‘Uomini e Donne’: l’opinione di Chia sulla puntata del Trono over dell’1/04/19

Chia Aprile 1, 2019

Dopo dieci anni d’esperienza sul campo, ormai saremmo capaci di intuire il tenore del Gemmedì che stiamo per vivere basandoci anche solo sul look scelto da Gemma Galgani per l’occasione.

Perché nel suo caso l’abito fa sempre il monaco.

Quando la dama di Torino fa il suo ingresso nello studio del Trono over di Uomini e Donne indossando un outfit sobrio (per quanto possano ormai essere sobri i suoi outfit, dico) e sfoggiando un’espressione seria, c’è qualcuno del parterre maschile che sta per ricevere un gran cazziatone, o Tina Cipollari l’ha fatta grossa.

Più il vestito diventa sgargiante, più la lunghezza della gonna s’accorcia e più l’espressione diventa sognante, invece, più la probabilità che qualche impavido 50enne sia caduto nella sua ragnatela da vedova nera sale vertiginosamente.

Lei è così, piccola stella. Le basta uno sfioramento di mani durante un ballo per perdere la testa. Ma solo se si tratta di cinquantenni prestanti, s’intende. Che se quello che la sfiora per chiederle di ballare è Benny prima non se lo fila di striscio e poi se la svicola dicendo “Può darsi che ti abbia detto di no, perché c’ho avuto dei periodi dove non stavo tanto bene, e mi sembrava di essere nel film di Shining“. Bella scusa, per chi ce casca.

Più la sua preda è giovane e belloccia, dicevamo, più Gemmona è raggiante. E oggi quando ha fatto il suo ingresso in studio il brizzolato Stefano, reduce da una cena in sua compagnia, lo sparkle di cui si parlava la settimana scorsa c’era tutto. Sguardi languidi come se piovessero, e voce del sesso pronta a colpire.

Peccato (o per fortuna, dipende dai punti di vista) che lui si sia salvato in zona Cesarini, rispondendo alle domande scomode di Tina in modo poco fraintendibile: di sentimenti per la Galgani nessuna traccia, ne ora ne mai. E a Gemmona anche stavolta non è restato che incassare con stile, accontentandosi di quel mezzo bacio con mentina annessa che s’è portata furtivamente a casa. Che chissà quando je ricapita, visto l’andazzo.

Anche a sto giro chiudo con una menzione di disonore, chevvvelodicoafffa, per Rocco Fredella. Che ogni settimana mi fa venire un po’ più brividi di quella precedente, e non di certo in senso positivo.

Finché sbraitava contro Gemmona qualche applauso lo raggranellava anche, giusto perché sparava sulla Crocerossa. Ma è nell’interazione con il resto delle persone che la sua arroganza e la sua ignoranza diventano palesi anche a coloro che solitamente si fanno distrarre dall’antipatia per la Galgani.

Oggi c’era tale Piergiorgio che, educatamente e pacatamente, stava semplicemente esprimendo la sua opinione su degli avvenimenti che loro stessi avevano messo in piazza, e quel bulletto di Rocco prima l’ha deriso per il suo look (roba che manco i quindicenni, santo cielo!) e poi, quando Piergiorgio stava sottolineando che, vista la becera ironia di cui sopra, dell’educazione che sicuramente la sua famiglia gli avrà impartito lui aveva evidentemente appreso molto poco, ha sbottato dicendo “Non nominare la mia famiglia!“.

Cioè, non solo è aggressivo e grezzo, ma il bello è che non capisce mai una mazza di ciò di cui si sta parlando, porca miseria! Funziona a parole chiave, tipo Siri, e risponde la prima cosa che il suo neurone gli suggerisce su quell’argomento. “Ehi Siri, che lavoro fai?“, “Tu il mio lavoro non ti devi nemmeno permettere di giudicarlo, hai capito?“. Così, più o meno.

Un manifesto ignorante, che non sa ascoltare e non sa argomentare. Sa solo sbraitare e offendere, a caso. E la gente in studio ride pure.