Reduce da Tres, lo spettacolo teatrale in cui tre donne decidono di farsi mettere incinte dall'uomo ideale, Sergio Muniz racconta: "Mi sono trovato molto bene. All'inizio avevo timore di nomi importanti come Marina Massironi, Anna Galiena e Amanda Sandrelli, ma loro mi hanno aiutato molto. Quando lavori in teatro, godi di una popolarità diversa, meno forte di quella della tv: adesso la vivo bene". Quando gli si chiede della vita privata e del matrimonio con Beatrice Bernardin, risponde: "Avere una figlia conta tanto. Come in tutte le relazioni ci sono momenti brutti e belli, l'importante è risolverli insieme. Quando si capisce che gli spazi vengono invase, bisogna tenere un po' le distanze, anche nella convivenza. Un secondo figlio? Sto bene così, ma perché no? Per ora non è in progetto. I miei punti deboli? Ho la fobia degli aghi e una leggera agorafobia, ossia delle folle. In teatro, però, non mi capita: è diverso quando mi trovo tra la folla. Alle inaugurazioni dei locali non vado spesso, anche se potrei avere molti più soldi così. Mi viene l'ansia, sento il bisogno di cercare l'uscita. Ciò che mi preoccupa di più nella vita è sapere cosa mi riserva il futuro, visto che è tutto precario e che se non sappiamo se avremo una pensione. Noi attori viviamo di precarietà, magari mettono una legge che manda tutto all'aria".