Andrea Nicole Conte, ex volto noto di Uomini e Donne, ha risposto ad alcune curiosità dei suoi follower.
Attraverso il classico "box domande", l'ex tronista ha risposto a chi le ha chiesto come gestisce le critiche:
Questa è una domanda che mi viene posta spesso. A volte insieme a "come gestisco il giudizio degli altri?". Non è semplice ma quello che vi dico sempre è che siamo noi a stabilire cosa, di quello che ci viene detto, può avere valore e soprattutto quanto! C'è poi da fare una distinzione tra "giudizio" e "consiglio" che sono due cose diverse ma che spesso vengono scambiate volutamente per nascondere la cattiveria di fondo, camuffandola dietro un: "era solo un consiglio". Oppure: "era solo una domanda!". Il giudizio, la cattiveria, l'infamia, si nascondono anche dietro domande poste nel modo sbagliato, maligno. Lì capisci le intenzioni reali delle persone. Una volta che impari a riconoscere le intenzioni, verrà automatico dare il giusto peso alle cose che realmente lo meritano.
A chi invece le ha chiesto come gestisce i momenti "no", quelli che costringono ogni essere umano a fare i conti con sé stesso, Andrea Nicole ha detto:
Potrei risponderti con delle frasi fatte tipo: "mi dico che sono bellissima e volo via come una farfalla". Ma la realtà è che nei giorni no, in cui non mi piaccio, non c'è santo che mi possa convincere. Al contrario, devo elaborarlo da sola. Sono estremamente autocritica, a volte troppo ma questo mi ha aiutata a prendere coscienza e consapevolezza dei miei punti "deboli" e soprattutto di quelli forti. Ora guardo quello che non mi piace di me in un'ottica diversa rispetto a prima, meno critica e (auto)distruttiva ma più comprensiva e accogliente.
L'ex tronista infine ha spiegato come ha fatto a prendere in mano la sua vita e decidere così di essere non più Andrea bensì Andrea Nicole:
In realtà la parte più complicata è prendere coscienza di quello che realmente di vuole, di come ci si sente. Una volta messi in chiaro questi punti non resta che mettersi a tavolino. Valutare le opzioni a disposizione che, nel mio caso, erano solo 2: reprimere tutto per vivere una vita "a metà" tra ciò che ero e ciò che volevo essere. O prendere la mia vita tra le mani, plasmarla e farle prendere la forma che intravedevo attraverso lo specchio. Ho imparato nel tempo a vivere a pieno il dolore rendendolo una fonte di profonda riflessione, senza respingerlo. Perché quando arriva mi sta dicendo che qualcosa non sta funzionando e in un qualche modo mi aiuta a mettere a fuoco.