Un ex cavaliere del parterre Over di Uomini e Donne è stato denunciato dai carabinieri del Nas alla procura di Cassino perché trovato senza una laurea riconosciuta in Italia.
Stiamo parlando di Ivan Di Stefano, il 50enne proveniente da Roma, noto per aver preso parte durante la scorsa stagione all’interno dello studio del dating show ideato e condotto da Maria De Filippi:
Qui, ricordiamolo, aveva addirittura fatto colpo su Tina Cipollari. Con l'opinionista infatti aveva anche fatto qualche esterna, salvo poi iniziare una frequentazione fuori dal programma con Gloria Nicoletti. Le cose tra loro però non andarono bene e di loro non si seppe più nulla.
La notizia del giorno è proprio la denuncia ai danni di Ivan che ha lavorato per quasi due mesi al Pronto Soccorso di Cassino, dichiarando di essere un medico specializzato in neurologia, ma il suo titolo (conseguito in Ucraina) non ha alcun valore in Italia e non è neppure riconosciuto. Di Stefano, come riportato nella nota dei Nas, "ha esercitato abusivamente la professione di medico chirurgo presso il pronto soccorso di Cassino, senza il riconoscimento ministeriale del proprio titolo di laurea conseguito all’estero".
L’ex cavaliere di Uomini e Donne aveva dichiarato dunque di essere medico specializzato in neurologia riuscendo così a lavorare nel settore specialistico. Aveva anche ottenuto un contratto a tempo determinato presso l’ASL di Frosinone. Lavorava tutti i giorni, con una turnazione mattutina, pomeridiana e anche notturna, per un totale di 36 ore settimanali. Fino quando, pochi giorni fa, i carabinieri lo hanno segnalato alla magistratura.
Pronto oggi è stato l'intervento del dottor Fabrizio Cristofari, primario di Pronto Soccorso presso l'ospedale di Frosinone:
Quando ce ne siamo accorti lo abbiamo subito sospeso. A noi risultava di aver prestato servizio, per un anno e mezzo, presso un Centro Radiologico di Roma. Non va dimenticato, comunque, che, per la grave carenza di medici nei Pronto Soccorsi italiani, spesso si accelerano i tempi per assumere personale.
Probabilmente il "medico" si è avvalso dell'ormai comune prassi di presentare un’autocertificazione per la dichiarazione dei titoli posseduti. Questa, che dovrebbe essere verificata presso l’Università dove è stata conseguita la laurea, è stata respinta in Italia.