Patrizia De Blanck contro Marina Ripa Di Meana: “Smetti di parlare delle tue trasgressioni e invecchia con dignità!”
Edicola Novembre 3, 2014
Recentemente, la nobildonna Marina Ripa Di Meana ha fatto delle dichiarazioni che hanno fatto scandalo: ha rivelato, infatti, di essersi prostituita per comprare la droga dell’amante dell’epoca, Franco Angeli, e ha raccontato un aneddoto riguardante Gianni Agnelli, che, trovandola a letto con altri due uomini, si sarebbe tirato indietro dicendo: “Per i miei gusti siamo in troppi”. Sulle spinose questioni si è espressa una sua “collega”, la contessa Patrizia De Blanck: “Lei ed io non siamo mai state rivali, ma compagne d’avventura. Ricordo ancora un viaggio a Londra con un suo amico che si spacciava per milionario ma si rivelò una “sola”. Ho preso le sue dichiarazioni son stupore e ammirazione. Stupore per il fatto che Marina si illuda di poter ancora scandalizzare in un’epoca in cui in fatto di scandali abbiamo toccato il fondo. Ammirazione perché ha ancora la forza di avventurarsi in certe performance! I tempi sono cambiati e oggi per essere all’avanguardia bisogna mostrarsi saggi e riservati. Raccontare che si è prostituita, sia pure per amore, mi sembra poco elegante. A me è accaduto che qualche uomo famoso offrisse cifre stratosferiche per conquistarmi. Io ho sempre rifiutato e col senno di poi, me ne pento! Però ho accettato dei regali costosi, come un fiore di diamanti, o una pelliccia di zibellino regalatami da un milionario arabo. Durante una lite a Ginevra la buttai dal balcone e sparì in un attimo: neanche in Svizzera si è al riparo dai ladri!”. Quando le si chiede invece cosa pensa dell’amore di gruppo, come raccontato dall’amica, l’ex naufraga dell’Isola dei famosi risponde: “Io penso che l’erotismo sia in due: quando scoprii il mio primo marito in un intimo colloquio con un amico, mi ritirai con un semplice ‘Sorry’. Conoscendo lo stile di Agnelli, mi sembra strano che entrasse nelle camere a letto senza bussare, ma tutto può essere. Marina è rimasta una ragazzaccia degli anni ’70, basta vedere il suo stile. Io non lo condivido, resto in pantaloni e maglietta e ho scoperto la comodità delle ciabattine. Io sono in sintonia con lo spirito del nostro tempo: in piena crisi, l’esibizione di certi privilegi non mi sembra opportuna. Oggi vivo sobriamente, se occorre vado al mercato. I miei abiti griffati li ho messi in vendita su un sito che mi ha dedicato uno spazio per appassionati di vintage. Non credo che Marina si risentirà per le mie dichiarazioni: per una donna che ha fatto del protagonismo una ragione di vita, l’unica offesa è restare inosservata”.
Fonte: Nuovo
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