Se mi lasci non vale, gli autori replicano alle accuse di aver ‘copiato’ Temptation Island (e lanciano una stoccata a Filippo Bisciglia!)

Nel corso della presentazione dei palinsesti Rai per la stagione 2024/2025 è stato lanciato un nuovo programma, Se mi lasci non vale.



In Se mi lasci non vale, condotto da Luca Barbareschi - nel cast della diciannovesima edizione di Ballando con le Stelle - e trasmesso dal 21 ottobre al 18 novembre su RaiDue, coppie di persone comuni affronteranno le proprie crisi. Il comunicato ufficiale dell'azienda ha anticipato:

Sei coppie in crisi, selezionate attraverso casting mirati ed approfonditi, accettano di partecipare al programma per rimettersi in gioco e ritrovarsi. [...] Per quattro settimane, all'interno di una villa, si sottoporranno a prove. Esperimenti sociali e candid camera (in house ed outdoor). Attraverso un percorso di coaching e di confronti, individuali e collettivi, per capire e provare a risolvere le criticità della relazione.



La trasmissione ha quindi molti punti in comune con una delle punte di diamante di Mediaset Temptation Island, il fortunato reality guidato da Filippo Bisciglia su Canale 5. Nel corso della conferenza stampa dedicata alla presentazione di Se mi lasci non vale il direttore dell'Intrattenimento Prime Time Marcello Ciannamea ha parlato proprio della differenza tra il prodotto Rai e quello Mediaset:

Non c’entra assolutamente nulla con Temptation Island. L’obiettivo è quello di fare un docu-reality, un esperimento sociale, un luogo dove raccontiamo un percorso di sei coppie in cui tutti devono rispecchiarsi. Racconta storie di solitudini, di incomprensioni. Racconta storie che tutte noi possiamo incontrare nelle nostre storie di coppie. È un programma in cui non si vince nulla. È un racconto non pesante, è un programma nel quale le tensioni che si creano tra le coppie sono stemperate dalla dimensione ludica. Luca ha un ruolo molto particolare in questo docu-reality, un po’ diversamente dai ruoli che Luca ha interpretato in tutta la sua lunga carriera. Sarà il narratore, in una sorta di control room, facendo però anche delle incursioni. I picchi emotivi di questo programma saranno un’altra caratteristica.



"Temptation Island si posiziona su un genere editoriale molto diverso", ha aggiunto Ciannamea. Il vicedirettore dell’Intrattenimento Prime Time Giovanni Anversa ha poi lanciato quella che sembrerebbe una 'stoccata' a Bisciglia:

Temptation Island parte da presupposti scritti. Noi abbiamo pensato questo programma pensando di non farlo così. Temptation Island era il nostro punto di riferimento da evitare. Dal punto di vista del linguaggio televisivo ripropone abitudini televisive. Questo è un vero test sullo stato emotivo della coppia. Abbiamo scelto coppie che rappresentassero in maniera eterogenea l’Italia da nord a sud. È un programma tensivo: si sono create dinamiche tra le coppie e dentro le coppie.

Io che ho fatto per tanti anni tv sociale credo che sia un programma che aiuta l’essere terapeutico, la possibilità di confrontarsi con persone che sono in uno stato alterato e che sono chiamati a sostenere delle prove. È un programma perfettamente in linea con il servizio pubblico. La tv pubblica deve sapere interpretare i linguaggi raccontando il paese, raccontando i legami, le relazioni. Ero anch’io nel partito dei diffidenti, avendolo conosciuto io in tempi non sospetti: ne conosco e ne apprezzo l’architrave dei suoi strumenti. Adesso sono tra i sostenitori di questo esperimento sociale.

E ancora, Lorenzo Torraca, CEO di Verve Media Company, casa di produzione del programma, ha sottolineato:

Il nostro è un format italiano a differenza di Temptation Island. Per noi è stato un esperimento totale: qui abbiamo sperimentato facendo scelte precise. Abbiamo sperimentato seguendo la tendenza all’ibridizzazione dei generi. Abbiamo un impianto di telecamere, un impianto di docu-reality e abbiamo aggiunto un elemento di coach. Avevamo l’interesse di fare un prodotto che fosse inattaccabile. L’unica provocazione è la coppia specchio, che ha portato dentro la casa delle dinamiche. Le coppie le abbiamo trovate dopo un lunghissimo casting perché volevamo cercare delle coppie che fossero vere, reali, non televisive. Sono due le coppie con figli: una coppia ha tre figli ed è sposata da diversi anni, un’altra ha una figlia, ma non sono sposati.

"Assenze di coppie omosessuali? È stata una scelta spontanea. Non abbiamo fatto una valutazione a monte", ha aggiunto Torraca, mentre Anversa ha chiarito: "Se si fosse presentata ai casting una coppia gay, l’avremmo valutata come le coppie che si sono presentate".

Infine Barbareschi ha dichiarato:

La scelta degli autori è stata quella di non partire da gente disturbata, ma da gente comune, che potresti incontrare sotto casa. Dentro queste coppie che sono apparentemente normali, ci sono dei mondi infiniti, che sono molto più interessati quando si è a che fare con persone comune, che non sono più inibite di fronte a una telecamera. La gente si apre molto. [...] È un super programma: il regista ha fatto un lavoro visivamente stupendo. Per me non stare in uno studio è stato difficile: abbiamo trovato una chiave alla Truman Show in cui io sto in una regia con decine di schermi. Intervengo sulle dinamiche di coppie. Faccio riflessioni serie, anche se io avrei voluto farle più leggere. Rivedendolo probabilmente era giusto così.

Il ruolo dei nostri due attori, che formano la settima coppia, è stato molto utile. Hanno giocato da infiltrati. Loro due ci sono serviti tantissimo perché hanno fatto seguire un loro percorso emotivo finto a persone che vivevano un percorso emotivo. Quando le altre coppie che loro capiscono che sono infiltrati, c’è uno spaesamento.