‘The Voice of Italy 4′: l’opinione di Chia sull’undicesima puntata

Ed eccoci ai Live Show, la fase più attesa di ogni edizione di The Voice of Italy, soprattutto perché ai gusti personali dei quattro coach Max Pezzali, Dolcenera, Emis Killa e Raffaella Carrà si aggiungono ora quelli del pubblico televotante da casa, e si può iniziare a capire chi potrebbero essere i potenziali vincitori di quest'annata.



Arrivati a questo punto (ma volendo avrei potuto anche prima, vista la situazione...) tocca fare la stessa premessa fatta nel commentare Amici 15: abbiamo di fronte tante belle voci, questo è indubbio. Gente molto intonata che ti prende un brano, te lo confeziona bello, pulito e preciso e te lo esegue alla perfezione sul palco.

E' che a me la perfezione annoia. Il compitino ben eseguito non ha mai fatto al caso mio. Di belle voci, si sa, il mondo è pieno, e se chiunque si ritrovi con una buona intonazione dovesse diventare automaticamente un cantante, in Italia avremmo risolto il problema della disoccupazione. C'è un'enorme differenza tra piacevoli esecutori, che sono la maggiorparte, e artisti indiscussi, ed è quel quid in più che per me fa la differenza.



Devo essere sincera, io ieri sera ho ascoltato tanta mediocrità. Troppa, per essere ai Live Show. E' quasi imbarazzante pensare a che talenti si siano lasciati scappare i coach pur di mantenere in gioco gente come Francesca Basaglia o Edith Brinca.

Ad un'esibizione perfetta sul piano tecnico preferisco qualcosa di più empatico e comunicativo, o un timbro così unico e particolare che ti rimane impresso in maniera indelebile. Personalità, in poche parole quello che mi piace trovarmi davanti è qualcuno che trabocchi di personalità e in un modo o nell'altro riesca a cacciarla fuori. E in quello studio la personalità appartiene a pochi, molto pochi.



Max Pezzali i più forti del suo Team ci ha già pensato lui stesso a farli fuori (basti pensare a Claudio Cera o Cristiano Carta), quindi dubito riuscirà ad essere competitivo in vista della finale.

Del #TeamCarrà salvo solo Samuel Pietrasanta, che esibizione dopo esibizione riesce a regalare emozioni con estrema semplicità ed umiltà.

Ma a contendersi il podio, secondo me, saranno il #TeamDolcenera e il #TeamKilla, entrambi formati ora da tre elementi molto forti.

Emis, che secondo me (nonostante lo stimassi ben poco prima di questo programma, e faccio mea culpa) è stato il giudice più accorto e lungimirante di tutti, ha in squadra due ottime interpreti come Frances Alina Ascione e Roberta Nasti (che per fortuna nel ballottaggio finale ha preferito a Giuliana Ferraz, che sì, è a tutti gli effetti la brasiliana più moscia che la storia ricordi) ma soprattutto il fuoriclasse (cit.) Charles Kablan, uno dei pochi capaci di approcciarsi ad un brano di Marco Mengoni senza farmelo rimpiangere alla prima nota. Quasi un miracolo, insomma.

Dolcenera ha tra le mani il piccolo Joe Croci, che non sarebbe malaccio se non fosse per quell'ego troppo strabordante per un sedicenne, un'Alice Paba in gran spolvero, visto che è passata dall'essere cacciata l'anno scorso da Amici 14 a vincere addirittura il televoto di ieri sera, e soprattutto la mia Giorgia Alò, un timbro così pazzesco che appena ha intonato Skyfall di Adele mi ha fatto venire i brividi. A me, che manco se mi infili nel freezer li sento. L'unica cosa che mi ha stupito è non vederla premiata dal pubblico da casa: è proprio vero che in Italia distinguersi dalla massa non premia mai, porca misera.

Secondo me il vincitore di quest'anno è tra questi sei. Ora non ci resta che attendere il 25 per scoprire quale tra loro.