Ultimo si racconta a ‘Vanity Fair’: “Esprimersi d’istinto è pericoloso, ma è il mio carattere: sono schietto e incontrollabile”. E a proposito dell’ex fidanzata…
Martina Aprile 4, 2019
Ha soli 23 anni Niccolò Moriconi, per tutti ormai Ultimo, che dopo aver guadagnato un secondo posto (tra non poche polemiche) al Festival di Sanremo 2019 è pronto al lancio del suo terzo disco Colpa delle Favole, in uscita venerdì 5 Aprile.
Giovane ma con l’aria di chi ha già riflettuto a lungo su quello che la vita gli ha messo davanti, il giovane cantautore romano cresciuto a pane e canzoni di Antonello Venditti non ama risparmiarsi e al settimanale Vanity Fair ha raccontato proprio tutto, a partire dal motivo per il quale ha scelto questo nome, così atipico e peculiare:
Successe in un bar di San Basilio, la borgata romana da cui vengo. Con un gruppo di amici ci eravamo chiamati Les Misérables, dal romanzo di Victor Hugo. Al singolare suonava brutto, “miserabile”, così è venuto da sé Ultimo: che ce l’ha con tutti, ma non ce l’ha con nessuno, perché in fondo ce l’ha solo con sé stesso. Per essere nato con la predisposizione a sentirmi colpito, un bersaglio incompreso. Avere creduto a insegnanti che già alle elementari mi davano del nullafacente: “È bravo ma non si applica” dicevano a mia madre, “suo figlio è marcio dentro, farebbe meglio a trovargli qualcosa” ripetevano, e la tela bianca che ero, intanto, si disegnava così, con questa ambizione di riscatto che non mi passerà mai. Persino lo stadio non basterà.
Un senso di inadeguatezza, di malinconia e inquietudine che Nicolò racchiude in molti dei suoi testi, e forse una voglia di riscatto che non troverà mai pace, nemmeno in questo terzo capitolo della sua vita musicale iniziata nel 2017 con Pianeti, il suo primo album, in cui raccontava – attraverso una dimensione di fantasia – la storia di un ragazzo arrabbiato, in cerca di una posizione nel mondo e con un obiettivo da raggiungere a tutti i costi, e poi proseguita con Peter Pan nel 2018 in cui cantava la realizzazione di quei sogni tanti agognati. Oggi quel ragazzo un po’ sognatore che non si è mai arreso ha finalmente raggiunto L’Isola che non c’è ma a malincuore ha scoperto che forse quel mondo che tanto desiderava conoscere non corrisponde poi a quello che aveva immaginato.
Un album denso di significato, dove ogni frase non è lasciato al caso, dove ogni traccia è una piccola autobiografia:
“E ho vissuto con il peso di maestre e poi psicologi/ Dicevano su cerca di non essere sbadato/ Che la vita poi non torna, e se ti perdi sei fregato”. Avrò avuto una decina d’anni, ricordo facevo cose in effetti un po’ irrequiete, tipo lanciare le mele in classe, quando mi mandarono da una, nella speranza mi curasse questa “inadeguatezza”. Solita predica, solito dito puntato. Ma davvero c’è un modo giusto per vivere?
Una canzone si chiama Ipocondria, e anche lì nessuna parola è lasciata al caso:
Stavo preparando l’esame di ammissione a Scienze umane dopo essere stato bocciato a Ragioneria. Caffettiera sul fuoco, bevo e ripeto, bevo e ripeto, dal niente una tachicardia. Mi fa provare la de-personalizzazione, che intorno tutto è un cartonato finto, che mi manca la terra sotto ai piedi. Per calmarmi uso fiori di Bach e ginseng. E sto cercando di smettere di fumare, perché le prime a risentirne sono le corde vocali.
Nel brano Quella casa che avevamo in mente ritorno invece in maniera preponderante l’assenza della fidanzata Federica Lelli: “E’ una storia chiusa, lontana, come qualcosa che non torna e di cui solo a tratti si ha nostalgia”. Mentre in Fateme canta’, singolo già in onda su tutte le maggiori radio da fine Febbraio, il cantautore ammette senza riguardi che quando parla sbaglia “i modi, i toni e anche i tempi” e la mente va subito alle polemiche nate con i giornalisti dopo il Festival di Sanremo:
Chi più chi meno, siamo furbi, ci aggiustiamo a seconda di chi abbiamo di fronte. Io no: reagisco di pancia, sbrocco. Finito il Festival mi hanno dato del coatto, fascista, omofobo, ma la verità è che non sono niente di tutto questo. Io di politica non ne so, e le generalizzazioni, come le strumentalizzazioni, mi amareggiano. Ho agito d’istinto, ed esprimersi d’istinto è pericoloso. Ma è il mio carattere: schietto, incontrollabile. Sto lavorando per migliorare. Ho pensato che chiedendo scusa sarei tornato a far parlare di me ma non della mia musica, quindi mi sono detto: cerco di evitare totalmente.
Pronto per un nuovo tour che culminerà con uno stadio Olimpico già sold out, Ultimo è pronto a lasciarsi alle spalle tutte le polemiche degli ultimi tempi e a tornare sul suo palco ad abbracciare la sua gente, che gli è sempre rimasta accanto fin dai primi passi non mollandolo nemmeno per un attimo.
Voi cosa ne pensate di questo nuovo album in arrivo? Vi piace il cantautore romano?
COMMENTI