Sossio Aruta svela un retroscena inedito su Campioni – Il Sogno: “Mi fecero litigare con Ciccio Graziani perché faceva giocare Giorgio Alfieri che…”
L’ex cavaliere di Uomini e Donne ha ricordato il grande successo del reality calcistico: “Non potevamo camminare per strada, la gente ci amava”
Giusy Agosto 27, 2023
Gli appassionati di Uomini e Donne ricordano Sossio Aruta per essere stato uno dei volti storici del Trono over del dating show di Maria De Filippi.
I più “agée” invece hanno iniziato a conoscerlo 20 anni fa, quando l’ex cavaliere era stato uno dei protagonisti assoluti di Campioni – Il Sogno, un reality show ambientato nel mondo del calcio. Un progetto ambizioso, durato due anni e mai più replicato. Nel cast anche Cristian Arrieta, Diego Armando Maradona Jr, Francesco Gullo e Giorgio Alfieri. La squadra era allenata dall’ex calciatore giallorosso Ciccio Graziani.
Nel corso di un’intervista rilasciata a Fanpage, Sossio ha voluto ripercorrere le tappe di quel grande successo, rivelando di aver litigato con il mister perché faceva giocare sempre l’ex tronista:
È uno dei ricordi calcistici più belli perché è stato qualcosa completamente fuori dagli schemi. Qualcosa di inedito per il calcio e per la televisione. Ho conosciuto persone straordinarie come Ciccio Graziani e Magrini. Siamo stati trattati come dei giocatori di prima fascia in quella stagione. Eravamo super coccolati, era un paese dei balocchi. Non potevamo camminare per strada, la gente ci amava. C’erano gli stadi pieni, ovunque si andava a giocare. Io avevo già giocato in categorie più importanti, come la B e la C1, ma il seguito che avevamo in quella stagione è stato irripetibile.
Con Ciccio Graziani mi misero nelle condizioni di litigare perché gli autori sapevano perfettamente che io non sarei mai stato zitto. Non venivo considerato titolare a dispetto di tre ragazzi che non sapevano giocare.
C’era Giorgio Alfieri, che non sapeva fare neanche due palleggi di seguito. Poi c’era un certo Ivan Salzano, che io ho cresciuto a Benevento, era un ragazzino e gli ho fatto fare io il primo gol in Serie C. Poi c’era un certo Matarrese, bravino del Nord, che andò via per disperazione perché caratterialmente era un tipo molto serio. Lì era una caserma dove si faceva molta caciara e mollò perché lo avevamo preso di mira. Io, pur sapendo che quello era un reality, ero intenzionato a proteggere la mia figura di calciatore. Non volevo perdere la stagione e cercavo di tutelare la mia professione, me la sono presa anche alzando la voce e ringhiando dove era possibile.
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