Paola Caruso a Verissimo: “Ho deciso di far operare il mio bambino, è la sua unica speranza di tornare a camminare”

Paola Caruso è tornata a Verissimo, nel corso della puntata del 22 aprile, per aggiornare il pubblico televisivo sulle vicende di salute del figlio Michele. Infatti, la showgirl sta vivendo un periodo davvero complicato, a seguito di una malattia che ha colpito il suo bambino, come già raccontato nel salotto televisivo di Silvia Toffanin (LEGGI QUI).



L'ex Bonas di Avanti un altro ha descritto il periodo che sta vivendo, come il più brutto in assoluto della sua vita: "Dolore di una madre a vedere un figlio che soffre, io ritengo che un momento più brutto di questo non potevo passarlo nella mia vita... Successo a novembre, però io ancora non ci dormo la notte, la sfortuna che abbiamo avuto".

Il piccolo Michele non riesce più camminare autonomamente dopo un'iniezione, che gli ha creato dei danni al nervo sciatico. Adesso, grazie ai controlli medici, la Caruso ha saputo con certezza cosa è accaduto a suo figlio:



"Da questa risonanza adesso abbiamo la certezza di quello che è successo... Questo farmaco che gli ès tato iniettato è un farmaco sia tossico che non s'inietta ai bambini sotto i 12 anni... In più probabilmente lui è allergico a questo farmaco e quindi gli ha bruciato tutto il nervo... Pensa a mio figlio il dolore e poi non ha sentito più niente"

L'ex naufraga ha raccontato le sue preoccupazioni anche per i cambiamenti caratteriali di Michele: "Caratterialmente è cambiato moltissimo... Come se fosse un adulto, lui si è talmente indurito da questa cosa che lui ti racconta quello che gli è successo, con una freddezza che a me mamma fa paura"

Ma Paola ha svelato anche di avere, adesso, finalmente una piccola speranza a cui aggrapparsi: "Un percorso che nessuno sapeva perché era da vent'anni che non succedeva un caso in Italia di questi... Alla fine tutti questi dottori con cui ho parlato sono concordi del fatto che il bambino si debba operare... Lui non si riprende più, se io lascio mio figlio così, lui camminerà tutta la vita con un tutore, c'è una sola possibilità per farlo camminare ed è l'intervento".



La showgirl, tra le lacrime, ha confessato di essere molto in ansia per la futura operazione del figlio, ma di aver deciso di procedere:

 "Io ho una possibilità Silvia per far camminare mio figlio e ovviamente lo faccio... Ho deciso di operare mio figlio e lo farò in Italia con un'equipe di dottori italiani e sono contentissima... Ho una speranza di fare camminare mio figlio... Non dormo già da 4 o 5 giorni perché ho paura... Non ce la faccio a sostenere, a pensare mio figlio che lo operano, ho anche pensato di non farlo operare... Mi sono dovuta fare di nuovo forza, mi sono messa la mia armatura e mi sono detta andiamo ad affrontare quest'altra battaglia"

La fatidica operazione dovrebbe avere luogo il prossimo maggio, ma il percorso di guarigione sarà molto lungo: "Un intervento difficile, molto difficile e non è immediato... Il risultato si vedrà tra un anno... Io dovrò stare un altro anno della mia vita pregando tutti i giorni perché mio figlio cammini... Una soluzione c'è e deve andare bene... Non posso pensare che mio figlio resta così, non ci riesco".

L'ex naufraga, però, ha raccontato a Silvia anche un'altra buona notizia: il figlio è stato riconosciuto dal padre, grazie a una sentenza: "Dopo 4 anni di guerra per i diritti di mio figlio, perché mio figlio non era stato riconosciuto alla nascita... Ho avuto finalmente la sentenza, dove mio figlio è stato riconosciuto".

Paola si è augurata che questo possa essere il primo passo per ricucire i rapporti tra Michele e la sua famiglia: "Spero che almeno per l'intervento sia presente perché comunque è suo padre... Io gli ho sempre detto la verità... Lui era contentissimo... Comunque ha una famiglia... Non siamo più da soli".

La Caruso spera che Michele possa essere presto un bimbo come tutti gli altri sotto ogni aspetto: "A me interessa che lui abbia qualcuno che lo ama oltre a me... Si è accesa una luce... Vorrei che lui fosse più sereno, che lui fosse un bambino come tutti gli altri".