Nevruz: cronaca semiseria del Video Party

Categorie: X Factor



C’era una volta… Una squinternata dal nickname Bowiano che scriveva per le adorabili Chiara e Isabella dei resoconti sul talent show chiamato X Factor.

Fatto sta che due mesi primo dell’inizio del suo terzo anno di onorato (?) servizio inciampò nella voce, nella fisicità e nell’anima di una bizzarra creatura dagli occhi di brace e dalle lunghe chiome scaturite dalle Fiamme dell’Inferno (parole sue, eh…). Fu colpo di fulmine immediato e la squinternata Bowiana decise che la quarta edizione sarebbe stata votata a lui.



Ora, tutto passa, tutto va. Lui no. La squinternata seguì costui su e giù per la penisola, giurando solennemente di supportarlo SEMPRE e sostenerlo fino a quando non fosse riuscito a realizzare ciascuna delle sue aspettative. Il perché e il percome sarebbero lunghi e complicati da spiegare, ma ci sono, fidatevi. E non rimpiango un singolo istante (nemmeno di quelli brutti, e qualcuno ce n’è stato) di quelli che ho speso per lui.

Questo per dirvi che, nel giorno 11-11-11, io ero altrove, fiduciosa che la sublime CrazyDiamond si sarebbe occupata fruttuosamente e onorevolmente dei miei compiti. E questo altrove era un pub di Modena, all’interno del quale le leggi della fisica, della logica e della termodinamica sarebbero state annullate in sei minuti e mezzo.



Sì, insomma. In quanti me lo hanno chiesto? Tanti. “Che fine ha fatto Nevruz?” Ok, ve lo dico. Nevruz in questo ultimo anno ha rifiutato l’opportunità di lavorare con la Sony, ha rinunciato al presenzialismo televisivo, si è rimboccato le maniche, ha deciso di fare un disco che fosse completamente suo, ha macinato concerti, ha proposto le sue (bellissime) canzoni, ha lavorato tanto e presto ne vedrete i frutti.

Gaudio e giubilo quando ha annunciato che avrebbe presentato finalmente un suo video. In data 11-11-11, dicevamo. Quindi? Quindi si parte, con l’amico fratello di sempre, per raggiungere l’amica sorella, in quel di Modena. E ci si va a truccare e pettinare dallo stesdo truccatore e parrucchiere che ha impiastricciato il visetto del Ruz e dei suoi musici nel video-che-verrà. Forti di un amicizia precedente con suddetto visagista (fu l’amica sorella a metterlo in contatto col Ruz, o almeno così narrano Le Cronache di Cavezzo e del Fuoco).

Tre ore e mezzo di trucco e parrucco. E volete che io e la mia amica, col supporto dell’amico fratello non si riesca ad estorcere al baldo visagista il titolo del brano che il Ruz ha scelto per il video? Scampoli di dialoghi tra lacca e ombretto:

“Dai, dicci il titolo” “No, non posso.” “È “Nel tubo”, vero?” “Non mi sembra si parlasse di tubi” “Ma è un pezzo lento o veloce?” “Un po’ lento e un po’ veloce.” “Allora è ‘Solo mia’?” “Non posso dire niente.”

Fino al momento in cui l’amico fratello dice, tutto serio: “Basta che non sia ‘Tra l’amore e il male’”. Segue silenzio di tomba.

Vestiario. Un incrocio tra una gothic lolita e un cantante New Romantic. E si fanno le dieci. E si va al locale. E ci si ritrova con gli amici-sostenitori di sempre, quelli dello zoccolo duro, che non lo mollano mai e che lo seguirebbero fino alla Giudecca. Inizia lo sbevazzo. Poi arriva la Semidivinità Pagana Evidentemente Ubriaca, con lo staff e i suoi baldi musici (parte dei baldi musici… tastiere e chitarra erano in ritardo). Parrucca rossa, occhiali da sole. Perché lui è fatto così. E me lo abbraccio. E io sono sempre contenta di abbracciarlo.

L’armonia universale scende sul locale. Tutti vanno d’accordo con tutti, nemici giurati si stringono le mani, sorrisi e felicità vengono sparsi nell’aere. Qualcuno prova a guastare la festa ma viene invitato a recarsi altrove o viene placato con miti parole. Alle undici, undici minuti e undici secondi dell’undici novembre del duemilaundici parte la proiezione del videoclip autogestito. Invece no. Perché se non c’è un po’ di ritardo non va bene. Ci siamo.

Brivido. “Tra l’amore e il male”. Il Malefico Bungaro d’Annata. No, dai, deve essere uno scherzo. Ruz, non puoi farmi questo. Invece lo fa. Dissacrando. Come suo solito. Perché lui è così. E chiude definitivamente un ciclo. Perché lui è così. Perché doveva. E ci divertiamo da pazzi a guardare le Ossa in pieno stile Manetti Bros, che fanno scemenze psicodrammatiche di provincia tra parrucche improbabili di illustri figuranti (“illustri” per noi della sua cerchia, eh…) e un trucco di scena impeccabile (Matteo, il batterista truccato da scheletro è spettacolare). Perché lui è così. Oh, sì. Profondo sollazzo, per questo carnevalesco addio al passato. Tra venti giorni si riparte, con un nuovo video, per l’effettivo NUOVO singolo in uscita a Natale. Come? Quale singolo? E secondo voi il Ruz si sbottona? Torturatore. Perché lui è fatto così. Il fatto che il mio pezzo preferito, tra i suoi, sia una ballad, mi mette al sicuro. Non credo si lancerà con quello. Meglio che parta con qualcosa di potente. E nel suo mazzo composto solo di assi, di pezzi potenti cene sono tanti.

E si fa tarda notte in lieta compagnia. E si esce dal locale tutti insieme, con Nevruz e il violoncellista Pietro che si improvvisano guide turistiche con tanto di megafono e ci portano spasso per Modena. E si sta BENE. Ma bene davvero, e tutto sembra incredibilmente roseo. E il 2012 che si avvicina non sembra più così funesto, alla faccia dei Maya e di Giacobbo. E poi si torna indietro e si fa riaprire il locale e si sbevazza un bicchiere della staffa che non arriva mai perché ce n’è sempre un altro. E lui si conferma… lui. Una persona splendida, un ragazzo intelligente, con le idee chiare e con il cuore grande, che merita solo il meglio. E passa altro tempo, poi, fuori, a parlare ancora, a parlare tanto, a dirci che ci crediamo, noi e lui, e che ce la faremo e che non molleremo mai.

E si fanno le quattro, e dobbiamo andare, noi, lui, e ci salutiamo e ci diamo appuntamento alla prossima, che non sarà lontana, promesso, promesso da lui a noi. Dimentico qualcosa? Ah, sì. Il video.

Ciao, Nevruz. Ti voglio bene. BlueJean