Riccardo Scamarcio: “Smettiamola di dare la colpa al pubblico!”



Riccardo Scamarcio è arrivato alla 71esima Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia come produttore e attore in due diversi film: La vita oscena e Pasolini. In quest'ultimo, interpreta un personaggio amico del poliedrico Pierpaolo Pasolini, che ricorda un po' Ninetto Davoli: "Non avrebbe senso fare un lavoro d'imitazione, perché io il vero Ninetto lo avevo accanto a me. Ho cercato uno sguardo, un'attitudine pura e furbetta, perché Ninetto è così e lo sono un po' anch'io: siamo più simili di quanto si possa immaginare". E, parlando dell'Italia dei tempi di Pasolini, l'attore racconta: "A volte, in Puglia, dove ho un terreno, raccolgo le olive con dei signori più grandi di me, che dicono che quell'Italia non esiste più. Con la tecnologia non hai più niente da chiedere perché sai già tutto, apri un social e sai tutto senza chiedere niente a nessuno. Io in quanto artista, me ne fotto della società, come disse qualcuno. Ho bisogno di vivere un momento di tragedia individuale. La decadenza culturale oggi è sotto gli occhi di tutto; le discussioni si sono ridotte a 140 caratteri. Quanto al cinema, c'è un problema serio nel mercato italiano, che è sbilanciato verso un tipo di cinema e gli schermi a disposizione per il cinema più sperimentale e indipendente è sempre meno. Il film La vita oscena non ha ancora trovato distribuzione. Trovo incredibile che un film diretto da Renato De Maria e tratto da un romanzo di Aldo Nove con attori di grande spessore non l'abbia ancora trovata: è costato 650.0o0 euro e non credo sia così difficile recuperarli". Così, quando gli si chiede se è il pubblico a preferire un certo tipo di cinema o è costretto dal mercato a vederne solo un tipo, Scamarcio risponde: "Bisogna capire se è il pubblico che condiziona il mercato o viceversa. Io penso che bisogni smetterla di imputare la responsabilità di questo problema al pubblico: credo che questo film possa essere di grande interesse per il pubblico giovane, che può immedesimarsi nella storia di Aldo; trasmette molte emozioni e ha un finale poetico e positivo. E' giusto che esca anche su 40 schermi, ma gli Italiani devono avere l'opportunità di vederlo".

Fonte: Cronaca rosa