Dietro un grande uomo c'è sempre una grande donna. Un detto, questo, che si adatta perfettamente alla coppia formata da Paolo Bonolis e da Sonia Bruganelli. Insieme da diciott'anni e sposati dal 2002, il vulcanico conduttore Mediaset e l'ex interprete di fotoromanzi vanno d'amore e d'accordo sia nella vita privata sia in quella professionale. Oltre che moglie affettuosa, Sonia è una preziosa consigliera per il padrone di casa di Avanti un altro, il quiz di Canale 5 e in occasione del convegno organizzato dal Corriere della Sera sul tema 'Maternità stra-ordinarie' ha parlato di sé, della sua famiglia e del suo ruolo di imprenditrice nel settore della moda: "Ho sempre cercato di assecondare le mie inclinazioni. Ho cominciato a lavorare in ambito televisivo, poi è iniziata l'avventura nella moda, che è la passione di mia figlia piccola, Adele. Così, per ritagliarmi un po' di tempo con lei, abbiamo inventato Adele Virgi. una linea di abbigliamento per bambine. Lei è bravissima a disegnare i vestiti". Peccato, però, che suo marito Paolo non si faccia consigliare in fatto di look..."Purtroppo devo dire di no. Non ci riusciamo proprio. Paolo non segue la moda, veste 'casuale' come dice lui. Ma non ci arrendiamo". Inoltre, Sonia è mamma di Davide e di una bambina speciale, Silvia, che è nata con un problema cardiaco: "All'inizio con paura e con un po' di difficoltà. Poi con la consapevolezza che, alla fine, percorsi come questi possono aiutarti a tirar fuori una forza che non pensavi di avere. Ci si sente soli perché si tende a non condividere il dolore. Per quanto ci sia la necessità di farlo, è chiaro che non si sarà mai compresi. In realtà non si è soli, bisogna soltanto avere la forza di aprirsi. La cosa importante è vivere quotidianamente ogni percorso: quando uno pensa di conoscere tutte le risposte, all'improvviso ti cambiano le domande. La vita è così e devi essere sempre pronto ad accettare che non sarà come credi. Ma non per questo devi arrenderti, anzi". Quando le si chiede se vuole dare un consiglio alle mamme che devono affrontare una situazione simile alla tua, risponde: "Sono convinta che sia necessario avere la forza di ammettere che si ha bisogno di qualcun altro, senza vergognarsi di niente. Da soli, è molto difficile farcela". E per lei e Paolo è stato difficile parlare di questo? "Più che altro abbiamo cercato di proteggere nostra figlia. Quando hai un bimbo disabile ti suggeriscono di fare un altro figlio. Adesso Silvia sta bene ed è in fase di recupero. E' una ragazzina tranquilla. Tutta la famiglia gira intorno a lei ed è forse la più serena trai nostri tre figli". Infine, quando le si chiede se pensa che nel nostro Paese l'aiuto economico e psicologico dato alle famiglie con problemi di questo tipo sia sufficiente, dice: "Credo che ci sia una carenza di contributi statali. Noi sosteniamo associazioni private che cercano di dare un aiuto: purtroppo non basta".