‘Uomini e Donne’: l’opinione di Chia sulla puntata del Trono classico del 2/03/20

Chia Marzo 2, 2020

Che ‘sto Trono classico faccia acqua da tutte le parti – vuoi per la scelta discutibile dei suoi protagonisti, vuoi per la messa in onda ognimortedipapa che non aiuta di certo – lo andiamo ripetendo da settimane.

Non avessi un blog che parla di ‘ste fregnacce, probabilmente è da mo che avrei spento Canale 5 e avviato Netflix, con la lista infinita di serie tv che devo ancora recuperare. Ma ahimé il blog ce l’ho, e quindi urgeva trovare un valido motivo per seguire le vicende di ‘sti quattro sciroccati (che non fosse il masochismo puro, dico), e alla svelta pure.

E – posto che per ora anche solo ipotizzare una qualunque ship sarebbe più avventato che discutere di diete con me medesima, per non parlare delle emozioni, che manco quelle furibonde vediamo più ormai, tanta è la noia che dilaga – dopo la puntata odierna un motivo per seguire il Trono classico l’ho trovato: il pollaio. E più sarà becero più lo amerò.

L’unica cosa minimamente interessante in un trono completamente no sense, infatti, è vedere volare stracci. Quello ha sempre il suo appeal, in qualunque programma capiti e chiunque siano i protagonisti. E se stasera al Gf Vip 4 ci aspettano gli spintoni di Antonella Elia Vs il rosario di Valeria Marini, oggi pomeriggio la gara a chi era la più poraccia ce l’hanno regalata Giovanna Abate e Sara Shaimi, a suon di “Quello che dici non vale un ca**o” e “Perché mai dovrei parlare di te“. E per non farci mancare nulla, persino gli opinionisti si sono schierati, Gianni Sperti dalla parte della Abate e Tina Cipollari con Lorenzo Riccardi dalla parte di Sara.

Nemmeno il tempo di poggiare le chiappe sulla poltrona rossa che Giovanna s’è già beccata della gatta morta che suda random, e la Shaimi ha improvvisamente ritrovato nuova linfa vitale andando ad attingere tra i ~~muscoli dei~~ corteggiatori della rivale.

E a parte che io Alessandro Graziani vorrei studiarlo in laboratorio, perché mo va capito qual è il suo segreto per rendere una bimbaminkia qualunque essere patatamunito che gli ronza a meno di tre metri di distanza (visto che siamo a tre su tre, al momento, quasi un record), ma che lì dentro non ci sia alcun interesse reale – almeno per ora – mi sembra abbastanza oggettivo, ecco.

Ma proprio reciproco, eh. Che io sono una delle poche a cui Sonny Di Meo non ha mai convinto fin dai tempi di Giulia Quattrociocche, si sa, ma davvero gli han fatto il cazziatone in quattro perché dopo 5 esterne (ossia tre ore totali di tempo trascorso insieme, suppergiù) non si stava strappando i capelli se Sara per due volte se lo è dimenticato sullo sgabello e ne ha approfittato per accettare l’esterna con Giovanna? Ma là fuori c’è gente che fa ‘ste cose dopo tre mesi di frequentazione, figuriamoci dopo tre ore di conoscenza davanti alle telecamere!

Che poi nemmeno Sara s’è strappata i capelli per lui (né per Giuseppe Nastasi), mi pare, anzi in esterna con Graziani – ma anche con Giovanni Arrigoni – l’ho vista proprio bella lanciata, altroché.

[Quel povero Matteo Guidetti è tanto caruccio ma non lo cito semplicemente perché, dopo il dettaglio de “il sabato sera vado a ballare, ma la domenica mattina poi vado a Messa” che ha lasciato la Shaimi interdetta per qualche secondo, mi pare ancora più palese la clamorosa friendzone che lo aspetta.]

Qualcuno avvisi la Shaimi che, visto che l’adolescenza l’ha passata da mo, forse è il caso di mettere da parte i giochetti del “non ti porto in esterna di proposito per vedere una reazione in studio“, perché è un po’ un controsenso lamentarsi di quanto i suoi corteggiatori siano costruiti e poi aspettarsi che IN STUDIO facciano chissà che per dimostrarle il contrario.

L’ansia che mi fa venire con sta continua ricerca di conferme basic tipo “Ma ha chiesto di me in settimana?” (roba che se uno la volesse prendere per i fondelli ci metterebbe tre secondi a chiamare un redattore e recitare il copione che lei stessa gli ha tracciato) non la potete manco capì. Le dimostrazioni non si chiedono, gioia, figuriamoci se si elemosinano. Se arrivano bene, se non arrivano avanti un altro.