‘Uomini e Donne’, Giorgio Manetti ricorda le sue estati più belle: “A Firenze c’erano sempre tante studentesse straniere e quello era il mio terreno di caccia!”
Ludovica Agosto 26, 2018
E’ il protagonista indiscusso del Trono Over di Uomini e Donne, Giorgio Manetti, e la sua travagliata storia d’amore con Gemma Galgani ha fatto e continua a far discutere tutto il pubblico del programma.
E’ nota la passione del toscano per le belle donne, e nel suo percorso agli studi Elios George ha sempre mostrato un certo savoir-faire che più di qualche volta ha fatto capitolare le dame arrivate nel dating show appositamente per fare la sua conoscenza.
Il fiorentino è stato intervistato dal magazine di Uomini e Donne rivelando quali siano i ricordi estivi più belli che porta con sé:
Le mie estati più belle sono tutte legate alla conoscenza di ragazze carine e serate divertenti tra amici di sempre. Nel mese di agosto, per scelta, preferisco non muovermi dalla mia città, Firenze. Ho fatto una vacanza a giugno. Sono stato in Spagna, a Malaga. Non mi è mai piaciuto molto muovermi nel mese di agosto. Preferisco scegliere altri periodi per viaggiare. Partirò a novembre o a dicembre e andrò oltre oceano.
Giorgio ha ricordato le sue vacanze da adolescente nella sua città d’origine:
A Firenze c’erano sempre tante studentesse straniere e quello era “il mio terreno di caccia”. Ho conosciuto in quel periodo moltissime ragazze che venivano nella mia città per studiare all’università. Era il periodo dell’anno più emozionante, fatto d’incontri fugaci che duravano, uno, due o tre giorni al massimo, se eri più fortunato. Ho vissuto delle esperienze bellissime che porto ancora dentro di me.
Una ragazza in particolare è rimasta nel suo cuore:
La mia prima ragazza, conosciuta a Viareggio, si chiama Ambra, era un’americana bellissima, una bionda di Chicago.
Tra le tante passioni del Manetti c’è quella dei viaggi. Ecco quello che è rimasto maggiormente impresso nel suo cuore:
Il magico viaggio fatto il venti dicembre del 1977, non lo dimenticherò mai. Arrivammo di sera a New York, mi ricordo le prime luci della città viste dall’aereo mentre atterravo. Fu un’esperienza incredibile, forse tra le emozioni più intense che abbia provato.
Giorgio ha poi raccontato di un’estate da innamorato:
Innamorato è una parola grossa. A sedici, diciassette anni i miei erano tutti interessi passeggeri, fugaci e forse mai realmente vissuti con la consapevolezza del sentimento. Ma dell’amore consapevole – da adulto, quello dei trenta, quarant’anni – mi ricordo di una ragazza conosciuta nell’estate dell’ottantaquattro a San Francisco. Una storia importante, durata qualche anno e poi finita perché io, in quel periodo, viaggiavo molto. Quell’anno lo ritengo uno dei più belli della mia vita. Mi ricordo i nomi, i luoghi, la date, i nomi delle strade… Perché per me era importante quello che stavo vivendo.
Ha poi così proseguito:
Le donne americane sono diversissime dalle italiane. Fin dall’infanzia viene insegnato loro a essere indipendenti. La famiglia d’origine è una cosa e la propria individualità un’altra. Vengono spinte dai genitori ad andare via di casa presto, per volendo loro molto bene. La realizzazione personale per una donna americana è più forte di qualsiasi altra cosa e non può e non deve essere mai contrastata, neanche da un ipotetico marito.
Bellissimi ricordi, dunque, quelli che conserva Giorgio:
Non sono delle estati, ma nella mia vita in generale. Conservo nel mio cuore solo i bei ricordi. E’ più forte di me, non riesco a ricordarmi le brutte esperienze.
Che ne pensate delle sue parole?
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