Un destino incerto si prospetta per uno dei programmi più seguiti e longevi della storia della tv italiana: il Festival di Sanremo. Dopo lo scandalo dei dipendenti comunali che al mattino timbravano il cartellino e poi andavano a spasso anziché a lavorare, la città dei fiori potrebbe candidarsi a ospitare il 'Festival degli assenteisti': su 272 impiegati controllati, 196 sono stati indagati. Tra i reati contestati, truffa ai danni dello Stato, falso in atto pubblico e interruzione di pubblico servizio. Il caso getta inevitabilmente un'ombra sulla città, capitale della canzone italiana: il Comune, infatti, è partner della Rai, che ogni anno organizza e trasmette l'evento. Così, all'indomani del blitz della Guardia di Finanza, c'è chi invita a valutare il trasferimento del Festival in un'altra città. Tanto più che sull'Ariston è piovuta un'altra tegola molto pesante: un'indagine svolta a Roma avrebbe scoperto un sistema di tangenti, fondi neri e assunzioni pilotate costato alla Rai centinaia di milioni di euro che riguarderebbe anche il Festival di Sanremo. Notizia, questa, che ha fatto tremare i polsi all'amministrazione comunale e che in pochi giorni ha fatto diventare la città protagonista di uno scandalo all'italiana. Carlo Freccero, membro del Consiglio di amministrazione della Rai, sostiene con forza l'ipotesi di un cambio per la location del prossimo Festival della musica italiana: "Parlo a titolo personale, anche perché non ho il potere di decidere. Se fossi io il direttore generale Rai senza dubbio farei il Festival, ci mancherebbe, ma quest'anno lo sposterei a Genova, per sottolineare la gravità della situazione e prendere le distanze dallo scandalo in un Comune che non è più decente. Tuttavia, sarebbe importante mantenere il nome dello show, perche il Festival è un evento che va ben oltre Sanremo" dichiara l'ex direttore di Rai 4. Sulla vicenda interviene anche Roberto Fico, presidente della Commissione parlamentare di vigilanza Rai ed esponente del Movimento 5 Stelle: "La Tv di Stato versa 7 milioni di euro al Comune, proprietario del marchio del Festival, per una convenzione triennale. Non vedo perché dovremmo punire tutta una comunità che magari lavora onestamente a causa dello scandalo degli impiegati comunali". Anche Franco Siddi, come Freccero membro del consiglio di amministrazione Rai, non vede ostacoli sulla strada del Festival: "La Rai deve preoccuparsi che sia rispettato il principio di legalità in tutte le attività che riguardano il Comune di Sanremo e che i servizi forniti dalla città rispettino gli obblighi stabiliti nel contratto. C'è un'inchiesta e la giustizia farà il suo corso. Inoltre la Rai ha organismi preposti al controllo di trasparenza e legalità". Infine, non ha dubbi nemmeno il critico televisivo Aldo Grasso, che spiega: "La situazione è drammatica, ma non credo che inciderà sul Festival. In questo momento la Rai non ha la forza per fare un gesto moralistico e dire: 'Non andiamo più a Sanremo perché è una città piena di funzionari che non fanno il loro dovere'. Queste situazioni sono talmente endemiche che, come al solito, si va sempre avanti per forza d'inerzia: il Festival si farà". Con buona pace dei cittadini onesti.