Il passato di Georgette Polizzi non è stato di certo facile. Era stata proprio lei a raccontare quello che ha dovuto affrontare durante una puntata di Seconda Vita, trasmissione su Real Time condotta da Gabriele Parpiglia. Un trascorso molto intenso, quello di Georgette, che grazie all'incontro con Davide Tresse, con cui partecipò a Temptation Island, è riuscita a trovare un po' di quella serenità che nel corso degli anni le era venuta a mancare.
Intervistata da Leggo, la Polizzi ha parlato del suo difficile rapporto con la madre, scomparsa tragicamente a causa del suo ex compagno, come la stessa Georgette aveva raccontato a Parpiglia:
Mi ha picchiata fin da piccolissima. Adesso ho capito che era malata, ma quando sei bambina non lo capisci, pensi che quella rabbia sia la normalità, che tutti i genitori reagiscono così per punire i figli quando magari rompono qualcosa, credi di meritarle. A 15 anni sono finita in ospedale e mi hanno allontanata da lei: da quel momento sono cresciuta in una Casa famiglia.
Le violenze, però, non li limitavano alle quattro mura di casa:
Per strada i compagni di scuola mi facevano cadere, mi tiravano i sassi in testa per il colore della mia pelle. Erano gli anni Ottanta, il razzismo era tanto. Mi sono resa conto di essere diversa a 6-7 anni, stavo malissimo. Probabilmente da lì nasce la mia voglia di rivalsa, di dimostrare agli altri che sapevo fare le cose come loro e forse ancora meglio di loro.
Due anni fa, poi, Georgette è stata nuovamente messa a dura prova. La scoperta della sclerosi multipla ha totalmente cambiato la sua vita, ma non l'ha abbattuta. Questa malattia ha completamente modificato i progetti della Polizzi che, sempre a Parpiglia, aveva rivelato di non poter avere figli. Questo aspetto è stato oggetto dell'ultimo post pubblicato da lei su Instagram. La stilista si è infatti rivolta a tutti quelli che le chiedono continuamente del perché non abbia deciso avere un figlio, o adottarlo, dopo il matrimonio col suo Davide:
Quasi ogni giorno ricevo messaggi come “sei incinta?”, “perché non fai un figlio?”, “a quando un bambino?”, “non è ora di avere un figlio?!”, “perché non adottate?!”. Io dico BASTA. Basta con queste domande scomode, che spesso infieriscono con una situazione già delicata di per sé!! Basta con le solite insinuazioni, con i pareri non richiesti e con domande sfacciate, a volte non so con che coraggio riusciate a farle! Ogni volta vi rispondo per educazione che per me è un discorso difficile e voi ve ne uscite con un “adottalo no!”, come se fosse un “perché la pasta non la fai al pomodoro invece che al pesto?!”. Soffro di una malattia neurodegenerativa e l’adozione è impossibile. Oggi parlo a nome di tante donne stanche di questa superficialità, dal canto mio ho anche scritto un libro raccontando questa parentesi dolorosa.