Nicolas Vaporidis: “L’Isola 16? Il mio congedo dal mondo dello spettacolo. L’ho fatta per soldi, odiavo starci e mi vergognavo ma…”.
Oggi imprenditore nel campo della ristorazione, l’ex naufrago ha confessato: “Il sacro fuoco della recitazione? Non credo di averlo mai avuto. A 24 anni avevo soldi, donne, paparazzi sotto casa, poi…”
Valeria Dicembre 13, 2023
Nicolas Vaporidis ha decisamente scritto un pezzo di storia del cinema italiano, protagonista di diversi film cult, uno su tutti sicuramente l’indimenticabile “Notte prima degli esami” nel lontano 2006.
In una recente intervista a Vanity Fair, l’attore si è raccontato a cuore aperto, parlando in primis del suo esordio:
Gli esordi sono stati inaspettati. Notte prima degli esami è stato una bomba che ha fatto saltare per aria la mia vita. A 24 anni soldi, donne, paparazzi sotto casa, feste, Giorgio Armani che ti saluta e ti chiama per nome, il telefono che squilla in continuazione. Non c’ho capito più un cazzo. E ho creduto che sarebbe stato così per sempre. Anzi, meglio. Del resto, arrivavo da un film che ha preso una canzone leggendaria di Antonello Venditti e l’ha surclassata, al punto che per le generazioni successive il film continua a venire prima della canzone.
La popolarità però è subdola, una droga. E il mondo dell’intrattenimento è bastardo: finché secondo alcuni – o il sistema – funzioni, vai avanti; dopodiché, next!
Poi però qualcosa non ha più funzionato e Nicolas Vaporidis ha vissuto un momento di stallo:
Mi sono dannato a fare congetture. Non credo che mi abbiano spinto volutamente fuori: nessuna congiura contro di me. È la ruota che gira. Di certo ero legato a una certa filmografia che ha avuto fortuna in un determinato periodo, nonostante alcuni snob liquidassero il genere come teen movie. È la filmografia che ha lanciato Riccardo Scamarcio, Silvio e Gabriele Muccino, Fausto Brizzi: i social non esistevano, eppure ci conoscevano persino i sassi. Però da lì, per prendere ruoli più adulti, bisognava farsi dimenticare: morire artisticamente per risorgere con un’immagine nuova. Se i miei 20 anni hanno avuto l’accelerazione di un razzo di Elon Musk, i 30 sono stati un purgatorio, durante i quali ho capito due cose: niente sarebbe stato come l’avevo immaginato, tanto più sali tanto più è grosso il botto quando cadi.
E il botto è poi arrivato. Ecco come ricorda quel momento l’attore da record:
L’anticamera del botto: i progetti accettati solo per soldi. Il botto: l’assenza dalle scene. Il colpo di grazia: il Covid. Solo, chiuso in casa per tre mesi, stralunato e depresso, passavo le giornate a guardare il soffitto e a chiedermi – parafrasando Silvio Muccino – che ne sarebbe stato di me. Sapevo qual era la cosa giusta da fare, il problema era farla.
A un certo punto non ho avuto più niente da aspettare. Disperazione? Forse. Consapevolezza di aver toccato il fondo? Anche. La mattina del 13 luglio 2021 ho acquistato un volo di sola andata per Londra con partenza il giorno dopo. Mentre l’aereo rullava sulla pista nella mia testa risuonava la voce di Marcello Mastroianni in 8½: “Tu saresti capace di piantare tutto e ricominciare la vita da capo? Di scegliere una cosa, una cosa sola ed essere fedele a quella, riuscire a farla diventare la ragione della tua vita… Ne saresti capace?”. Adesso so di esserne capace.
Poi la svolta che ha cambiato per sempre la vita di Nicolas Vaporidis che ha saputo rimboccarsi le maniche e ricominciare da zero. Il cinema, la televisione forse non erano più il suo mondo e si è dedicato anima e cuore al mondo della ristorazione:
Nel 2019 ho aperto un ristorante, Taverna Trastevere, con Alessandro, che mi aveva dato una chance la mia prima volta a Londra: 54 coperti, i tavoli di legno e le sedie in paglia, le tovagliette con piazza Trilussa e i piatti tipici della cucina romana, compresa la miglior carbonara. Vivevo ancora in Italia e facevo su e giù ogni tanto. È lì che sono andato diretto per costruire la mia nuova vita. Ma non sono entrato con la bacchetta da direttore d’orchestra: prendevo gli ordini, servivo i piatti, raccoglievo quelli sporchi.
Ma Vaporidis è stato spesso riconosciuto da diversi clienti che sottolineavano il fatto che non fosse più un attore di successo ma un cameriere. Alcuni episodi sono ancora oggi ben impressi nella mente di Nicolas:
Non è stato facile, perché massacrante fisicamente e perché frustrante. La gente mi riprendeva con il cellulare: “Ma sei proprio tu?”. Un giorno si è presentato un gruppo di romani, il locale era pieno, uno di loro mi ha detto: “Sai che sei identico a quell’attore…? Come si chiama? Vaporidis?”. Non avevo voglia di giocare, ero di corsa, ho risposto: “Sono io!”. E lui: “Seee, ti piacerebbe!”. L’ho lasciato lì. Quando sono tornato, l’ho visto googlarmi sul telefonino per poi chiedermi scusa
Non può capire quanto mi rodevano certi episodi! Tornavo a casa e piangevo. Oddio, casa è una parola grossa. I primi due mesi sono stato in una stanza da Alessandro, dopo anni in un attico a Monteverde Vecchio… Poi ho trovato una nuova stanza. Infine ho condiviso una villa con altri che lavoravano nell’hospitality: chi da Bagatelle, chi da Cipriani, chi da Briatore. Ho smesso di contare le volte in cui mi sono domandato: “Che cosa ci faccio qui?”
Poi non me lo sono domandato più, è accaduto gradualmente. Taverna Trastevere ha iniziato ad avere sempre più successo, io ad accantonare l’idea di fallimento e ad abbracciare quella di opportunità. E mi sono innamorato di ciò che stavo facendo.
Nicolas Vaporidis è stato anche il vincitore del reality L’Isola dei Famosi nel 2022. In questa intervista ha svelato di aver partecipato solamente per soldi e anche per chiudere il cerchio della sua vita “televisiva”:
Per congedarmi dal sistema, arrivederci e grazie. Poi, ho chiesto un sacco di soldi e me li hanno dati. L’equivalente di sei, sette anni di stipendio del nostro general manager a Londra. Odiavo stare all’Isola, mi vergognavo come un ladro: altro che esperienza di vita! Ma mi avrebbe dato una bella sicurezza economica. Da regolamento, se avessi lasciato non avrei preso nulla. Allora, sorprendendomi di me stesso, ho resistito. Fino alla fine. Cento giorni, l’edizione più lunga, con 14 chili persi. La mia preoccupazione era non trascendere mai durante le discussioni, non mettere in imbarazzo i miei cari. È stato il mio ultimo giro di giostra.
In molti però pensavano che l’Isola potesse essere un nuovo trampolino di lancio per Nicolas Vaporidis, per poterlo far tornare sul mercato televisivo e cinematografico. Ma a svelare come sono andate realmente le cose ci ha pensato il diretto interessato:
Falso. Infatti mi sono tuffato nel ristorante più di prima e ho rimandato al mittente le offerte che mi sono arrivate. Di fronte a tre o quattro provini ho anche pensato: “Non ne sono più capace”. Giuro. Leggevo a pappagallo, non interpretavo. Se mi fa fare Il gladiatore e non quattro pose come in Tutti i soldi del mondo... Dico no, la mia risposta è portare Taverna Trastevere in giro per il mondo.
Prossimamente dunque Nicolas Nicolas aprirà il suo secondo ristorante a Milano, dopo il primo a Londra. Nonostante ciò però fa ancora oggi il pendolare senza alcun peso. Lì ha anche trovato l’amore e a tal proposito ha confessato:
Stiamo insieme da due anni. E non sono mai stato così rilassato dentro una relazione. Sono cambiato, ho cominciato a essere attratto da persone che prima nemmeno vedevo e ad apprezzare aspetti della vita di coppia che consideravo noiosi: la confidenza, la sicurezza, la tranquillità. Al tempo ero un irrequieto e mi accompagnavo a donne che alimentavano quell’irrequietezza: pensi che coglione! Credo che mi risposerò. La prima volta è stata una prova generale e di solito, se va male, il debutto è un successo. Per i figli non ero pronto, vivevo concentrato su di me. In più, come puoi costruire una famiglia in quel purgatorio fatto di instabilità e frustrazione, di chiamate che non arrivano, di un film pagato 50mila euro ma poi stai fermo per tre anni?
COMMENTI