Poche ore fa Paolo Bonolis ha annunciato, tramite un post sul suo profilo Instagram, l'interruzione del suo lavoro in collaborazione con l'agenzia che l'ha accompagnato professionalmente per trentacinque anni.
Si tratta della "Arcobaleno Tre", a cui Bonolis ha voluto porgere dei ringraziamenti.
Di seguito il suo comunicato:
Dopo trentacinque anni di intensa collaborazione si interrompe da oggi il rapporto professionale con la "Arcobaleno Tre". Ringrazio di cuore tutte le persone con cui ho lavorato e quelle che ancora vi operano. Paolo Bonolis
Questa dichiarazione ha suscitato diverse reazioni. C'è chi teme che questo significhi per lui un - almeno temporaneo - allontanamento dal piccolo schermo, chi è convinto che sia l'inizio di un nuovo positivo capitolo e chi spera nel ritorno di alcuni suoi storici programmi come "Chi ha incastrato Peter Pan". Ultimamente, tra l'altro, le voci sul futuro lavorativo di Bonolis si rincorrono. Alcuni rumors lo ritraggono molto vicino alla Rai, altri prossimo ad un rinnovo triennale del contratto con Mediaset.
Tra i vari commenti al suo post, ce n'è uno che non è passato affatto inosservato. Si tratta di quello di Lucio Presta, storico manager delle più importanti celebrità e titolare propria della Arcobaleno Tre. Dopo la stoccata ad Amadeus, anche lui allontanatosi dalla sua agenzia, arriva puntuale il parere su questo nuovo abbandono.
Presta non sembra aver preso bene il divorzio:
Anche le persone per bene come te possono avere la sfortuna di incontrare la sbagliata e pagarne le conseguenze!
Il chiaro riferimento a Sonia Bruganelli, da cui Bonolis si è da poco separato dopo tanti anni di matrimonio, lascia pensare che dietro questa improvvisa decisione del conduttore possa esserci il suo zampino.
Non sarebbe il primo ad avanzare un'insinuazione simile: anche Marco Salvati ci era andato giù pesante con la produttrice, alludendo alla sua cattiva influenza sul suo ex marito in ambito lavorativo.
In attesa di eventuali ulteriori sottolineature, attendiamo con ansia la replica della Bruganelli, che di solito non si lascia più di tanto desiderare. Sempre ammesso che, in quel commento, il nome non svelato fosse il suo.