Raffaello Tonon è stato il quarto ospite di Lorella Boccia, star del nuovo talk di Real Time Rivelo (QUI ve abbiamo parlato), in cui ha avuto la possibilità di mettersi a nudo, rivelando aspetti inediti della sua turbolenta vita. Il programma prevede la scelta di cinque carte, legate simbolicamente a delle tematiche.
La prima importante parola chiave è "vita" e, come ha sempre raccontato il diretto interessato, la sua non è stata sempre serena e fortunata. Da anni opinionista nei salotti televisivi di punta e vincitore della seconda edizione de La Fattoria, condotta da Barbara D'Urso, deve però molto alle televendite, grazie alle quali è entrato nelle case degli italiani, con il suo riconoscibilissimo tono di voce.
Il 39enne non ha peli sulla lingua e lo ha sempre dimostrato nella sua carriera: difatti, alla domanda della Boccia sullo scontro più infuocato non ha potuto non menzionare quello avuto con Eleonora Brigliadori, durante una puntata di Detto Fatto, in cui non se le sono mandate a dire.
Non vorrei mai citarla e farle pubblicità, ma quello con Eleonora Brigliadori. Dopo la sua stravagantissima partecipazione a L'Isola dei Famosi, dove ne fece più di Bertoldo in Francia e già delirava più di quanto non deliri adesso, arrivò nello studio di Caterina Balivo su Rai Due, e ad una mia opinione disse che il problema della Rai era che pagava gente come me per fare televisione. Questa cosa mi fece inalberare, mi alzai per andarmene. Non lasciai lo studio per l'amicizia e la stima che mi lega alla Balivo. So di non avere mezzi termini. Negli anni ci sono state delle persone che mi hanno salutato a denti stretti o non mi hanno salutato proprio. Per esempio, c'è stato un periodo in cui Floriana Secondi non mi amava, poi ha capito la mia natura.
E' stato questo il momento in cui gli è stata fatta notare la sua assenza al matrimonio di Daniele Bossari, conosciuto nell'esperienza del Grande Fratello Vip 2, in cui l'ex conduttore di Mistero ha trionfato, a cui, invece, molti ex inquilini hanno preso parte, tra cui il suo grande amico Luca Onestini.
Innanzitutto perché avevo da lavorare. E preferivo andare a lavorare perché abbiamo finito il reality il 4 dicembre. Da lì né io né lui ci siamo più fatti una telefonata. Onestini ha avuto più rapporti. Io mancavo perché non ritenevo importante né per loro né per me esserci, perché certi momenti si vivono in condivisione con i protagonisti se c'è un legame e si è cari.
Nel passato dell'ex gieffino c'è stata anche una breve parentesi nel mondo della politica.
E' stata l'esperienza più brutta della mia vita. Io vengo contattato da questa persona, di cui non sapevo molto. Non ho quagliato nulla. Io non ho avuto e sfido chiunque a dire il contrario una sola convocazione comunale. Alla metà di settembre trovo sui siti di informazione la notizia che ero stato allontanato per assenteismo, dopo di che volevo fare un'azione contro il Comune, ma mi fu sconsigliato. Per la politica ho sempre avuto una certa attenzione.
L'avventura a Cinecittà ha segnato una svolta, dopo aver trascorso un periodo poco semplice, tanto da dichiarare in più occasioni "Ho sorriso alla vita più volte che la vita ha sorriso a me".
Quando ho usato questa frase nella Casa, che è una frase che ho preso da una carissima amica che non c'è più ed è Marta Marzotto, è vero che la vita poi mi ha sorpreso, anzi la vita mi ha risarcito ad un certo punto, ma per molto tempo ho dovuto, mi sono sforzato di sorridere alla vita più di quanto essa abbia fatto con me. Chiaramente quando dico questa frase all'interno della Casa del Grande Fratello non so ancora che cosa questa esperienza mi stia portando. L'unica cosa che avevo capito è che mi stava portando una persona della quale lì, ma ero convinto anche fuori e anche per molto tempo, mi sarei potuto fidare, e sto parlando di Luca Onestini. E con questa persona cominciavo ad incassare le cambiali di risarcimento dalla vita. Luca è una famiglia, è più giovane di 13 anni, ma potrebbe essere un figlio, un nipote inteso come zio, un fratello. Noi arrivammo in albergo dopo la finale del Gf, lui in camera era con i genitori e io non trovavo sto ragazzo, pensai "è già finita così, ho preso un'altra cantonata", sono andato dal concierge e gli dissi "mi passa la camera di Onestini?", suonò questo telefono, dissi "non ho il numero di telefonino, non so dove trovarti, scendi immediatamente" e gli ho fatto una piazzata che avevo già un momento di sindrome dell'abbandono e lui nel giro di 4 minuti è sceso. Luca è il bastone del mio quotidiano. E' semplicemente una grossa e profonda amicizia. Il mio cuore ha già preso molto freddo.
Proprio questo ha portato Raffaello a ripercorrere la sua infanzia e in particolare il rapporto con i suoi genitori.
C'era un momento in cui la vita non capiva più me,così come gli abitanti della vita. Non c'era più una grossa comunicazione tra me e il mondo. Io sono stato aiutato a vivere, perché dal punto di vista economico non mi è mai mancato nulla. Mia madre mi ha fatto anche da padre. Mio padre è stato agghiacciante. Non so dove sarei finito se fosse stato per lui, non ha le minime cifre della mia sensibilità. Mia madre ha fatto quello che ha potuto, aveva buone intenzioni. Tante cose che fanno parte del mio bagaglio culturale le devo a lei. A mio padre non devo niente. Ricordo un anno gli regalai una cravatta con le mance del mio nonno materno, mi presentai con questo regalo e lui disse "bene, anche questa l'ho pagata io". Non abbiamo più rapporti da non ricordo nemmeno quando. Anche la frase "ah ma è sempre tuo padre!" ma chi se ne frega! Se non ci sono fondamenti di rapporto e se quelli che ci sono ti fanno male e ti hanno fatto stare male chi se ne frega del ruolo di mio padre. Se non avessi avuto una madre sana, chissà dove sarei stato. Io basto a me stesso, ho imparato con grossi sacrifici ad amarmi.
E' giunto, poi, la parte focale dell'intervista, quello in cui Tonon con parole commosse ha fatto una rivelazione inedita.
E' una rivelazione forte, perché sono fiero di comunicarla. Tutto parte dalla depressione, dai due grossi episodi della depressione, quelli seri. Ricordo il passaggio dalla scuola elementare alla media, all'epoca non sapevo cosa fosse la depressione, ma con il senno di poi ricordo che la sera quando arrivava l'imbrunire, e io il giorno dopo avevo delle verifiche, io non ero agitato, ero angosciato, vedevo tutto come un grande problema. Quando siamo andati più avanti, lei se n'è accorta e io ho preso coscienza. Abbiamo acchiappato il problema insieme e abbiamo cercato una soluzione. Poi c'è stata la seconda ondata, dopo i 30 anni, ed è stata devastante. Il cancro mi aveva preso in maniera più feroce. Ecco il momento della rivelazione che mi fa piacere condividere: sono arrivato ad avere la misura colma e di sentire il vuoto che ti attraeva, ma non era un vuoto interiore, era il vuoto della finestra. A quel punto ho pensato "se la mia vita dev'essere così, non vale la pena di vivere". Ho pensato di togliermi la vita, non ho tentato, ho pensato. Ed è stato un pensiero per un po' di tempo ricorrente. Prima di trovare la soluzione, ho capito che non potevo morire vittima di me stesso, perché se avessi ceduto a quella stupida illusione che la mia vita sarebbe stata tutta così, sarei morto vittima di me stesso. Invece, la vita dopo mi ha insegnato dopo questa situazione ad amarmi e a pensare che quando sarà quel momento io morirò vittima della sorte e di ciò che è scritto nel libro della mia vita. Ed è stato lì il motore che mi ha portato a cercare altri dottori, altri specialisti, altri armi per sconfiggere questo male, perché è possibile farlo. In questa rivelazione io voglio dire e dare un messaggio chiarissimo, che bisogna contrastare la cappa nera in cui si viene ricoperto e il modo per farlo è curarsi seriamente e con la farmacologia giusta. Non ho paura che possa riaccadere perché io ho toccato il mio fondo depressivo.
Che ne pensate delle sue dichiarazioni?