Sanremo 2025, Carlo Conti racconta il momento esatto in cui ha capito che voleva Alessandro Cattelan al Festival

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Lo scorso 11 novembre, nel corso della conferenza stampa dedicata alla presentazione di Sanremo Giovani, Carlo Conti ha annunciato che Alessandro Cattelan sarà il co-conduttore dell’ultima serata del Festival.



Al presentatore di Stasera c’è Cattelan è stata anche affidata la conduzione del DopoFestival e di Sanremo Giovani (QUI i nomi degli artisti in gara) che ha debuttato ieri, 12 novembre, in seconda serata su RaiDue. Il prossimo 1o dicembre, poi, si svolgerà la semifinale che vedrà gareggiare dodici candidati, tra i quali solo sei avranno accesso alla serata speciale in onda il 18 dicembre su RaiUno. Solo allora si si stabilirà quali saranno i quattro artisti in gara a Sanremo 2025 nella categoria Nuove Proposte.

Intervistati dal settimanale Chi, Conti e Cattelan hanno spiegato quale sia oggi l’importanza di Sanremo Giovani, dato che molti candidati sono già affermati nel panorama musicale in quanto provenienti da talent show. “Secondo me Sanremo giovani può portare nuovi talenti. È vero che oggi alcuni giovani sono già big: quando sei giovane hai più cose da dire e hai il fuoco dentro per dirle”, ha detto il conduttore piemontese, mentre il direttore artistico di Sanremo 2025 ha spiegato:



È proprio per questo che ho abbassato l’età delle candidature, perché devono essere giovani in erba che si stanno affacciando al panorama musicale: proposte nuove, o che vengono dai talent, che non sono ancora sbocciate. E cosa c’è di meglio della Città dei fiori per farle sbocciare? Questa delle nuove proposte, poi, è una delle medaglie che mi porto dai miei Festival precedenti, perché in quelle selezioni sono passati: Irama, Mahmood, Ermal Meta, Francesco Gabbani e anche Serena Brancale, Enrico Nigiotti, Giovanni Caccamo. Avremo anche due giovani che arrivano da Area Sanremo e uno di loro verrà all’Ariston.

Il conduttore della settantacinquesima edizione di Sanremo, in onda su Rai 1 dall’11 al 15 febbraio, ha poi raccontato il motivo che l’ha spinto a scegliere Cattelan:



Primo perché è un collega bravo, giovane, solido, con grande mestiere, professionalità ed esperienza nel mondo musicale. È perfetto sia per i giovani sia per il Dopofestival. L’idea mi è venuta quando è stato ospite a I migliori anni per lanciare Stasera c’è Cattelan. E poi, quando fece il suo primo programma su Raiuno in prima serata, Da grande, mi volle per lo sketch d’apertura in cui gli facevo da Cicerone, gli spiegavo scherzosamente la Rai. Credo sia stimolante per lui come per me era stimolante quando Pippo Baudo o Renzo Arbore mi dicevano che stavo andando nella direzione giusta. Ecco, c’era lo stesso gap generazionale. Spero di essere da stimolo per Alessandro, che ha la sua identità, la sua forza, ha il suo modo di fare tv. Il mio compito non è di dire cosa fare, ma di stimolare.

Dal canto suo Cattelan ha dichiarato:

Carlo mi piace perché è una persona con grande senso dell’umorismo, e siccome le idee che propongo sono umoristiche, ho chiesto a lui di aprire con me il mio primo programma in Rai: arrivavo in questa famosa Raiuno che era vista come la rete con il pubblico più “anziano” e io avevo questa eterna etichetta del giovane, infatti il programma si intitolava Da grande. Chiedevo aiuto a Carlo in quanto “grande”. Buttavo giù idee per il programma facendo nomi nuovi tipo Dua Lipa, e Carlo mi rispondeva: “Ma quale Dua Lipa, qui serve Orietta Berti!”. E, vedendo com’è andata, aveva ragione lui (ride, ndr).

Ci siamo confrontati in un pranzo fiorentino, gli ho esposto le mie idee e lui le sue, davanti a una ribollita, alla pappa con il pomodoro e alla minestra di farro”, ha proseguito Conti, raccontando come è avvenuta la proposta. Poi Cattelan ha aggiunto:

Mi ha fatto gustare il tris toscano, con una buona bottiglia di vino, e mi ha detto cosa aveva in mente. Sanremo giovani è un talent e quello è una parte del mio lavoro, l’ho fatto a X Factor, mentre il Dopofestival è la seconda serata, che è l’altra parte del mio lavoro. È nelle mie corde, con quello spirito di cazzeggio sopra le righe, un momento in cui puoi smitizzare e creare un clima non dico da bar ma da pub, il luogo in cui passano cantanti, giornalisti, commentatori, è un po’ il terzo tempo del rugby.

E ancora, sull’eventualità di condurre il Festival in futuro, Cattelan ha spiegato:

Da un lato mi lusinga anche solo essere preso in considerazione per l’evento più importante. Ma non so se lo farò mai Sanremo, non è detto. Sarei in grado di farlo? Probabilmente sì. Sarei la persona più adatta? Magari anche no. Per condurre Sanremo serve una persona molto brava e “larga”. Carlo Conti è una persona molto brava e molto larga. Si può fare un bel lavoro ed essere contenti anche senza fare Sanremo, anche perché questa voce fa passare ogni altro mio progetto come una diminutio. Faccio le mie cose, come presentare le ATP Finals di tennis, e mi diverto, anche il Dopofestival lo vedo molto adatto a me.

Poi, sui probabili ‘Big’ (saranno 24, che Conti annuncerà il 2 dicembre), il conduttore ha anticipato:

Non si cerca nessuno, sono così tanti quelli che si propongono che hai l’imbarazzo della scelta (…) È facile (ride, ndr), basta metterci quelli che non l’hanno fatto l’anno scorso e qualche nome lo becchi. (…) Per i giovani ho sentito 560 brani, per i big siamo sui 200. Tiziano Ferro e Albano e Romina? Sono una suggestione. Con Albano e Romina feci la reunion nel 2015, credo sia difficile rifarla. Tiziano sarebbe un sogno averlo, ma non so se ci stia pensando. Blanco? Sarebbe giusto in qualche modo dargli la possibilità di tornare a superare lo choc che ha avuto su quel palco, è un talento.

Alla domanda: “Ha già condotto tre Festival di successo, qual è il suo obiettivo per questo?”, Conti ha risposto:

Voglio rendere un servizio alla discografia, proseguire con il lavoro fatto, creare un bell’evento seguito da tutti e apprezzato da tutti i componenti della famiglia e, possibilmente, regalare tante belle canzoni. C’è chi dice che il mio terzo Sanremo sia stato lo spartiacque per aprire a un nuovo mondo musicale, che poi ha proseguito alla grande Baglioni e alla grandissima Amadeus con i suoi straordinari Festival. Devi seguire la discografia: se tu prendi la hit parade di dieci anni fa c’erano otto-nove stranieri nella top ten e uno italiano; se prendi quella dello scorso anno ci sono 8 italiani e due stranieri. È cambiata la discografia, c’è fermento, c’è tanta proposta per tutti i generi e tutti i sapori.

A Sanremo ormai mi sento a casa. Ho il mio ristorantino fuori Sanremo dove vado a pranzo, lì ho tanti ricordi. Le altre edizioni abbiamo festeggiato con mia moglie Francesca i compleanni di nostro figlio, Matteo: un anno, due anni, tre anni. Quest’anno ha la scuola e, quindi, sarà con noi solo la settimana del Festival, e sabato 8 festeggeremo i suoi 11 anni.

Infine, per quanto riguarda i possibili ospiti di Sanremo 2025:

Non ci ho pensato, fino al 2 dicembre devo pensare alle canzoni. Non ci dormo la notte perché sono nel marasma musicale, non sento neanche la radio, però è la parte più bella e di responsabilità. Avrò una piccola parentesi il 1° dicembre con lo Zecchino d’oro, e il 2 dicembre, al Tg1 delle 20, presenterò la lista. Da lì in poi penserò agli ospiti, ai conduttori, al contorno.