto inoltrati fino a fine giugno, quando verrà a conoscenza della causa del reato di persecuzione grazie al blitz della polizia in casa sua, alle 7 del mattino, mentre lui sta facendo colazione con la piccola bambina di 4 mesi, che viene allattata dalla mamma. Otto agenti armati irrompono nell'abitazione, la perquisiscono per intero. Sequestrano lettere manoscritte, pentagrammi, fogli stampati con le ricerche su temi di psicoanalisi, ma soprattutto ogni dispositivo elettronico, telefoni, tablet, portatili e power pc, lasciando non solo la persona di Marco nel definitivo vero silenziamento assoluto e totale, ma privando il musicista Morgan di tutti i suoi strumenti di lavoro. Impossibilitato così per tutta l'estate a lavorare ai suoi progetti a fare spettacoli.

Una volta che Marco ha appreso che è stato denunciato per stalking ovviamente è cambiato la prospettiva sull'intera vicenda iniziando a studiare molto più a fondo tutto quello che poteva aver portato a una soluzione così estrema e incomprensibile, in quanto sapeva benissimo di non aver fatto nessuna persecuzione, ma semmai di aver scritto alcune delle sue più belle parole proprio per via dell'intensità del dolore e del sentimento. Le rare successive comunicazioni da parte sua all'indirizzo di A non hanno prodotto mai il risultato della risposta nonostante il contenuto fosse proprio basato sulla richiesta di un confronto. Soltanto una volta su cinque pare che lei abbia risposto. Si tratta di un messaggio molto accorato, non lungo, inviatole tramite il mio agente, persona con cui lei ha sempre avuto cordiali e piuttosto frequenti scambi telefonici di collaborazione lavorativa. Quindi nessuna intromissione illecita.

Nel messaggio Marco si rivolgeva ovviamente a lei LA nella brevissima risposta all'agente. Comunque non rivolgeva la parola a Marco ma parlava di lui in terza persona rivolgendosi all'intermediario. Questo accentua e mette in risalto una specie di "obbligo", come si dovesse rendere conto a qualcuno, come se dovesse rispettare gli accordi e non poter trasgredire tassativamente ad essi. Comunque la risposta non era assolutamente conciliatoria. Ma confermava la non intenzione di chiarimento. Ma una cosa è evidente: più il tempo passa, più lei sembra agguerrita, determinata, non stemperando il livore, bensì accentuandolo inspiegabilmente, dato che dicono che il tempo sia buon dottore e porti consiglio.

Arriviamo a oggi. Di loro iniziativa, senza la mia approvazione, senza nemmeno avermi messo a conoscenza, due persone le scrivono nel suo profilo pubblico. E lei stranamente risponde. Qui, non potendo pubblicare il testo per le ragioni della riservatezza, mi limiterò a riportarne il contenuto dal quale si evince un interazione allarmante, ovvero una determinazione a fare una vera guerra allo scopo di demolire. Cioè con grande carico di rancore, disprezzo e volontà di abbattere, affliggere, umiliare.

Oggi ci troviamo di fronte ad una persona che sostiene di doversi difendere da me, ma da cosa? E che dice di ricevere 200 messaggi al giorno deliranti. E che è convinta che io abbia fatto a lei qualcosa di gravissimo per cui mi giudica pazzo. Eppure, nel bene e nel male, sono quello che ha sempre conosciuto e che esattamente come lei scrive le canzoni.

Ho sempre scritto della mia vita così come lei fa. In questo anno e mezzo ho scritto una quantità enorme di canzoni, di poesie e ho fatto illustrazioni. Insegnato musica all'università. Ho pubblicato due libri e un audio libro di 5 ore 22 minuti. Ho scritto un film. Innovato tecnologie di mercato sperimentando per la prima volta in Italia il Non Fungibile Token nella musica. Ho tenuto un corso di armonia sul nuovo social network audio ClubHouse. Ho quasi fatto una campagna elettorale come sindaco. Ho presieduto la giuria di Film Festival. Ho scritto requiem in morte di Battiato, ho pubblicato un disco di musica classica e uno di musica sperimentale elettronica, ho lavorato all'intelligenza artificiale applicata alla composizione musicale, ho suonato Bach al funerale del filosofo Giorello e spiegato ai giovani il senso del Dandismo in morte di Philippe Daverio. Ho terminato un libro illustrato dove spiego per la prima volta la forma canzone ai bambini. Ho scritto le canzoni per il nuovo disco della riformata band Bluvertigo. Ho fatto le musiche per il film di tesi di mia figlia grande e ho fatto le musiche per il film di Carlo Verdone. Ho avuto il premio per aver fatto la più grande performance televisiva innovativa che è stata considerata situazionista.

Tutta Italia parlava e cantava otto versi chiamati Le Brutte Intenzioni. Intanto venivo sfrattato senza uno studio. Senza una casa crescevo una neonata mentre la madre della seconda figlia mi denunciava. L'amica del cuore mi denunciava. L'ex manager milionario mi denunciava e non mi pagava. Il mio amico cantautore diventava famoso e mi denunciava.

Devo dirvi altro? Ah sì, ho scritto 40 canzoni d'amore per Angelica. Ops, per A. Non mi sembra affatto sufficiente per motivare né la sua paura dinnanzi a ciò che aveva sempre considerato cose bellissime, tanto meno la denuncia per proteggersi da cosa? Dalle poesie? Mi chiedo se si possa concepire una eventuale denuncia con conseguente processo penale per atti criminosi di persecuzione a Dante Alighieri perché scrive di Beatrice?

Se la cosa andrà in questa direzione sarà assolutamente necessario se non interessante un dibattito veramente pubblico in cui possano intervenire le persone della società. Sia quelli addetti alle materie letterarie ma anche tutti gli altri. Perché per la prima volta nella storia si sta facendo un processo ad un poeta perché rivolge il canto alla sua musa.