Andrea Belfiore è tra i protagonisti della decima edizione di Pechino Express.
Il docu reality, che sta andando in onda in queste settimane su Sky, vedrà domani in onda la settima tappa. Tra le coppie rimaste in gara ci sono anche gli #Italoamericano Andrea e Joe Bastianich, tra i più forti di questa edizione. Intervistato dal settimanale Chi, Andrea ha parlato dell’avventura di Pechino Express, e ha svelato anche qualche dettaglio di sé. Originario di Ancona, nel 2006 ha partecipato alle audizioni dell’Umbria Jazz come batterista, vincendo una borsa di studio per il Berklee College of Music di Boston. Dopo la laurea, nel 2010 si è trasferito a New York, continuando a fare musica ma facendo anche altri lavoretti.
La passione per la cucina è invece nata sette anni fa e l’ha portato a realizzare numerosi eventi culinari.
Andrea ha smentito categoricamente di aver partecipato ad altri programmi prima di Pechino Express, e, in merito alla “competitività” vista nel programma ha detto:
Competitivi lo siamo, per esempio gli occhi di pesce non li ho mangiati (era una delle prove della quinta puntata, nel Borneo malese, ndr) perché, a parte il fatto che erano crudi, mi sono detto: “Per mangiarli ci metto mezz’ora, la penitenza se non li mangio sono 10 minuti, ben venga la penitenza!”. Ma per noi immergerci nelle nuove realtà vale più che vincere una tappa!
Belfiore ha poi svelato qual è l'arma segreta degli #Italoamericani nella gara:
Secondo me io e Joe l'abbiamo vissuta nel modo giusto. Ascoltiamo, impariamo, ci siamo spogliati di quello che eravamo per immedesimarci davvero nelle vite di chi ci ha accolti: oggi siamo pieni di nuovi amici, musulmani, buddhisti, di tutte le tribù che abbiamo incontrato, di tutte le case in cui siamo stati... Ci siamo scambiati i numeri di telefono, ci scriviamo.
Nella scorsa puntata ha parlato con trasporto del legame con la sua famiglia, colpito dall’ospitalità ricevuta in casa di sconosciuti:
Dal non farci entrare in casa al darci tutto, mi hanno commosso, mi hanno fatto pensare a quanto sono fortunato. Noi uomini arriviamo sempre tardi a capire le cose. Io ci ho messo 36 anni a comprendere quanto l’amore di mamma, babbo, nonne, zii mi abbia dato forza. Conto di avere sempre più occasioni di venire in Italia, anche se continuo il lavoro a New York (con la sua azienda, Evènto, con cui organizza appuntamenti culinari “con twist”, “con un tocco in più”, ndr).