Com'è strano, il periodo storico che stiamo vivendo. L'ottava edizione di Pechino Express ha preso il via lo scorso 11 febbraio su RaiDue, un viaggio in dieci tappe attraverso Thailandia, Cina e Corea registrato in autunno e introdotto dalla voce dell'immancabile (e preziosissimo) Costantino della Gherardesca che mandava "un abbraccio al popolo cinese in questo momento difficile". Chi l'avrebbe mai immaginato, allora, che settimana dopo settimana, puntata dopo puntata, quelli alle prese con "un momento difficile" saremmo diventati noi, nel frattempo.
Confinati nelle nostre case nella speranza che l'emergenza Coronavirus rientri il prima possibile ed in attesa di capire quando potremo tornare a viaggiare per il mondo (ma anche solo poter uscire dal nostro comune di residenza, al momento, sarebbe un bel passo avanti, a ben vedere...), però, è stato proprio grazie a Pechino Express se siamo riusciti a volare ugualmente dall'altra parte del mondo, comodamente spaparanzati sui nostri divani, scoprendo luoghi lontani, magari poco conosciuti ma sicuramente pieni di fascino, il tutto accompagnato dai meravigliosi sorrisi del popolo thailandese, dall'incredibile modernità dei cinesi e dall'energia contagiosa della popolazione coreana.
E per fortuna che a condurre un programma così emozionalmente devastante c'è uno come Costa, che col suo cinismo così sottile (in antitesi perfetta al populismo dei Gianni Sperti e al buonismo degli Alfonso Signorini) riesce a fare da contrappeso ideale alla narrazione della gara tra i viaggiatori, perché altrimenti io - che solitamente non spicco per empatia, specie quando si tratta di reality e affini - finirei in una valle di lacrime ad ogni inquadratura dei vecchietti sdentati che salutano la telecamera o di quei bimbi dagli occhioni grandi che si divertono da matti con il poco che hanno.
Un cast pazzesco, quello di quest'edizione. Dalla tenerezza degli #Inseparabili Valerio Salvatori e Fabrizio Salvatori (roba che io non ho ancora perdonato alle #Top di avermeli eliminati così presto, per dire) alla semplicità dei #Palermitani Annandrea Vitrano e Claudio Casisa (come biasimare lui che, shockato, esclamava "Ma perché devo correre di prima mattina?"), dalla superstizione dei #Guaglioni Gennaro Lillio e Luciano Punzo (io ancora ferma a quest'ultimo che esaltava il potere del cornetto napoletano pochi minuti prima di dover arrestare la corsa perché l'auto su cui viaggiavano aveva forato) all'oggettiva sfortuna de #LeFiglieDArte Asia Argento e Vera Gemma che hanno dovuto fare i conti con un doloroso infortunio, passando per l'incredibile competitività delle deliziosamente sadiche #MadreeFiglia Soleil Sorge e Wendy Kay, tanta stima per tutti i viaggiatori che hanno scelto di mettersi alla prova in un programma tanto bello quanto impegnativo (sia fisicamente che emotivamente) come Pechino Express. Roba che io mi stancavo solo a guardarli correre su e giù da quelle scalinate infinite, figuriamoci a farlo sul serio. Chapeau davvero!
Ad avere la meglio, alla fine di questo viaggio pazzesco, sono state le #Collegiali Nicole Rossi e Jennifer Poni, che vista la loro giovane età (e l'estrema pesantezza della bergamasca, tra l'altro) sembravano essere tra le coppie più svantaggiate, ed invece hanno dimostrato di avere sufficiente tempra per reggere botta a gente ben più agguerrita di loro.
La vera rivelazione di quest'edizione, però, sono stati indubbiamente i #WeddingPlanner Enzo Miccio e Carolina Giannuzzi. Lei dotata di una pazienza INFINITA (penso che quel "Carooooo" mi rimbomberà nelle orecchie per altri due o tre mesi almeno... tanta solidarietà a lei che se lo sente ripetere ventordici volte al giorno da sette anni, poraccia...) e lui che ha sfoderato una virilità stratosferica non mollando mai un colpo e rimanendo sempre focalizzato sulla gara persino quando si stava godendo il bonus in un hotel di lusso. Chi l'avrebbe mai detto, guardandolo giudicare i look altrui o organizzare chicchissimi matrimoni, che sotto quella corazza in cachemire e dietro quel portamento da Lady Diana si nascondesse un'amazzone! La competitività di Enzo unita alla sagacia di Carolina (determinante anche nell'ultima prova in cui è stata proprio lei a capire l'indizio che li avrebbe portati al Parco Olimpico, luogo dove si trovava l'ultimo tappeto rosso) sono state decisamente la loro arma vincente. Due cecchini veri (non a caso non sono mai arrivati oltre il secondo posto nelle varie tappe, cosa mai successa in otto edizioni) che alla luce del percorso fatto avrebbero senza dubbio meritato il primo posto.
Primo posto che, a parer mio, si sarebbero dovuti contendere con i #Gladiatori Max Giusti e Marco Mazzocchi, immeritatamente esclusi dalla finale (ci ha pensato il Karma a punirli, dopo che loro avevano assegnato la penalità rivelatasi decisiva alle #Collegiali che invece, al contrario dei #WeddingPlanner, avrebbero eliminato le #Top al posto loro). Perché tanto carina era Ema Kovac quanto perfida è stata Dayane Mello, una coppia così improbabile (e palesemente creata ad arte dalla loro agenzia, perché era evidente che non si sopportassero e che le carinerie che si dicevano qua e là fossero solo di facciata) che non si meritava di arrivare all'ultima puntata. Al contrario dei #Gladiatori, per l'appunto, tra i quali l'amicizia e l'affiatamento erano veri, autentici, commoventi.
L'ottava edizione di Pechino Express per me sono stati loro, Max e Marco. La loro difficoltà nello stare lontani così a lungo dalla famiglia, la loro astuzia nell'ottenere ospitalità spacciandosi per grandi attori o amici intimi del Papa, la loro innegabile simpatia anche nei frangenti di gioco più difficili, la loro competitività che non sfociava mai in aggressività nonostante qualche comprensibile scazzo, la loro emozione nell'aver vissuto questa avventura indimenticabile insieme. Una coppia MERAVIGLIOSA che mi ha fatto sentire parte del proprio viaggio: mi sono commossa con loro, ho riso con loro e - nella prova dei sette mostri - sull'orrido pene di mare era un attimo che vomitavo pure, appresso a loro.
Ma siccome le polemiche non mancano mai, nemmeno in trasmissioni scialle come Pechino, nei giorni scorsi ci ha pensato Naike Rivelli, concorrente della quarta edizione insieme al fratello Andrea Fachinetti, ad insinuare le peggio magagne sul programma di Costantino della Gherardesca. E, pur avendo imparato a mettere la mano sul fuoco solo su me stessa, una lancia a favore di quello che per me è e rimane il MIGLIOR PROGRAMMA della televisione italiana la voglio spezzare. Perché è troppo facile parlare a bocce ferme, quando poteva farlo direttamente cinque anni fa, e soprattutto perché non troverei alcun senso nel decidere a priori i vincitori di una trasmissione che in otto edizioni non ha mai stravolto la vita lavorativa di nessuno dei suoi partecipanti, a prescindere dal posto in classifica, ma al massimo l'ha segnata regalando a tutti loro un'esperienza indimenticabile. Anche perché basta dare un'occhiata ai vari cast che si sono susseguiti e ai relativi piazzamenti dal 2012 ad oggi per notare come siano stati spesso eliminati presto nomi forti (o popolari volti Rai, che avrebbero invece avuto tutto l'interesse a rilanciare, se fosse stato tutto programmato) per lasciare spazio a coppie ben più sconosciute che sono arrivate poi in finale. Quindi anche meno, ecco.
Concludendo, un viaggio bellissimo quello di questa ottava edizione, e dio solo sa quanto ne avessimo bisogno in questo momento così surreale che stiamo attraversando. Grazie Pechino Express, e speriamo di rivederci presto!